Chi come me sta trascorrendo questi caldi giorni di Agosto in città, a Milano, avrà sicuramente avuto quella strana sensazione di vivere sul set abbandonato di un vecchio film western. Strade deserte, silenzio insolito, parcheggi liberi e negozi chiusi. Chilometri e chilometri di strade con saracinesche abbassate e di improbabili cartelli di "Buone Ferie". Anche "i cinesi", per istituzione aperti in qualsiagio giorno (e talvolta ora) dell'anno, sembrano aver ceduto alla tentazione del "riposino estivo" azzardando addirittura due o tre setttimane di "chiusura aziendale".
A fare il punto della situazione ci ha pensato il "Corriere della Sera" che in bell'articolo pubblicato qualche giorno fa QUI, descrive le "disavventure" di alcuni turisti in visita in terra meneghina.
Nonostante i dati incoraggianti della Camera di commercio (sei mila negozi aperti, 1.500 più dell'anno scorso e +3,8% di strutture ricettive rispetto al 2010), a guardarla con lo sguardo affilato e implacabile del turista straniero, la Milano d'agosto è un mezzo disastro. Dalla Centrale al Duomo, dal museo di San Siro (1.700 visite in un giorno di fine luglio) al Museo del Novecento (oltre 2.100 la settimana scorsa), europei, russi, orientali e sudamericani sono tutti d'accordo: Milàn l'è minga on gran Milàn. Bocciata. Ma non tutto è insufficiente. La città brilla per musei, cultura, bar e verde: qui recupera (+10% di visite a Brera e musei civici), si riscatta, emerge. Promossa.
Si parte dai trasporti. Metrò: voto insufficiente. "Abituata a Madrid, sono rimasta delusa", accusa Manoli Rodriguez, giunta in città insieme alla nipote Marcela, fanatica dello shopping. "Pochissime indicazioni, né mappe. A ogni viaggio cresce l'ansia: "avrò preso il treno giusto?"; "saranno aperti i negozi?"". A rincarare la dose, ci pensa Arturo Perez, ecuadoregno di 25 anni, arrivato con madre, sorella e nipotina: "La città è servita male. Come fate voi milanesi
a muovervi con i mezzi pubblici? Il metrò copre pochissime zone". Ritirare i soldi in stazione Centrale, poi, sembra un'impresa: "Abbiamo girato mezz'ora in cerca di un bancomat", raccontano Matteo e Nailya Zhabagina, insolita coppia calabro-kazaka. "Solo uno e fuori servizio". Non meglio, le segnalazioni di ztl e posteggi: "Non ci abbiamo capito niente...", commenta laconica la famiglia olandese Huygens, ignara dello stop estivo dell'area Ecopass.
E in aeroporto non va certo meglio: "Esistono le passerelle al gate, senza che si debba ogni volta aspettare che arrivi il minibus sotto l'aereo?", si chiede Zu Leng, di Nanchino, 30enne che, in città, ci lavora.
Male metrò, stazione e aeroporti, si passa al fronte umano: ma la situazione non migliora. "L'altra sera ci hanno maggiorato il conto della cena del 20% in un ristorante del Duomo", denuncia Wieke Smiths, classica mamma olandese con al seguito la piccola Charlotte. Ma non solo: "La città? Unfriendly", incalza Pablo Mair da Colonia, sospinto dalla fidanzata Sadaf Mirzaci, di origini moldave: "A simpatia, i milanesi fanno a gara con i francesi". Touché. Di male in peggio. Lo ribadisce la portoghese Alice, 21 anni, cresciuta a pane e Mourinho. "I milanesi sembrano tutti individualisti. Troppo concentrati su se stessi. Spingono sui bus e sono pericolosi con le bici", sottolinea piccata. "Se arrivate a Milano, scordatevi il cliché dell'italiano solare e accogliente", insiste l'architetto 50enne francese Sylvie Merckell con la figlia Julie, che aggiunge: "Finché non gli mostri che sai l'italiano nemmeno ti ascoltano. Anche al supermercato. E i musei", aggiunge riferendosi alla Pinacoteca, "tanto belli quanto poco valorizzati".
Povera Milano bistrattata. "Nessuno parla inglese", dicono all'unisono Anna & Anna, giovani russe di San Pietroburgo. "E poi la notte è un mortorio: ci aspettavamo tutt'altro". E poi ci sono "quasi più venditori di mangime che piccioni", s'indigna la transalpina Annabelle. "Gli ambulanti sono spesso fastidiosi", sostiene Niklas da Bochum. "Loro sì, ma nessun artista di strada. Lo trovo strano" dice, senza sapere che i figuranti sono appena stati sottoposti a una "gabella" della nuova giunta di centrosinistra.
A soccorre la Milano amata da Stendhal e da Nietzsche ci pensano due giovani, da Singapore: Herman e Fizah. "Milano èla città più efficiente che abbiamo trovato finora in Europa. Stiamo viaggiando da mesi e non c'è paragone". Ma qualè stata la città peggiore, allora? "Ginevra", rispondono di getto. "Ci hanno rubato i bagagli, cacciato dall'albergo e trattato malissimo. No, no, nessun dubbio: Milano è il meglio in Europa. Evviva l'Italia, evviva Milano".
Svizzera meno efficiente dell'Italia, è l'eccezione che conferma la regola per cui Milano funziona poco, almenosul fronte turisti. E allora è benvenuta l'iniziativa del Museo del Novecento: i "buttadentro", simpatici immigratipoliglotti, con il camice colorato, pronti a invogliare i turisti a visitare l'esposizione. Nuovi passi d'integrazione per una città da sempre crocevia di culture.
Foto di Riccardo Bertani (http://www.flickr.com/photos/pain2394/)