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Marotta: “Conte vuole rimanere, la società anche”

Creato il 06 maggio 2013 da Mbrignolo

marottaNOTIZIE (Torino). Il futuro della Juventus ”sarà quello di coniugare le disponibilità economiche con le nostre idee” e con quelle del suo allenatore ”che ha voglia di rimanere”. Così Beppe Marotta, amminitratore dellegato della Juventus, ospite di Radio Anch’Io Sport. ”La qualità è sempre migliorabile – ha aggiunto il dirigente – questo gruppo ha vinto in Italia, sul fronte europeo dobbiamo ancora lavorare, ma è una cosa che coinvolgerà tutte le componenti societarie”. Compreso Antonio Conte. ”Il rapporto tra Conte e la società è ottimo – sottolinea Marotta – il rapporto è cordiale e quotidiano, con lui ci si confronta sempre. Quando un professionista arriva a raggiungere traguardi, programmati nel tempo in modo così veloce diventa normale fare delle riflessioni, ma questo per amore del proprio lavoro, della professionalità e dell’azienda”. ”Le aspettative del mondo Juve sono molto alte – ha detto ancora Marotta rispondendo sul futuro del suo allenatore – l’ asticella si è alzata, non si puo’ vincere sempre e bisogna soprattutto anche gestire i momenti difficili. La voglia di Conte è di rimanere – rimarca Marotta – e quella della società è che rimanga, vuole vincere sempre, come la società, e ottenere il massimo sempre”.

”Quando Conte accenna al confronto con la società”, ha sottolineato Marotta, ” vuol dire che andremo a definire modalità di intervento, di giocatori che potranno far parte della rosa della squadra. La qualità è sempre migliorabile”. ”Nel lessico calcistico si dice sempre che la squadra che va in campo rispecchia il modello societario che ha alle spalle. Noi abbiamo costruito un modello tutto nostro, basato sul lavoro collettivo e non sul top player. Siamo ancora la squadra piu’ prolifica e la meno battuta del campionato, questo significa che il collettivo prevale sul singolo. Il Bayern è un modello difficilmente raggiungibile nel breve, anche perchè c’è una società fortissima alle spalle con un budget doppio rispetto al nostro”. Il destino in Champions sarebbe potuto essere diverso se la Juventus non avesse incontrato i tedeschi? ”Queste sono considerazioni che abbiamo fatto dopo, vedendo anche le altre eliminazioni. Abbiamo pensato che se avessimo incontrato un avversario diverso forse potevamo arrivare fino in fondo. In campionato, su 38 partite, i livelli e le differenze tra le squadre emergono chiare, in Champions a volte giocano altri fattori, a volte contingenti”.


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