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Montecchi e Capuleti

Creato il 24 gennaio 2015 da Ilnazionale @ilNazionale

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24 GENNAIO – Il fatto che la doppia sfida contro la Juventus – prima la Coppa Italia, poi il campionato – rappresentasse sulla carta un impegno particolarmente proibitivo, trovava tutti d’accordo tuttavia è altrettanto vero che nessuno si sarebbe mai aspettato una doppia figuraccia di tali proporzioni. La squadra gialloblù, alla vigilia intenzionata quantomeno a vendere cara la pelle, è tornata a casa a capo chino, letteralmente seppellita sotto una montagna di ben dieci reti. Per carità non si pretendeva certo chissà quale risultato ma una prova più dignitosa ed onorevole, quella sicuramente si. I ragazzi di Mandorlini sono invece scesi in campo palesando un approccio all’incontro decisamente inadeguato. Lenti, molli, impacciati, a tratti addirittura imbarazzanti. Visto il doppio impegno ravvicinato il tecnico gialloblù ha fatto ruotare un po’ tutti gli effettivi con il chiaro obiettivo di mettere più minuti nelle gambe, soprattutto per chi sino ad ora aveva giocato meno, ma a parte questo non v’è stato purtroppo altro spunto degno di nota. Le due partite, al di là del risultato, hanno confermato il momento di crisi, di gioco e di risultati, che attanaglia da qualche settimana di troppo la formazione scaligera, incapace in terra piemontese di porre la benché minima resistenza al cospetto dei marziani guidati da Massimiliano Allegri. L’aspetto tuttavia più bizzarro di tutto questo è che la doppia sconfitta patita contro i bianconeri sembra aver di colpo scoperchiato il vaso di Pandora gialloblù. Improvvisamente il male più grande sembra essere diventato Andrea Mandorlini. E come tutte le diatribe che si rispettino, in perfetto stile shakespeariano, ecco emergere quasi dal nulla una tifoseria di stampo “manicheo” divisa in due, una parte opposta all’altra. Da un lato i Montecchi, fermi sostenitori del tecnico di Ravenna, dall’altro i Capuleti, veri e propri detrattori, convinti che l’allenatore gialloblù, troppo radicato nelle sue convinzioni, abbia oramai smarrito il filo del discorso, tanto da invocarne addirittura l’esonero. E gli stessi sono quelli che da settimane fanno circolare la voce – per ora senza conferme ufficiali – di una trattativa in corso tra la società di Via Belgio e Francesco Guidolin. Ora, in situazioni di questo tipo, la prima cosa da fare è quella di mantenere equilibrio e razionalità, senza farsi prendere da alcuna frenesia. Ma soprattutto non bisogna scordare che nonostante la sconfitta di domenica sera, l’Hellas ha “virato” a 21 punti, in perfetta media salvezza che rappresenta da sempre il vero obiettivo stagionale. I tifosi del Verona, forse affascinati dal campionato scorso, hanno forse corso un po’ troppo con la fantasia, dimenticando che il campionato tipo del Verona è questo, e non certo quello della passata stagione, caratterizzato invece da un cammino quasi “eccezionale”. In questi contesti le responsabilità – non mi piace parlare di colpe – dovrebbero essere suddivise anche se ahimè il primo a pagare rischia di essere sempre l’allenatore. La soluzione più semplice ma in pochi casi la più efficace. In casa gialloblù comunque, intraprendere la strada del cambio di conduzione tecnica rappresenta a mio avviso in questo momento la strada forse più facile da percorrere ma anche la più sbagliata. E’ importante invece che tutto l’ambiente faccia quadrato intorno alla squadra perché solo così è possibile superare momenti di crisi come questo. Domenica arriva al Bentegodi l’Atalanta ed è contro squadre come quella bergamasca che i gialloblù devono misurarsi per raggiungere i fatidici quaranta punti. Certo qualche risultato di prestigio non farebbe male ma l’importante è mantenere sempre la propria identità senza mai  perdere di vista la propria dimensione e i propri obiettivi. Non me ne voglia il buon Francesco Guidolin, allenatore sicuramente valido ed esperto, ma per ora la porta dello spogliatoio gialloblù deve rimanere “chiusa”..

Enrico Brigi

twitter @enrico_brigi

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