MILANO. La cheratosi attinica, malattia della pelle
legata all’esposizione solare, è stata recentemente inclusa dalMinistero della Salutetra i tumori della pelle. Il suo
trattamento è sempre necessario: nel 60% dei casi il carcinoma cutaneo a cellule
squamose si forma a partire da una cheratosi attinica.
Durante il 23° Congresso Mondiale di Dermatologia tenutosi
a Vancouver è stata presentata una modalità innovativa di questa terapia: la
fotodinamica inday-light(D-PDT, daylight photodynamic
therapy), ovvero la terapia fotodinamica sempre in associazione al
metil-aminolevulinato, attraverso i raggi del sole. La terapia sviluppata
da Galderma è stata approvata nel corso di una procedura di mutuo
riconoscimento che ha visto coinvolti 19 stati europei e sarà disponibile anche
in Italia nei prossimi mesi.
“La terapia fotodinamica convenzionale, raccomandata
dalle Linee guida europee del 2013 e pubblicate sul Journal of the European
Academy of Dermatology and Venereology1, consiste nell’utilizzo di una sostanza
fotosensibilizzante, il metil-aminolevulinato, applicata nella zona da trattare
- spiega la professoressaMaria Concetta Fargnoli direttore della Clinica Dermatologica
dell'Università dell'Aquila -.L’impiego di luce artificiale a una
specifica lunghezza d’onda attiva la sostanza, determinando la morte selettiva
delle cellule tumorali. È una terapia molto efficace che oltre ad avere una
percentuale di risposta altissima dà un eccellente risultato cosmetico. Diversi
studi dimostrano come la terapia fotodinamica porti ad una remissione completa
dei danni da cheratosi attinica e riduca la possibile insorgenza di nuove forme
tumorali con una risposta completa delle lesioni del 70 - 90% a tre mesi”.
“La terapia fotodinamica in day-light - conferma la
professoressaKetty Peris direttore dell'Istituto di Dermatologia
Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico Gemelli di Roma-,ha dimostrato una risposta analoga
alla terapia fotodinamica convenzionale, tra l’89,2% e il 92% dei casi, ed è
stata associata ad una riduzione significativa dell’intensità degli eventi
avversi rispetto alla terapia tradizionale. Recenti studi dimostrano che la
terapia fotodinamica in day-light ha efficacia paragonabile alla terapia
tradizionale a prescindere dalla condizioni climatiche e dalle latitudini a cui
viene praticata. Può essere infatti effettuata sia in condizioni di tempo
soleggiato che nuvoloso, ma non quando piove”.
E a proposito di dati statistici, sono scarsi quelli
relativi all’incidenza della cheratosi attinica tra gli italiani: l’attuale
stima dell’1,5% e del 3% negli ultra-settantenni è considerata ampiamente
sottostimata dagli specialisti. L’incidenza di questa patologia è leggermente
più alta negli uomini, poiché essi tendono a trascorrere più tempo al sole e
ricorrono meno all’uso di filtri solari.
“Una recente analisi di oltre 8.578 cartelle cliniche
ambulatoriali sui fattori di rischio e sull’approccio terapeutico a questa
patologia ha confermato il ruolo dell’esposizione solare nell’insorgenza delle
cheratosi attiniche - afferma la professoressaMaria Concetta Fargnoli -È stata inoltre osservata una
correlazione significativa tra l’insorgenza della patologia e la
fotoprotezione: il 39% dei pazienti che non hanno mai fatto uso di schermi
solari ha sviluppato cheratosi attiniche rispetto al 18% di coloro che ne hanno
invece fatto un uso costante”.
La lesione è comunque solo la punta di un iceberg: oltre
alle cheratosi visibili sono spesso presenti lesioni subcliniche invisibili.
Dal momento che non è possibile prevedere se e quale cheratosi attinica
evolverà in carcinoma invasivo è importante affrontare il problema in maniera
tempestiva. Tra le possibili terapie quella fotodinamica, con una percentuale
di risposta positiva del 70-90%, si conferma uno dei trattamenti più efficaci.
Alcune persone devono prestare particolare attenzione
quando si tratta di esporsi al sole: il rischio è maggiore per i soggetti con
il sistema immunitario compromesso (trapiantati, pazienti sottoposti a terapie
con immunosoppressori, affetti da malattie reumatiche o da malattie
infiammatorie croniche); persone fragili (anziani); soggetti con familiarità o
che già presentano cheratosi attiniche o altri tipi di tumori cutanei
non-melanoma. Ma non solo: anche persone che trascorrono molto tempo all’aria
aperta per motivi professionali (vigili, lavoratori edili, giardinieri,
bagnini, etc.) o per motivi ludici (chi pratica sport all’aria aperta, velisti,
surfisti, ecc.).
“I soggetti a rischio dovrebbero utilizzare
fotoprotettori specifici e non dei comuni cosmetici per proteggere la pelle dai
rischi legati all’esposizione solare. Oggi è disponibile un fotoprotettore
specifico che ha elevate performance protettive e che ha dimostrato di poter
prevenire l’insorgenza della cheratosi attinica -spiegaGiuseppe Argenziano,Professore di Clinica
Dermatologica presso la Seconda Università di Napoli -. La specificità di questo
prodotto è dimostrata da studi condotti proprio sulle categorie più a rischio
che ne hanno provato l’efficacia su un elevato numero di pazienti trattati.
Altre proprietà che rendono specifico questo prodotto sono l’elevato fattore di
protezione e l’indicazione delle quantità da utilizzare al fine di ottenere un
filtro completo nei confronti degli ultravioletti”.
Magazine Informazione regionale
MILANO. Un dispositivo medico per combattere la cheratosi attinica
Creato il 02 luglio 2015 da AgipapressI suoi ultimi articoli
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