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Menu Cinematografico di Diario: Scrittori nei film

Creato il 07 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Menu Cinematografico di Diario: Scrittori nei film

Pubblicato da Redazione Cari lettori,
la redazione di Diario è sempre un vulcano di idee; l’ultima iniziativa nata sono i “Menù Cinematografici a Tema” di Diario, che vi presenteremo una volta al mese. I nostri "chef cinematografici" Andrea, Elena, Roberto e Sara prepareranno per voi un menù a base di film (e telefilm)  per allietare le vostre serate. Per il mese di giugno abbiamo scelto come filo conduttore gli scrittori nei film: buon appetito!

Cominciamo con gli aperitivi, due serie televisive leggerine leggerine per metterci nella giusta prospettiva per goderci la cena, l’aperitivo analcolico Castle

Menu Cinematografico di Diario: Scrittori nei filmQuesta brillante serie della ABC si giova della bravura istrionica di Nathan Fillion, attore caro a Joss Whedon. Fillion interpreta uno scrittore famoso che cerca ispirazione nella vita reale rivolgendosi al Dipartimento di Polizia di New York dove, grazie alle sue amicizie altolocate – fra cui il sindaco –, viene affiancato alla detective Kate Beckett. L'ovvia antipatia e senso di fastidio si trasformano ben presto in apprezzamento, poiché Castle utilizza la fantasia, l'intuito e la conoscenza dell'animo umano che gli deriva dal suo talento di scrittore per dare un forte contributo alla risoluzione dei casi. I punti forti della serie? La bravura di Fillion, il contrasto tra lo scrittore straricco e donnaiolo che si innamora, ovviamente, della bella poliziotta: dunque l'UST (la tensione sessuale irrisolta) è il nerbo. Castle è un prodotto leggero e gradevole, che usa le storie verticali gialle come pretesto per i dialoghi brillanti. Nel notevole finale della quarta stagione  la tensione sessuale fra Castle e Beckett ha finalmente trovato un bollente coronamento e la serie è stata rinnovata per una quinta stagione. Antonella Albano

…e l’aperitivo alcolico Californication...


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Ispirandosi al personaggio letterario creato da Charles Bukowski, Tom Kapinos ha creato Hank Moody (interpretato da David Duchovny), scrittore geniale e anticonvenzionale in perenne ricerca di un equilibrio tra la sua vita familiare e le sue tendenze distruttive. Californication è una serie caratterizzata da contenuti sessualmente espliciti e dialoghi esilaranti. In apparenza ironico e divertente, il serial ha un forte retrogusto drammatico, tanto da essere definito dramedy (fusione dei termini drama e comedy). La serie ha esordito con una prima stagione strutturalmente perfetta e fortemente incentrata sulla carriera editoriale di Moody, mentre nelle stagioni successive l'attenzione degli sceneggiatori si è rivolta maggiormente alle disavventure sessuali e sentimentali del protagonista. Uno dei migliori telefilm "per adulti" del panorama televisivo americano. Lo show è arrivato alla quinta stagione ed è stato rinnovato per una sesta.
Roberto Gerilli

Per stuzzicare l’appetito in attesa dei piatti forti, arriva l’antipasto, Young Adult...


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Jason Reitman e Diablo Cody tornano a collaborare dopo il bellissimo Juno e sfornano una commedia amara, che prende di mira l'attuale generazione degli eterni ragazzi. Il film mette a confronto due mentalità opposte: da un lato la protagonista Mavis Gray (Charlize Theron), scrittrice frustata terrorizzata dal futuro, e dall'altro il suo ex fidanzato del liceo (Patrick Wilson), uomo che ha messo da parte i sogni adolescenziali in cambio di una famiglia in apparenza felice. Uno scontro mostrato attraverso una serie di situazioni divertenti e drammatiche, che sottolineano come (forse per la prima volta nella storia) la generazione moderna non sia "in lotta" con la precedente, ma con se stessa. Crescere e maturare significa necessariamente mettere su famiglia? O forse ognuno dovrebbe cercare il proprio equilibrio, infischiandosene degli schemi  "classici" della società? Young Adult è una commedia ironica e profonda,  ma, soprattutto, uno spaccato generazionale. Roberto Gerilli 
Passiamo ai piatti forti, i film che non si possono non vedere. Ecco a voi il tris di primi, Woody Allen con Harry a pezzi, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Midnight in Paris...


