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MFD ’15 – Musica e libertà a Bologna – Un appunto di Serenella Gatti Linares

Creato il 25 febbraio 2015 da Met Sambiase @metsambiase

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Musica e Libertà

“Libertà”: non è una parola che si possa usare solo per la Musica. E’ un termine generale da adoperare in ogni ambito: passa dall’uno all’altro, perché tutto è collegato. “Libertà” ha la stessa etimologia di “liber”, libro. La lettura è “libertà”. Dunque, secondo me, è sempre un problema di ignoranza: solo tramite la Cultura cambia la mentalità. Da qui il ruolo centrale della Scuola, a cui oggi tolgono finanziamenti, invece di aumentarli. E’ a Scuola che si impara lo spirito critico. Ma se agli insegnanti è impedito l’esercizio delle facoltà critiche, come possono insegnarle ad altri?

La Musica contribuisce alla Libertà, non può esprimersi senza di essa, perché è un linguaggio universale di Pace: comunica anche senza che si comprendano le parole… Ma ancora e prima di tutto il vocabolo “Libertà” si collega, a mio parere, al Movimento di Liberazione della Donna, al Femminismo, la più grande Rivoluzione sociale del Novecento. Finché non ci sarà assoluta parità fra uomo e donna nel Mondo, questa parola sarà manchevole. E non alludo solo ai mutamenti giuridici, ma anche a quelli sociali, perché esistono censure, regole sotterranee non scritte, striscianti contro le Donne. Ad esempio, quelle collegate ai concetti di Spazio e di Tempo.

Oggi si assiste addirittura ad un ritorno all’indietro: basta vedere l’immagine stereotipata della Donna nei mass-media o, peggio, la nascita dell’odioso neologismo “femminicidio”. Come può esserci libertà totale dalle censure nella Musica, se più della metà del genere umano è ancora sottomesso?

Tornando alla Musica, ho notato che esiste del razzismo verso le “Ragazze del Rock”, che non vengono trattate paritariamente dai colleghi maschi e dal mercato discografico. Mi collego anche al mondo della Letteratura. Nella Storia sempre i poeti sono stati osteggiati, condannati, uccisi nei regimi totalitari, perché considerati sovversivi. E si sa che a volte un libro può sconfiggere più di una battaglia.

Nel mondo editoriale italiano d’oggi, si assiste a ciò che succede pure in campo musicale: viene pubblicato ciò che è commerciale, (come le confessioni di un calciatore o di una velina, per di più scritte a pagamento da sconosciuti), mentre, chissà… , libri bellissimi restano per sempre nei cassetti. Nelle Antologie scolastiche anche oggi è sparuto il numero delle scrittrici donne, rispetto a quello degli uomini.

Poi c’è la rivoluzione delle “nuove tecnologie”: mi stupisco ancora di fronte alle loro infinite potenzialità. Soprattutto usate dai più giovani, hanno aspetti positivi e negativi, a seconda dell’uso che se ne fa, però sono alla base dei movimenti pacifisti internazionali, di fenomeni come la “Primavera araba” nel Maghreb, di un nuovo modo di fare politica. Sono questi gli strumenti principali per lottare insieme, contro la censura in qualunque campo.

Il 2 marzo 2013 si è svolta a Bologna la terza edizione del “Music Freedom Day”, presso il Circolo Katia Bertasi di Bologna, ad opera dell’Associazione Bo Ground (a favore del Rock underground bolognese) e di Hibrido Radio (promozione musicale internazionale), in collegamento con la Ong danese Freemuse. Nel pomeriggio c’è stato un Convegno in cui si è discusso in modo interessante sulla libertà di espressione in campo musicale, che viene tradita in tutto il Mondo, più di quanto si immagini. La sera si sono alternati musicisti e poeti, con nomi di spicco dell’intellettualità locale,  con performances centrate sul tema, ognuno col proprio linguaggio e contenuto.

Evento emozionante e coinvolgente, che spero continui attirando un numero di persone ancora maggiore, con conseguenze di tipo operativo.

Infatti, c’è bisogno ancora di lottare, sia a livello culturale, sia sociale, per sfuggire agli stereotipi, sia utopico, perché l’Utopia cambia la Storia.

Serenella Gatti Linares


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