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Music to light your joints to #9 – Satana al supermarket

Creato il 10 dicembre 2013 da Cicciorusso

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La fine dell’anno si avvicina e tutti i nerd del mondo si dedicano al loro gioco preferito: assemblare il listone di fine anno. La ricerca della playlist perfetta è quindi la scusa che attendevamo per propinarvi qualche altra delizia del pastone droga, satana e disagio che per qualche motivo (coma etilico?) ci eravamo dimenticati di segnalarvi. Come spesso accade, cominciamo partendo con un po’ di roba della Rise Above Records che nel 2013 festeggia il suo venticinquesimo compleanno con una serie di uscite piuttosto grosse. Tra le cose migliori in assoluto di quest’anno c’è sicuramente The Eldritch Dark, disco numero tre per i favolosi Blood Ceremony. La band forse stilisticamente compie un passo indietro, spinge molto sul folk del primo album e rinuncia all’impatto che aveva reso Living With The Ancients mio album preferito del 2011 ma, insomma, i brani sono talmente belli che alla fine la confezione sonora riveste un’importanza abbastanza relativa. The Eldritch Dark ha tutto quello che serve per far sbavare noi farlocchi dopolavoristi dell’occulto: stregoneria di campagna, rituali di morte, Oliver Haddo, le tre sorelle… (ricordate il finale del primo dei Witchcraft?). La favolosa Alia O’Brien ci accompagna in mondo antico sussurrando suadente dolci parole quali: death, blood, demon, black magic e altre squisitezze. Penso di essere innamorato, bramo essere vittima di un qualche suo rituale e ho incominciato ad importunarla su Facebook chiedendogli di spedirmi un po’ del suo sangue. Insomma, se ancora non l’avete ascoltato, lo dovete prendere assolutamente.

Band per certi versi simile (hanno una femmina dietro il microfono) sono i britannici Purson che, dopo qualche singolo e una bella performance al Roadburn di un paio di anni fa, finalmente riescono a far uscire il primo album. The Circle And The Blue Door abbraccia in maniera forse eccessiva le suggestioni folk, tanto che, fatta salva la solita retromania, forse siamo quasi fuori genere riguardo ai canoni dell’etichetta. Il conte Max dice che questo è il classico disco che metti su quando non sai bene cosa vuoi sentire e non sei troppo dell’umore di scapocciare. Sono abbastanza d’accordo, i ritmi cadenzati e il fatto che sia una cosa un minimo tranquillina ne fa il perfetto accompagnamento per serate da gran signori in cui si legge qualche mattone di Martin sorseggiando una tazza di tè. Sarebbe interessante vederli nel futuro alla prova con un album più elettrico perché negli episodi più tirati dimostrano di averne parecchio (provare con Spiderwood Farm).

Archiviato il capitolo donnine è bene tornare a bomba sul culto del sangue e della violenza efferata, quindi su quel parto abominevole chiamato Church Of Misery, ossia la band concettualmente migliore mai inventata dall’uomo. La provenienza nipponica, la venerazione sabbathiana, la glorificazione degli assassini seriali, tutti elementi che sembrano assemblati insieme da un qualche genio del marketing satanico. Un prodotto nato per generare consensi alle campagne anti rock del cardinale Tonini. Thy Kingdom Scum è l’ennesimo titolo genialata dopo chicche quali Master Of Brutality e Houses Of The Unholy. L’album vede la formazione ampiamente rimaneggiata (102esimo cantante?) ma assai continua nei meschini intenti: riff a catena, urlacci, mazzate in faccia. Sempre la solita roba, sempre fichissima. La cover dei Quatermass (One Blind Mice) e il finalone di adorazione iommiana di The Dusseldorf Monster sono la consueta pozza di sangue. E ora tutti a sgozzare gatti per strada.

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Tutti questi bei personaggini, coadiuvati da altra gentaccia fra cui Horisont, Troubled Horse e Uncle Acid saranno protagonisti di un già epico show celebrativo per l’anniversario dell’etichetta il 27 e 28 dicembre a Londra, grandi assenti saranno però gli Electric Wizard che pare siano ai ferri corti con la label per beghe legali di qualche tipo (se sapete il portoghese, potete leggere la cosa direttamente qui). Una faccenda abbastanza amara poiché siamo da sempre abituati a considerare le due entità come inscindibili. La band di Jus Osborn (con Mark Greening rientrato a tempo pieno) pare abbia un album bello e pronto che però Lee Dorrian gli impedisce di pubblicare; la mia unica spiegazione è che sono tutti una banda di scoppiatoni e con gente così poco lucida ci vuole poco a creare malintesi. Staremo a vedere.

If You Have Ghost fresco ep ‘natalizio’ dei raccapriccianti Ghost (B.C.) conclude la carrellata degli orrori per questa puntata. Prodotto da Dave Grohl, contiene alcune cover piuttosto riuscite di brani fuori tema. Ci avevano preso tempo fa con Here Comes The Sun dei Beatles e ci riprovano oggi con roba tipo Abba, Depeche Mode e Rocky Erickson (autore che pare in genere particolarmente apprezzato dai neo-occultisti scandinavi, date un occhiata a questa meravigliosa Sweet Honey Pie). L’uscita suggella l’annata memorabile per il gruppo svedese che già in primavera aveva fatto uscire l’ottimo Infestissumam e che in seguito è stato in tour praticamente ovunque, incluse performance in svariati dei più grossi festival estivi. Papa Emeritus vi abbraccia tutti, che le sue parole vi siano di guida mentre spendete quattrini in inutile ciarpame per festeggiare il santo natale.



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