Magazine Diario personale

Mirrors.

Da Oliviabluebell
Tempo fa conobbi una bambina, con i riccioli d'oro e gli occhi chiari. Una Shirley Temple de no'artri, potrei dire!Si metteva sul tavolo con la scopa in mano e scimmiottava, cantando e ballando, la Cuccarini e pure la Carrà.Mi faceva troppo ridere quando faceva così.Il tempo passò e lei crebbe...con lei lo fecero il suo culo e le sue tette e questa cosa non la si sapeva mica bene come gestire. Gli altri, in primis, che la vedevano così tanto diversa dalle altre. Lei, la più alta della classe, con queste due sporgenze davanti e dietro. Mah.Come si fa sempre con ciò che è diverso iniziarono a prenderla in giro, senza nemmeno avere un motivo preciso ma solo per il fatto che non era come le altre.Inutile dirvi che lei non capiva, ci rimaneva male e io cercavo di consolarla goffamente, come solo un'altra bambina della sua età poteva fare.Arrivò l'adolescenza e le cose non cambiarono. Lei era sempre un po' diversa dalle altre, il tutto accentuato dal fatto che leggeva libri diversi, ascoltava musica diversa e le piacevano cose diverse.Si chiuse in se' stessa e iniziò a tirare fuori una timidezza che non le era mai appartenuta da piccola. Ci rimaneva malissimo senza comprendere quale fosse la sua colpa. Finché un giorno capì che, se stare sulla difensiva non serviva a nulla, allora bisognava passare all'attacco (Mark Lenders docet): fu qui che iniziò a sviluppare la sua autoironia. Con più gli altri la sfottevano, con più lei si autosfotteva fino ad arrivare al punto in cui gli altri se ne stavano zitti nella loro faccia da idioti alle sue battutine autoreferenziate.E io mi divertivo da matti, perchè di una debolezza ne aveva fatto una forza e la ammiravo.Le cose cambiarono, che si sa che crescendo quelli che da piccola sono dei difetti poi diventan pregi.Incontrò un ragazzo e si misero insieme. Lei era convinta fosse il suo principe azzurro e stavano benissimo, mi raccontava. Lui le diceva che l'amava tanto, che era bella ma...c'era un ma....che bella lo sarebbe stata ancora di più se fosse stata meno diversa.Tutte le volte che glielo diceva, lei rimaneva frastornata.Tutte le volte che me lo diceva, sarei voluta andare da quel ragazzo e dargli quattro cazzotti fino a farlo sanguinare che non si doveva permettere di farle male!Ho sempre pensato che se ami qualcuno lo accetti così com'è, con i pregi e con i difetti, non tenti di plasmarlo su un'immagine.Se non ti piace l'articolo allora prendi e vai via, non le fai così male. Questo era quello che pensavo io.Lei invece non pensava più nulla, non vedeva più i suoi pregi ma solo i suoi difetti ed era sempre a disagio.Quanto mi incazzavo io nel vederla così, ma potevo solo starle vicina. Alla fine loro due si mollarono perchè lui trovò un'altra meno diversa e più comune.Lei stette tanto male e io sapevo esattamente perchè. Non c'era certo bisogno di uno strizzacervelli per capire cosa voleva dire tutto ciò per lei.Una sera, a casa sua, entrai per sbaglio in bagno e la trovai lì. La vidi, la strattonai in piedi, le diedi un ceffone  e le dissi che lei in quella merda non doveva entrarci, che doveva alzarsi e togliersi quelle dita dalla bocca.Mi guardò con gli occhi lucidi e mi rispose che lei non voleva farsi del male ma il peso che aveva dentro era così grande che in qualche modo doveva farlo uscire. Pianse. E io la tenni stretta stretta fino a quando non ebbe finito.Le lavai e asciugai il viso, la guardai negli occhi e le feci promettere che non lo avrebbe rifatto mai più e che l'avrei aiutata io. Si calmò, si diede una sistemata e mi disse "ok".Da quel giorno è passato un bel po' di tempo e lei ora sta molto meglio.L'altra sera è passata dal topolocale e io l'ho accolta dicendole "mamma che gnocca!". Lei mi ha guardata e mi ha risposto "gnocca io? maddeche'! non vedi che c'ho un mocio vileda in testa e mi puzzano pure le ascelle!" e siamo scoppiate a ridere.
Che io glielo voglio dire che lei è una proprio una gran gnocca.Che c'è gente che paga pur di avere le sue tette e la sua bocca. E si mette le lenti colorate per avere quegli occhi lì.Che lei è una di quelle che se ti passa a fianco la guardi, e lei abbassa gli occhi che in fondo in fondo non c'è abituata. Tenera lei. Ma è anche di una bellezza che ha un suo spessore e con cui stai bene dovunque.E vorrei dirglielo guardandola in quegli occhi blu in cui a volte ti ci perdi per vedere spuntare quel sorrisetto malizioso sul suo viso, mentre mi guarda, di riflesso.
"Aren't you somenthing, an original, cause it doesn't seem merely assembledAnd I can't help but stare cause I the truth somewhere in your eyesI can't ever change without you, you reflect me, I love that about youAnd if I could, I would look at us all the timeCause with your hand in my hand and a pocket full of soulI can tell there's no place we couldn't goJust put your hand on the glass, I'll be trying to pull you throughYou just gotta be strong."
Buon compleanno.

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