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Messier 13: fallirà il tentativo di comunicare con forme di vita extraterrestri iniziato nel 1974

Creato il 04 settembre 2013 da Alessiamocci
In queste sere di settembre è ben visibile, in direzione della costellazione di Ercole, l’ammasso globulare di stelle denominato M13.   Con l’aiuto di un binocolo, alzando lo sguardo al cielo, si può provare a cercare la costellazione di Ercole e un oggetto celeste che appare come un dischetto lattiginoso, ma che in realtà è Messier 13, un gigantesco agglomerato di forma sferica che contiene alcune centinaia di migliaia di stelle vecchissime, con un’età di almeno 10 miliardi di anni. M13 si trova a una distanza di circa 25.000 anni luce da noi, ai confini della nostra Galassia. Localizzare M13 è abbastanza semplice dato che la costellazione di Ercole in cielo forma un trapezio facilmente riconoscibile. Tenendo il trapezio in verticale, M13 è sul lato destro, a circa un terzo del lato partendo dall’alto. In condizioni favorevoli, è appena visibile ad occhio nudo, data la sua magnitudine di 5,8, in un cielo scuro e lontano da fonti di luce. Può essere osservato da entrambi gli emisferi terrestri, sebbene la sua declinazione settentrionale favorisca notevolmente gli osservatori dell’emisfero nord. Ma perché è così importante questa “zona di cielo”? Perché nel 1974 proprio a M13 venne inviato dal radiotelescopio di Arecibo, situato nell’isola di Porto Rico, un messaggio pensato per essere captato e interpretato da altre civiltà. Ritengo doveroso spiegare ulteriormente il concetto. L’ammasso di Ercole è stato il primo, simbolico, destinatario di un messaggio radio deliberatamente inviato dall’uomo per comunicare con ipotetiche civiltà intelligenti, extraterrestri. Esattamente il 16 novembre 1974, dal radiotelescopio di Arecibo, appena aggiornato con strumentazione di nuova generazione, venne inviata verso M13 una sequenza di impulsi in codice binario. L’idea fu del celebre astronomo Frank Drake, lo stesso che propose un’equazione per stimare il numero delle possibili civiltà intelligenti nell’universo, che suggerì di inviare nello spazio una serie di informazioni e immagini stilizzate sulla nostra civiltà, con la speranza che prima o poi possa essere raccolto e decifrato da qualche civiltà aliena. Purtroppo però, sull’efficacia del messaggio si è molto dibattuto. L’esperimento è stato più una prova tecnica di trasmissione piuttosto che un auspicio di dialogo interstellare. E non soltanto per la distanza proibitiva che ci costringe ad attendere almeno 50.000 anni per avere una risposta, quanto ad un banale problema di mira. Tra 25.000 anni, il tempo che il segnale radio impiegherà a percorrere la distanza che ci separa da M13, l’ammasso si sarà spostato dalla posizione che ha ora, e quindi il messaggio di Arecibo mancherà miseramente il bersaglio. Peccato! Ci eravamo illusi che qualcosa potesse realmente accadere! Ci limiteremo quindi a osservare il cielo, in queste notti di settembre, alla ricerca del “grande ammasso globulare di Ercole”, così come viene chiamato Messier 13. E poi consoliamoci, pensando che i tempi di attesa sarebbero stati davvero troppo lunghi!     Written by Cristina Biolcati    

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