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Medianeras: ritratto sincero di una generazione

Creato il 27 agosto 2012 da Pianosequenza

Medianeras: ritratto sincero di una generazione

Medianeras
(Medianeras)
Gustavo Taretto, 2011 (Argentina, Germania, Spagna), 95’
uscita italiana: 24 agosto 2012
voto su C.C. Medianeras: ritratto sincero di una generazione Mariana (Pilar López de Ayala) e Martin (Javier Drolas) vivono a pochi metri di distanza in angusti monolocali che rispecchiano il loro animo di trentenni inquieti e soli: entrambi hanno concluso da poco una relazione lunga con un partner scoperto ben diverso da ciò che avevano creduto, entrambi isolati dal mondo da un lavoro (vetrinista lei, web-designer lui) sufficiente a farli sopravvivere, ma poco di più. Dopo improbabili compagni occasionali e qualche momento di sconforto scopriranno che l’amore è più vicino di quanto possano credere. Basta aprire la finestrella (abusiva) che spunta sulla “medianeras” del loro palazzone. L’esordiente Gustavo Taretto confeziona con pochi fondi e qualche idea ben chiara un piccolo gioiello. Il suo Medianeras colpisce infatti sin dai primi minuti, nei quali i protagonisti ci vengono presentati con una verbosa introduzione, rigorosamente fuori campo. Questo espediente, in genere stucchevole, definisce invece la cifra dell’intero film, in cui l’introspezione trionfa e le vite dei protagonisti ci vengono rivelate solo dal loro personalissimo (e ristretto) punto di vista. Mariana e Martin, pur non sapendolo, condividono passioni ed idiosincrasie convinti di essere esemplari unici al mondo: per quanto si sforzino di conoscere altra gente, restano inesorabilmente delusi dal prossimo, scottati dall’esperienza degli anni precedenti. In ogni momento s’incrociano (per strada, in piscina, fuori da un locale) ma sembrano incapaci di notare l’esistenza dell’altro, nonostante si tratti forse proprio di quella persona che stanno cercando con tanta ostinazione.
Buenos Aires fa da spettacolare palcoscenico, con la sua schizofrenica (dis)organizzazione architettonica che appare la metafora perfetta della vita di una generazione di giovani adulti; un miscuglio di stili ed intenzioni in cui una enorme pubblicità può diventare arte, e sulla quale aleggiano i postumi di una crisi economica che ha messo in pericolo il futuro di molti.
Con ricercati riferimenti pop (il Daniel Johnston di True love will find you in the end, le scene finali di Manhattan) e quel sapore agrodolce che pochi autori riescono a rendere come i sudamericani, Taretto mette in scena una storia d’amore in modo insolito, cioè mostrandoci premesse e protagonisti e lasciando al solo finale l’unico momento in cui questa promessa di felicità sembra avere realizzazione, proprio quando il pessimismo aveva preso il sopravvento. Dulcis in fundo, con la “copertura” da film disimpegnato, Medianeras offre uno dei ritratti più sinceri della nostra generazione (quella dei trentenni nell’epoca della comunicazione globale e del WWW) che siano stati proposti al cinema negli ultimi anni.
Scoperta.

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