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Marocco: il discorso del Re Mohammed VI al verticoe OCI AL CAIRO

Creato il 07 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate
S.M. il Re Mohammed IV

S.M. il Re Mohammed IV

All’occasione della 12° sessione del Vertice dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica  (OCI) riunita al Cairo in Egitto tra 5 e 6 febbraio 2013, la Sua Maestà il Re Mohammed VI del Marocco ha annunciato un Discorso dedicato alla Nazione islamica e la crisi mondiale, e alle crisi in corso in Palestina, Siria e Mali:

LA RISPOSTA DELLA OUMMA ISLAMICA ALLA CRISI MONDIALE: Sua Maestà il Re, che Dio lo assista, ha fatto una osservazione generale della crisi nel mondo, che genera la violenza e l’esclusione di altrui. Il sovrano ritiene che la Oumma Islamica dispone delle capacità importati (testi fondatori dell’Islam, ricchezza degli uomini e delle donne musulmani, civiltà …) che permettono la creazione di una vera forza di proposizione e non più un ruolo di spettatrice. Dato che l’OCI dispone dei mezzi per produrre questa nuova dinamica e di riformulare proposizioni concrete per trattare le problematiche strutturali portatrici di germi di violenza e della crisi. L’OCI deve essere un veicolo di soluzioni. Il Sovrano suggerisce che l’OCI deve aderisce a questo cantieri di riflessione in cui il Marocco è pronto ad impegnarsi. Il Sovrano evidenzia che non è più possibile giustificare le crisi affrontate dagli stati musulmani da fattori esogeni e che i valori islamiche rifiutano l’estremismo, la violenza e il terrorismo. LA CAUSA PALESTINESE: La questione palestinese è sempre stata centrale dalla creazione dell’Organizzazione della Conferenza Islamica, il 25 settembre 1969 a Rabat. La causa palestinese rimane il tema focale dell’azione della Oumma islamica, in particolare per quanto riguarda l’intransigenza di Israele, che persiste nella sua politica di colonizzazione, la negazione della legalità internazionale. SM il Re saluta la lotta del popolo palestinese e mette in evidenza gli sforzi costanti in atto del Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, Tali sforzi recentemente coronati dalla concessione alla Palestina lo status di paese osservatore non membro delle Nazioni Unite. SM il Re, dichiara interagire positivamente ed efficacemente con la Dichiarazione di Rabat, per la riconciliazione tra tutte le fazioni palestinesi (Marocco aveva ospitato la riunione di dialogo inter-palestinese a metà gennaio 2013). Richiamato tutte le azioni concrete del Regno a favore della crisi palestinese, il Marocco ha sempre congiunto l’azione alla parola (aiuti umanitari ai palestinesi, ruolo di Bait Al Qods …). Sottolineato particolarmente l’azione del Comitato Al-Qods, sotto la Presidenza di Sua Maestà il Re, il Sovrano ribadisce che il Marocco non lesina sforzi per impedire la giudaizzazione della Città Santa e le aggressioni contro l’identità palestinese. LA CRISI SIRIANA: Il Sovrano lancia un vero e proprio “grido di cuore” di fronte alla gravità della crisi siriana, in particolare nella sua dimensione umanitaria. Di fronte a questa crisi catastrofica, non si può pensare di rimanere inattivi in vista della sofferenza quotidiana del popolo siriano. la necessità si impone per preservare l’unità del popolo siriano e di raggiungere la fine immediata delle violenze, in concertazione con i rappresentanti legittimi (da ricordare incontro di Marrakech). Il Sovrano insiste sull’azione umanitaria e ricorda le molteplici iniziative prese a favore del popolo siriano (assistenza medica e umanitaria – ospedali di campagna marocchino nei campi Zaatari, riunione degli Amici del popolo siriano a Marrakech nel mese di dicembre 2012). LA CRISI DEL MALI: Il Regno del Marocco aveva, a suo tempo, richiamato l’attenzione sulla precaria situazione della sicurezza nella regione del Sahel-Sahara e ha fatto quello che doveva fare a vari livelli e ha chiesto una particolare decisione di presa di coscienza di quello che non che si è realizzato solo di recente. Un punto culminante: Timbuktu, città contro la quale è stata condotta in nome dell’Islam, una aggressione intollerabile nei confronti di un patrimonio religioso e culturale, ancestrale e universale musulmana. Il Mali ha scelto liberamente i suoi valori musulmani da secoli. Non sono mai state mai impostate. Forte della sua sovranità, Mali ha colto le organismi delle Nazioni Unite che hanno autorizzato l’intervento sul campo. Sua Maestà afferma, infine, che si tratta di un problema globale (e non solo Maliano) e che richiede una risposta globale. Per l’uscita dalla crisi in Mali, dovrebbe fornire una risposta globale che tenga conto l’integrità territoriale del paese e integra le dimensioni politica, economica e sociale, in questo dossier.

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