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Nasce CINEMA FVG il coordinamento delle realtà cinematografiche regionali del Friuli

Creato il 07 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

CINEMA FVG è appena nato ma già punta ad un traguardo ambizioso, riunire tutte le principali realtà che si occupano di cinema all’interno della nostra Regione, per fare sistema e poter così rappresentare al meglio l’importanza e le esigenze di uno dei comparti più significativi dell’”industria culturale” che costituisce una delle grandi ricchezze del Friuli Venezia Giulia.

Si chiama CINEMA FVG ed è stato tenuto a battesimo qualche giorno fa come il primo, effettivo ed organico coordinamento regionale in grado di raggruppare le diverse anime che hanno saputo costruire, in questi anni, una rete di offerta cinematografica capillare e di qualità. Un vero e proprio “sistema cinema” come è stato definito chiamato nel Libro Bianco pubblicato alla fine del 2009 e da cui questo coordinamento in qualche modo deriva.

Il coordinamento CINEMA FVG ha in programma di presentarsi ufficialmente a breve al neo Assessore alla Cultura De Anna, con cui è stato fissato un incontro nei prossimi giorni, alla vigilia di un appuntamento fondamentale come quello della finanziaria regionale. Un confronto fortemente voluto anche per difendere le risorse in favore del settore che, dopo i pesanti tagli operati lo scorso anno che hanno sfiorato il 20%, vanno assolutamente reintegrate, pena il rischio di vedere compromesso definitivamente quel sistema culturale che ha sin qui prodotto qualità e ricchezza. E la preoccupazione degli organismi che compongono CINEMA FVG è rivolta al momento soprattutto ad un nuovo taglio delle risorse di settore previsto dalla finanziaria per circa 560.000 euro, pari al 19% del totale: una riduzione che metterebbero definitivamente in crisi il comparto, provocando conseguenze allarmanti non soltanto sotto il profilo della delle attività ma anche e soprattutto sul piano occupazionale e delle professionalità specifiche.

La realtà delle associazioni cinematografiche regionali rappresenta infatti un sistema complesso e articolato, che negli anni Duemila ha preso forma attorno alle linee strategiche definite dalla L.R. 21/2006 e si è strutturato in base a tre punti cardine:

- l’importanza dei festival come forme altamente qualificate e originali di manifestazioni del territorio, non soltanto per la vita culturale ma anche per la promozione della crescita sociale, economica e turistica del Friuli Venezia Giulia: grandi eventi come il Far East Film a Udine, Le Giornate del Cinema Muto a Pordenone, Trieste Film Festival, Maremetraggio e Science+Fiction a Trieste, Premio Sergio Amidei a Gorizia, costituiscono a tutti gli effetti alcune delle punte più avanzate nel panorama delle iniziative cinematografiche italiane, con una risonanza che va ben al di là dei confini nazionali;

- la sistematicità del lavoro di conservazione e diffusione dell’arte cinematografica e di valorizzazione del patrimonio filmico di interesse regionale, attraverso l’esperienza della Cineteca del Friuli e l’Archivio Cinema FVG, e sulla base dei servizi ai cittadini offerti dalla rete della mediateche pubbliche nelle quattro città capoluogo;

- la continuità dell’opera degli enti di cultura cinematografica come espressioni del tessuto culturale nei centri cittadini, per la promozione del cinema di qualità: iniziative consolidate come Lo Sguardo dei Maestri, programmi di film in lingua originale e di classici da cineteca, rassegne monografiche a tema, cicli di proiezioni all’aperto durante l’estate, con modalità di accesso popolari e facilitazioni per il pubblico degli studenti, formano l’ossatura di un’offerta culturale che produce ogni anno in regione centinaia di appuntamenti e proiezioni.

Un sistema di eccellenza che punta a fare della settima arte un’esperienza culturale a 360 gradi, non limitandosi a proporre la semplice visione del film ma organizzando incontri, dibattiti e approfondimenti per stimolare il ruolo attivo di un pubblico che si dimostra sempre più consapevole e coinvolto.

Ma il comparto cinematografico regionale si fonda anche su una realtà fatta di associazioni, tutte senza finalità di lucro, che gestiscono ben 37 schermi (sugli 86 presenti in regione) per un incasso al botteghino pari ad oltre il 30% dei 14 milioni di euro all’anno spesi per andare al cinema in Friuli Venezia Giulia, con 2,5 milioni di biglietti venduti nel 2008: una gran bella cifra, che non solo colloca la nostra regione fra quelle con la maggiore attrattività per il pubblico, ben al di sopra della media nazionale, ma che a sua volta provoca un indotto economico dal valore stimato in circa un milione di euro, a cui si somma l’impatto turistico e promozionale che portano con sé i grandi festival.

Ecco perché la definizione di “industria culturale” non è affatto fuori luogo – spiegano dal coordinamento – visto che il cinema regionale è anche questo visto il suo significativo impatto, oltrechè dal punto di vista sociale e culturale, anche da quello economico ed occupazionale. Tra le diverse professionalità del settore (proiezionisti, amministrativi, programmatori, addetti stampa oltre a esperti di formazione e didattica, ecc.) risultano infatti occupate oltre 240 persone, di cui più della metà nel circuito culturale, cioè in quella parte di sale d’essai, o assimilabili, che operano sul territorio con criteri che non possono essere considerati meramente commerciali perché orientati a privilegiare un’offerta di qualità.

Se qualcuno ha affermato che con la cultura non si mangia, è doveroso ribadire, invece, che la cultura è il cibo dell’anima, la cultura si mangia con lo spirito, con la mente e con il cuore. Chi fa cultura vive anche di questo, è una vocazione ma anche una professione, che richiede sacrifici ed esige di migliorare se stessi ogni giorno. Quando il pubblico è partecipe di un’esperienza artistica, quando assiste ad un film migliora se stesso, il suo rapporto con gli altri, il suo modo di essere un cittadino.

Una città, una regione, senza cinema è un luogo senza stimoli anche per le future generazioni. Per questo i cinema, e le manifestazioni ad esso collegate, devono restare aperti e operanti il più possibile, ogni giorno fare più spettacoli e non meno e offrire un servizio alla società. E l’Ente Pubblico ha il dovere civile di sostenerli.


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