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Mercato transatlantico o Stato sovranazionale?

Creato il 12 aprile 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Mercato transatlantico o Stato sovranazionale?

Negli Stati Uniti, attraverso il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato questo 11 marzo dal presidente Obama, o in Europa, grazie alle dichiarazioni di Karel De Gucht, commissario europeo per il commercio, il progetto di un grande mercato transatlantico è di nuovo sotto i riflettori. L’accordo prevede l’eliminazione delle barriere non tariffarie grazie all’armonizzazione delle regolamentazioni. Ai due lati dell’Atlantico, il progetto è presentato come un mezzo destinato a rilanciare la macchina economica e permettere la creazione di milioni di posti di lavoro.

Tuttavia, piuttosto che un semplice mezzo per uscire dalla crisi, il progetto è invero il risultato di una scelta strategica degli Stati Uniti, il passaggio dal predominio su un sistema multilaterale di scambi economici alla creazione di un’organizzazione bilaterale USA-UE. Si tratta di una scelta di ripiego della potenza dominante di fronte a un sistema economico globalizzato che non le offre più gli stessi vantaggi. Questa riorganizzazione conduce a una trasformazione dei paesi membri dell’UE in una zona che concede ai prodotti statunitensi delle agevolazioni rispetto alla concorrenza mondiale. Se gli Stati Uniti conoscono un leggero, ma reale, processo di reindustrializzazione, l’Europa al contrario, con quella che chiamiamo la crisi dell’euro, è soltanto all’inizio di una fase di restringimento del suo tessuto economico. Con l’eccezione della Germania, essa non sarà in grado di trarre molto profitto dall’apertura del mercato statunitense. Se gli Stati Uniti hanno costruito l’UE intorno alla Germania federale, quest’ultima, dal canto suo, gioca un ruolo essenziale nell’inclusione dell’Unione Europea in un grande insieme transatlantico.

L’apertura di un grande mercato è più che una liberalizzazione degli scambi. È uno degli elementi fondanti di una nuova costruzione politica sotto egemonia USA che posiziona le popolazioni europee direttamente sotto la sovranità statunitense. Le due parti si sono già impegnate a creare da qui al 2014 un’area di cooperazione transatlantica in materia di “libertà di sicurezza e di giustizia”. Questa ha come obiettivo quello di riorganizzare gli affari interni e la giustizia degli Stati membri in funzione delle loro relazioni con i loro omologhi statunitensi. Del resto, il parallelismo tra la liberalizzazione degli scambi fra i due continenti e il controllo americano sulle popolazioni europee esiste da quando è cominciato il processo di negoziazione, 15 anni fa. Così, il processo che conduce all’apertura di un grande mercato transatlantico è inverso rispetto a quello della costruzione dell’Unione Europea. Se il mercato comune europeo è stato in primo luogo una struttura economica basata sulla liberalizzazione degli scambi di merci, il grande mercato transatlantico si appoggia dal canto suo sulla supremazia del diritto USA. Esso si presenta direttamente come una costruzione politica: la creazione di un’Assemblea transatlantica è già stata evocata infatti in una risoluzione del parlamento europeo del 25 aprile 2007.

Se, formalmente, esistono profonde divergenze tra le due parti, europea e americana, in materia di protezione dei dati personali, per esempio, sarà di fatto il diritto americano ad imporsi e le procedure europee si adatteranno a questo cambiamento. L’affare Swift è emblematico di questo processo di conquista da parte del diritto statunitense. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, Swift, società americana di diritto belga, ha trasmesso clandestinamente al Dipartimento del Tesoro USA decine di milioni di dati confidenziali sulle operazioni dei suoi clienti. Nonostante la flagrante violazione del diritto europeo di protezione dei dati personali, questo trasferimento non è mai stato messo in discussione. Al contrario, l’UE e gli USA hanno firmato diversi accordi destinati a legittimarlo. Il Parlamento europeo ha infine avallato, nel luglio del 2010, un sistema permanente che permette alle autorità americane di accedere ai dati finanziari dei cittadini dell’Unione. Tuttavia, l’accordo non prevede l’accesso delle autorità europee alle transazioni bancarie e traduce in questo modo l’asimmetria esistente tra i due “partner”.

Lo scopo del grande mercato transatlantico non è quello di poter trasmettere i dati personali alle autorità amministrative, cosa già attuata ampiamente, ma di poterli consegnare legalmente al settore privato. Si tratta di cancellare tutti gli ostacoli legali alla diffusione delle informazioni mantenendo i costi più bassi possibile. Bisogna prima di tutto assicurare la redditività di un mercato che gli Stati Uniti dominano con tutta la loro influenza. Ricordiamo che quattro aziende americane, Google, Facebook, Apple e Amazon, regnano indisturbate in questo settore economico. Il futuro grande mercato transatlantico deve permettere uno sviluppo senza ostacoli del commercio delle informazioni personali. La neutralizzazione del diritto europeo in materia di protezione della privacy è la condizione di partenza per la trasformazione dei dati personali in mera mercanzia. Allo stesso modo, la sovranità esercitata dalle autorità statunitensi sulle popolazioni degli stati membri dell’UE e la legittimazione di questo potere da parte dell’Unione Europea sono le condizioni di partenza per la costruzione di nuovi rapporti di proprietà e di scambio.

(Traduzione dal francese di Silvia Cher)


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