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Woody Allen, da sempre sceneggiatore dei suoi film (e vincitore di 3 premi Oscar proprio per la miglior sceneggiatura originale), conosce bene la scrittura ed i suoi “problemi” e affronta con ironia il tema del “blocco dello scrittore”, trovando “soluzioni” diverse per i suoi romanzieri in crisi da pagina bianca. In Harry a pezzi, Allen romanza la sua vita e trasforma in personaggi le persone che lo circondano che, ovviamente, non sono molto felici di essere ridicolizzati. In Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, Josh Brolin “risolve” il suo blocco rubando un manoscritto non ancora pubblicato al collega (e amico!) vittima di un grave incidente. 
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In Midnight in Paris, Owen Wilson, sceneggiatore hollywoodiano insoddisfatto e aspirante romanziere, si libera grazie alla fantasia e si butta (letteralmente) nella Parigi degli anni ’20. Terrorizzato dal blocco nella finzione, Allen è, ironia della sorte, uno dei registi più prolifici di Hollywood e firma un film all’anno! Sara Guglielminetti
E proseguiamo con i secondi, Stephen King con Shining, Misery Non Deve Morire e La Metà Oscura...
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Come un bel roast beef, anche la scrittura riserva un’anima sanguinolenta. Lo sa bene Stephen King, il quale ha sviluppato il tema del lato oscuro dello scrittore in tre romanzi, diventati in seguito pellicole che ci hanno regalato tre immagini dal forte valore simbolico. La più famosa: il fiume di sangue che Stanley Kubrick lancia verso lo spettatore di Shining, con un Jack Nickolson  in cerca di isolamento per la realizzazione del suo libro; troverà invece fantasmi, follia e un’accetta da scagliare contro la famiglia. 
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Le gambe spezzate a colpi di martello da Kathy Bates ci ricordano quanto possa essere morboso il rapporto tra lo scrittore, i personaggi da lui creati e i fan: Misery Non Deve Morire, di Rob Reiner, ci insegna che lo scrittore deve pensarci due volte prima di ammazzare uno dei suoi personaggi. L’occhio nel cervello della Metà Oscura è, invece, il simbolo che George Romero sceglie per rappresentare l’alter ego, l’identità fittizia che gli scrittori usano quando vogliono evitare di firmare le opere con il proprio nome: ma quando si decide di uscire allo scoperto, l’alter ego accetterà di essere accantonato? Andrea Marzella
Per chi non è ancora sazio, il nostro Menu propone ancora Vero come la finzione, il dolce, una chicca cinematografica, un film di “nicchia”...
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Vero Come La Finzione è una storia d’amore strampalata tra due persone che solo all’apparenza sembrano incompatibili: Harold (Will Ferrell) è un esattore delle tasse ossessionato dai numeri, Ana (Maggie Gyllenhaal) è una pasticcera estroversa. Durante un controllo fiscale, Harold incontra Ana e, dopo un buffo corteggiamento, l’amore trionfa. Non c’è niente di nuovo, è una storia banale. Proprio per questo motivo, Kay Eiffel (Emma Thompson), scrittrice nevrotica e in crisi creativa, decide che è meglio far morire il personaggio di Harold al termine della storia: sì, perché la vita di Harold è in realtà un romanzo e, per sua sfortuna, è un romanzo che ha bisogno della morte del protagonista perché funzioni. Tra farine per dolci, uffici asettici e sigarette spente con lo sputo, il regista Marc Forster ci racconta una storia dolce e surreale, con al centro la figura dello scrittore, diviso tra l’amore per il personaggio e la crudeltà delle regole narrative. Andrea Marzella
Per chi non vuole abbandonare la tavola e  ha apprezzato il menù che abbiamo scelto, chiudiamo con il caffè, Scoprendo Forrester
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Sulla scia di film cult come L'attimo fuggente e Will Hunting (dello stesso regista), Gus Van Sant realizza un film drammatico sui difficili temi dell'educazione e dell'adolescenza. Jamal Wallace (Rob Brown) è un ragazzo talentuoso nato da una famiglia povera in un quartiere difficile. Eccelle nella scrittura creativa e nel basket ed è stato convinto che solo quest'ultimo riuscirà a dargli una vita migliore. A fargli cambiare idea c'è William Forrester, il mentore che tutti vorremmo avere, un uomo che, scevro da ogni pregiudizio, punta forte sul ragazzo e lo sprona a guadagnarsi il futuro che vuole. Scoprendo Forrester è una pellicola d'ispirazione, coinvolgente e commovente.  Un film educativo, che insegna a mettere da parte preconcetti e intolleranze e che incoraggia a impegnarsi e lottare per le proprie passioni e i propri sogni. E quando dubitate del vostro talento ricordatevi le parole di Forrester: "Pesta su quei tasti, per la miseria!" Roberto Gerilli
…e con l’ammazza caffè, Il pasto nudo...

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Il pasto nudo è un film del 1991 del regista David Cronenberg ispirato al racconto di W.S. Burroughs. Un film per stomaci forti (se non amate insetti et simili non fa decisamente per voi), che non hanno paura della potenza visiva e espressiva di Cronenberg. Il pasto nudo è un film in cui le allucinazioni si mescolano al reale, dove non c’è un filo logico se non l’illogicità della paranoia e follia debordante del protagonista. Un aspirante scrittore in cerca di una storia, in cerca di una via di fuga. Un uomo che nella sua follia uccide la moglie e scappa a Tangeri, dove pensa di essere coinvolto in strani complotti alieni. Un film a volte di difficile comprensione, un continuo passaggio tra situazioni oniriche, allucinanti e reali, che mostrano senza ombra di dubbio che anche su pellicola è possibile rendere la follia della mente umana e gli incubi che vi imperversano. Elena Bigoni

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