Magazine Società

Mondo Missionario / News da Makambako (Tanzania)

Creato il 04 febbraio 2011 da Marianna06

Cari amici,

sono in Tanzania da 20 giorni, dopo una parentesi di 35 anni in Italia. Abito a Makambako, distante 700 chilometri da Dar Es Salaam, la città più importante del paese. Anche Makambako è città: conta circa 80 mila abitanti, che superano i 100 mila con le varie frazioni. Una città-paesone, esplosa negli ultimi 8 anni con un intenso e caotico commercio al dettaglio: la gente va e viene in giornata anche dalla campagna, spingendo sull’asfalto biciclette, stracariche di patate, pomodori, cipolle. Poiché le auto e i camion non mancano, il pericolo è costante per i venditori agricoli.

Naturalmente molti commercianti risiedono in città: i negozi sono spesso baracche, con sprazzi di eleganza multicolore. Ma vi trovi di tutto, compresa l’antenna parabolica per la tivù o il cellulare o la penna Vodafone per i collegamenti internet. Però non è detto che funzioni: io, ad esempio, ho enormi difficoltà con la posta e elettronica, a prescindere dalle sospensioni (quasi quotidiane) di elettricità, che durano ore e ore.

Di fronte al mio nervosismo, i compagni missionari, vaccinati contro ogni rottura, sorridono dicendo: “Ricordati che sei in Tanzania”.

 

“Tu come stai?”. È la domanda che, dall’Italia, tutti mi rivolgono via e-mail, quando riesco ad aprire i loro messaggi.

“Sto bene, amici! E vi ringrazio della vostra affettuosa sollecitudine”.

A Makambako di notte si dorme nel fresco, essendo a 1.630 metri di altitudine, cullati pure da sinfonie di chicchirichì o di qualche asino impertinente. Le malariche zanzare (che tanto mi amano)… ci sono, eccome! Tuttavia mi sembrano meno numerose di 35 anni fa.

Al presente la difficoltà maggiore è il kiswahili: non solo devo ripescare le parole finite nel dimenticatoio, ma anche impararne altre, nuove di zecca, copiose come stelle del cielo africano. Finora ho confezionato due predichette (assai meno gesticolate di quelle in Italia).

 

Makambako e le sue 11 frazioni contano circa contano circa 20 mila cattolici, disseminati su un vasto territorio. L’impegno di evangelizzazione è costante, senza trascurare l’altra faccia della missione: la promozione umana.

Parroco è padre Remo (italiano), viceparroco è padre Casimiro (portoghese), mentre il sottoscritto è aiutante. Operano anche cinque suore africane: nella catechesi, nell’ambulatorio-maternità, nell’asilo, ecc.

 

Ovviamente tutte le previsioni, alla partenza dall’Italia, si sono avverate, specialmente quella (pungente) di ritrovarmi bambino, a 68 anni, incapace di parlare.

Il Tanzania,  poi, è interamente e tumultuosamente cambiato, con le piaghe dell’aids e della corruzione politica. (Tuttavia, quanto a malcostume politico, anche l’Italia di Berlusconi non scherza!). I giornali tanzaniani portano alla ribalta imbrogli e “buchi” nelle casse del denaro pubblico e privato! Però non sono tacciati di “comunismo” o di “gogna mediatica”,

come altrove.

 

Makambako è un bel nome: è si collega ad “albero”.

Nei tempi andati a Makambako cresceva un albero speciale, all’ombra del quale gli anziani offrivano pure “sacrifici” agli antenati e pregavano per scongiurare la siccità e ottenere la pioggia.

È una fede che si ritrova ancora oggi, specialmente nei villaggi.

È una fede che si evince anche nelle città italiane, inquinate, dove si attende la pioggia come una liberazione. E qualcuno prega.

In kiswahili si dice: kumtegemea Mungu. Cioè: aggrapparsi e dipendere da Dio, che esige da tutti giustizia, pace e misericordia.

Aggrapparsi a Lui e alla fraternità del Vangelo, che impegna l’intelligenza e il cuore degli uomini e delle donne.

Aggrapparsi a Lui. Non ai soldi o al prestigio. Né al potere.

 

Sono giunto a Makambako in un giorno afoso, con il volto sudato e impastato di polvere rossa. Ho cercato un lavandino, ma ne è scaturito uno spruzzo d’acqua color terra. “È ancora l’Africa di ieri, che non cambia mai!” mi sono detto.

Più tardi ho colto un ragazzo ed una ragazza che camminavano teneramente abbracciati: una scena tabù 35 anni or sono. E mi sono detto.

“Ecco L’Africa di oggi e domani, che è cambiata. L’Africa dei giovani…”.

 Francesco Bernardi

 

Indirizzo:

Consolata Fathers

P. O. Box 1005

Makambako

Tanzania

 

e-mail:

[email protected]

[email protected]

 

 

002

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :