Magazine Cultura
Una commedia romantica a testa in giù. Un amore più forte della gravità. Uno Jim Sturgess sempre più bravo, la cui splendida voce in lingua originale lo rende anche un ottimo ed intenso narratore. Una Kirsten Dunst romantica e sognante, in un ruolo che, se non fossi a conoscenza delle sue grandi doti recitative, avrei giudicato perfetto, ma che risulta leggermente troppo lieve confrontato alla sua brillante prova in Star System e nel teso dramma sentimentale Love & Secrets. I singoli fotogrammi sembrano usciti dalla camera oscura di un visionario fotografo. Prendete Underwater di Mika, un capolavoro di Frank Miller e la suggestiva pubblicità dello Chanel n°5 interpretata dall'angelica Nicole Kidman. Inserite un amore rigorosamente impossibile, audace e folle. Otterrete uno spettacolo per gli occhi in grado di ammaliarci per 100 minuti. Si sorride, si corre tra un opposto e l'altro ancorati al giovane protagonista, ma, a sorpresa, non c'è l'aspettato struggimento che avrebbe potuto rendere Upside Down più tragico, ma anche più memorabile. Il lato estetico, forse, prevale su tutto il resto, togliendo al film la spettacolarità di una trama più complessa e approfondita. Ma non posso dire che Upside Down non mi sia piaciuto, no. Non è Inception – film che mi era venuto alla mente immediatamente, vedendo l'affascinante e fantasioso trailer – ma soprattutto se si ha uno spirito romantico e la voglia di emozionarsi un po', si troverà all'interno del film un bel “perché”. Restano un'ora e mezza scorsa via piacevolmente, una colonna sonora ricca e originale che vuole la protagonista alle prese con un sensuale tango, una fotografia tanto bella da lasciare senza fiato - con gli occhi che si perdono in quei vortici di nuvole blu alla Van Gogh e in quei rossi tramonti che mettono in evidenza il più microscopico granello di polvere, luccicante come oro - ed il candore dei meravigliosi sorrisi dei protagonisti, impegnati in alcune scene nei baci più emozionanti e spettacolari di sempre.
C'erano una volta due bambine – senza mamma, padre, famiglia - ed una casa nel bosco.Per cinque lunghi anni, la natura le aveva cresciute. E una presenza le aveva protette, amandole con carezze invisibile e nutrendole con provviste infinite di dolci ciliegie.Poi, ritrovate dopo mesi e mesi di ricerca, erano state portate via. Dal fitto di una foresta incontaminata alla dura realtà; realtà in cui avevano uno zio e una zia affettuosi, libri, vestiti e giocattoli veri, ma non lei. La loro Mamma. Un essere tanto premuroso, quanto crudele. Un'entità capace sia di carezze, sia di uccidere senza rimorso alcuno. Eppure lei, la sua oscurità e le sue falene svolazzanti erano riuscite a seguire le due sorelle nella loro nuova casa. Le piccoline, felici per la sua silenziosa vicinanza, erano al sicuro. Finalmente. I loro nuovi genitori no. Nella vita di Victoria e Lily c'era posto solo per una madre. Dopo una serie di fortunati corti cinematografici, il regista Andrés Muschietti esordisce in grande stile, con una pellicola che trasuda professionalità, passione e talento da ogni fotogramma. A fargli da garante in questo suo primo horror, un produttore d'eccezione. Lo straordinario Guillermo Del Toro, che a mio dire ha raccolto tra le sue mani lo scettro del re Tim Burton dai tempi dello splendido Il labirinto del fauno.Il suo nome non si limita semplicemente a starsene fermo sulla locandina. Ovunque ci sono tracce di lui, della sua lugubre fantasia, della spaventosa e drammatica poesia che è in grado di creare in ogni storia. Merito suo anche il vedere, al servizio di un giovane regista, la lanciatissima Jessica Chastain (The Help, Zero Dark Thirty), per la quale ogni film è una tappa obbligatoria agli Oscar. Senza la sua lunga chioma rossa e la sua consueta raffinatezza, veste i panni dell'eccentrica Annabel, ma la sua indiscutibile bravura e la sua grazia da diva d'altri tempi non sono state intaccate dalla tinta nera, dal taglio da maschietto e dai rockettari tatuaggi sulle braccia.Lei è brava, come lo sono le due piccole e inquietanti protagoniste. Giocano con un fantasma, sentono sussurri nelle pareti, inquietano lo spettatore e, alla fine, gli disintegrano un pezzetto di cuore.Troverete in abbondanza i cliché del genere; se avete amato, tuttavia, The Orphanage, The Others e The Intruders potete capire cosa voglio dire.Solo gli spagnoli sanno farlo. Prendere una vecchia storia di spettri, boschi e bambini e renderla grande cinema. Questo film è un incantesimo che fa tremare, commuovere ed emozionare, facendoci sussultare sulla nostra poltrona un po' per la paura ed un po' per il batticuore. E' magia. Magia oscura, forse. Ma sempre magia.
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Inviato il 06 marzo a 16:37
concordo la prima parte del film è ben sopra la media...poi va perdendo ....fino al lieto fine...scontato e affrettato
Inviato il 06 marzo a 15:41
L'idea è ottima, la suspanse anche come gli attori...l'intreccio purtroppo è abbastanza sempliciotto... un film da una sera e via, da vedere cmq.