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Mi piace lavorare (cit.)

Da Pdc @pezzodicuore
Mi piace lavorare (cit.)
 E' passato un anno e nemmeno me n'ero accorta.Non intendo dire che non me ne ricordo più, del licenziamento. Anzi.Ma solo sabato ho realizzato che venerdì era il 4 ottobre, ed il 4 è anche l'onomastico di Ciccio. Per dire.Poi stasera stavamo inzuppando biscotti nel te. Si, lo so, è presto ancora. Ma oggi sono stata dal dentista e quindi ho saltato il pranzo. Ieri ho saltato la cena. Insomma alle 7 avevo già fame, ma non potevo masticare. E quindi minestra e te coi canestrelli.Mentre inzuppavamo PdC mi chiede "ma cosa vai a fare a Bolzano nei prossimi giorni?". Andiamo a discutere della collezione autunno/inverno 2014/2015. "Così presto chiede Ciccio? E allora quella del 2013 quando l'avete fatta? Anzi Mamma, quando l'hanno fatta, tu mica c'eri, da quanto sei lì?" Appunto, quanta acqua è passata sotto i ponti?Quanta paura delusioni timori per il futuro senso di vuoto solitudine.Ed è passato solo un anno. Non vi dirò che alla fine è andata bene così.In 5 minuti sono stati spazzati 15 anni di carriera e quasi metà dello stipendio. Così. Puff.Da lì son ripartita dopo neanche due mesi e non vi negherò che è stata dura.Che mi son sentita messa da parte. Che mi pareva di non trovare il senso. Poi un lavoro di transizione ed ora finalmente un lavoro vero.Con tutti i plus di cui ho già parlato. Azienda bellissima, piena di futuro e di attenzione alle persone, qui considerate davvero risorse. Ed umane.Anche se dal punto di vista della carriera e della responsabilità come vi dicevo son tornata più indietro del via.Sono stata tentata di mollare, di cedere, di adagiarmi.Ho anche un'età in cui il risparmio energetico ha sempre più il suo perché.Ma mi piace alla mattina arrivare in ufficio prima di tutti. Il primo caffè col capo se c'è. O da sola. O con chi passa. Sono così fortunata che ho potuto concordare un orario che - salvo gite in sede - mi consente di pranzare con Ciccio quasi tutti i giorni e di arrivare a casa ad un orario umano per dare un ultima controllata ai compiti.Posso fare orario continuato o spezzarlo e non son l'unica. Ed è normale. Ho sperimentato forme di cattiveria mai immaginate. Gente che è stata contenta che finalmente anche a me andasse male.L'indifferenza. O chi ti guarda come se fossi contagiosa.O mia madre che "sai, non l'ho detto ai vicini, per scaramanzia". O perché magari fai parte di quella generazione che se ti licenziano, magari un po' te lo meriti. Adesso che mi sento molto più serena (è da metà anni 90 che non  ricordavo il significato di stress positivo) ho anche cercato di aiutare chi stava peggio. Ma è capitato che ci sia chi ha preferito rimanere in cassa integrazione. O chi non è nemmeno venuto al colloquio. Se fossimo in osteria vi direi "ma dov'è allora sta crisi?" se non fosse che ho sperimentato sulla mia pelle dov'è, appunto. Ho avuto paura di perdere la casa, tutti i miei sacrifici di anni, finalmente la casa dei miei sogni (compatibile col mio reddito, che quella dei sogni dovrebbe avere assai altre caratteristiche extra) e trac! mi son ritrovata senza lavoro.Ma lo ZioPaperone che c'è in me non si è perso d'animo ed abbiamo salvato il Deposito da ogni aggressione.So che molti ridono perché vado alla Coop 3 giorni di seguito a fare scorta di 2x1 e programmo il menù settimanale di modo da non sprecare neanche un grammo di cibo o perché rammendo i calzini. Ma nessun sacrificio è troppo per poter stare seduta qui sul divano col pc sulle ginocchia e Ciccio seduto accanto che legge Diabolik. (ed anche se Cipputi è il mio mito, beh, questa volta non aveva ragione!) 

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