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Mostra dei nuraghi della sardegna a roma

Creato il 22 dicembre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

a cura della Redazione

La mostra dei Nuraghi della Sardegna a Roma

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Il 14 dicembre 2013 è stata inaugurata a Roma, nella cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la mostra “La Sardegna dei 10.000 Nuraghi. Simboli e miti dal Passato“. Si protrarrà fino al 16 marzo 2014.

La civiltà nuragica della Sardegna appare a Roma per la prima volta attraverso un’esposizione di grande fascino, svelando i segreti della civiltà antica che ha realizzato i nuraghi e che dalla Sardegna ha intessuto relazioni culturali e commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo, e anche con l’Etruria meridionale.

Sviluppatasi tra l’età del Bronzo e gli inizi di quella del Ferro (XVII-IX sec. a.C.), la civiltà nuragica prende il nome dal singolare e imponente monumento che la caratterizza, il nuraghe, e spicca nel panorama dell’Europa antica per ricchezza e varietà delle sue manifestazioni culturali.

Tra XVII e XIII sec. a.C. l’occupazione del territorio portò all’edificazione di migliaia di nuraghi semplici e complessi, distribuiti in sistemi abitativi costituiti da cospicuo numero di torri, e di luoghi di culto funzionali al controllo delle risorse. Oggi queste architetture megalitiche, che si ergevano in origine ben al di sopra dei 20 metri, conferiscono al paesaggio sardo un segno inconfondibile. Costruzioni che richiesero un notevole impiego di forza-lavoro, ed erano sede di attività legate all’esercizio del potere , manifestazione evidente della forza e della ricchezza della comunità.

Il profondo cambiamento della civiltà nuragica intorno al XII secolo a.C. interrompe la costruzione di questi monumenti, con una riorganizzazione generale delle comunità in un sistema fortemente gerarchico. In questo periodo i Nuragici ebbero un ruolo da protagonisti e la Sardegna fu al centro di intensi scambi di uomini e merci, punto di transito delle rotte verso Occidente e Oriente. I nuragici, navigatori essi stessi, furono sagaci interpreti di nuove tecniche metallurgiche, apprese, elaborate e quindi ritrasmesse in tutto il Mediterraneo.

In questo contesto culturale le élites, per legittimare il proprio potere, ricorsero al passato illustre e riprodussero il nuraghe sia in pietra, con i  simulacri presenti nei luoghi di culto e nelle capanne delle riunioni, sia in bronzo, come singoli oggetti o come parti di rappresentazioni più complesse quali gli alberi maestri delle navicelle o i cosiddetti “bottoni“, che divengono dei doni cerimoniali.

Il modello di nuraghe diventa il Simbolo di un Simbolo, elemento aggregante della comunità, espressione dell’unità sociale e della forza collettiva. E intorno al modello si crea un importante apparato figurativo, immagine del popolo dei nuraghi e un insieme di arredi e corredi liturgici fondamentali per l’espletamento dei culti e dei rituali, background intorno al quale si crea una tradizione e si realizza il mito.

La Mostra di Villa Giulia è stata suddivisa in quattro sezioni.

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La prima, Immagini di un popolo, ruota intorno ad un documentario (con regia di Roberto Cretton e testi di Franco Campus e Pina Maria Derudas). Le architetture, la vita quotidiana e la sfera del sacro vengono proposti con suggestive scene di fiction e ricostruzioni virtuali, accompagnate da musiche, attraverso una chiave di lettura che mette l’accento soprattutto sugli aspetti sociali e sul ruolo dell’Isola delle Torri, protagonista di primo piano sulla scena mediterranea fra l’età del Bronzo e quella del Ferro.

La seconda sezione, dal titolo I Luoghi e i simboli, offre uno spaccato dei luoghi della civiltà nuragica. Un percorso geografico dal nord al sud dell’isola che interessa le numerose località che hanno restituito il simbolo di questa civiltà: manufatti in bronzo o pietra riproducono in varie dimensioni il nuraghe.

Nella terza sezione, Identità e Orizzonti, si intende sottolineare il ruolo del monumento quale bene riconosciuto sia oggi che nel passato. Due figure di guerrieri, un “pugilatore” e un arciere, riproducono le grandi statue in pietra provenienti dallo straordinario complesso cultuale e funerario di Mont’e Prama. L’allestimento ricrea in scala reale interni di nuraghi, altari sormontati da spade votive ed ambientazioni in un quadro di grande suggestione.

La quarta ed ultima sezione, Simboli e segni della memoria, focalizza l’attenzione sulla funzione che le riproduzioni di nuraghe ebbero nel contesto di origine. Le navicelle votive con l’albero maestro conformato a torre, con animali sulle murate, sono espressione di una narrazione e segni del potere: nuraghi in bronzo, doni cerimoniali, sono funzionali ad instaurare un’alleanza fra uomini e dei. Verranno esposte opere poco note al grande pubblico provenienti dai più importanti musei nazionali e civici della Sardegna.

L’esposizione, rielaborazione di quella sarda “Simbolo di un simbolo” nell’ottobre del 2012 nel piccolo centro di Ittireddu finanziatore dell’evento, e poi ospitata al Museo “G. A. Sanna” di Sassari fino al 30 novembre 2013, è corredata da un catalogo.

L’iniziativa è promossa dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale e dal Comune di Ittireddu e sosterrà la Sardegna colpita dall’alluvione attraverso la Caritas – Parrocchia Nostra Signora De La Salette di Olbia (IBAN IT 42 M 03359 01600 100000069823, causale: EMERGENZA ALLUVIONE OLBIA).

Dal 14 Dicembre 2013 al 16 Marzo 2014 – Roma

Luogo: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Enti promotori:

  • Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale e dal Comune di Ittireddu

Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 4

Telefono per informazioni: +39 06 3226571/ 06 3201951

E-Mail info: [email protected]

Sito ufficiale: http://www.villagiulia.beniculturali.it/

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