Magazine Basket

NBA Finals: non sarà solo Curry contro James!

Creato il 04 giugno 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
NBA Finals 2015 - © 2015 Twitter/NBA

NBA Finals 2015 – © 2015 Twitter/NBA

Sale l’attesa per le NBA Finals 2015 tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers, la miglior squadra in assoluto della stagione contro quella che ha fatto il maggior miglioramento nei playoffs, dove la presenza di LeBron James è stata per forza di cose determinante. Ovvio che in copertina ci vada il duello tra il Re e Stephen Curry, la stella di GSW giustamente premiato come MVP stagionale. Ma a fare la differenza saranno gli altri, il supporting cast: da una parte Klay Thompson, Draymond Green e Harrison Barnes, oltre alla panchina, dall’altra Kyrie Irving, i tiratori Shumpert e Smith, e i lunghi Mozgov e Thompson. Ah, i due coach, Kerr e Blatt, sono debuttanti assoluti…

Curry vs James

Come dicevamo, in vetrina ci va il duello tra Stephen Curry, il giocatore più emozionante e bello da vedere probabilmente dell’intera NBA, e LeBron James, il Re, uno dei più forti di sempre. Steph, MVP stagionale, ha già battuto nei playoffs nell’ordine Anthony Davis, Marc Gasol e James Harden, tre del primo quintetto di cui anche lui e LBJ fanno parte. Sono primi nei playoffs per Usage Rate (percentuale dei possessi usati rispetto al totale di quando è in campo): 36,4% LeBron, 31,1% Steph, col secondo superiore nella percentuale reale (57,6 a 44,5 %) mentre il primo ha la metà dei canestri assistiti (25,5 a 49,3 %). Curry gioca quasi meglio lontano dalla palla, soprattutto per uscire dai blocchi e tirare da tre (ricordare il 92% nei playoffs dall’angolo sinistro), James ha bisogno di averla molto in mano per essere determinante.

Una delle chiavi per i Warriors potrebbe essere quella di difendere forte sui tiratori e obbligare il Re a tanto isolamento, cosa che va a scapito dei Cavs ma che GSW ha in faretra con difensori come Green, Barnes e Iguodala in primis. James ha totalizzato 140 isolamenti in post season, tirando col 32%: in generale sta concludendo con basse percentuali (23%), 5 su 45 da tre e 21 su 97 da due nei pull-up shots.

I tiratori

Importante sarà vedere come stanno le due “spalle” forti, ovvero Klay Thompson e Kyrie Irving, due che in regular season hanno scollinato anche i 50 punti e sono finiti nel terzo quintetto NBA. Klay si è procurato una commozione cerebrale in gara 5 coi Rockets e vedremo come starà in campo dopo il via libera dell’NBA per giocare mentre Kyrie soffre di una tendinite al ginocchio causata da un problema alla caviglia che lo hanno limitato parecchio nei playoffs. Se l’ex Duke sta bene può essere letale visto che è il migliore nei playoffs nei tiri non contestati, l’80.2 di percentuale reale (6 su 12 da due, 19-31 da tre).

I Cavs puntano molto su loro tiro da tre punti e decisivi diventano i vari JR Smith, Iman Shumpert e James Jones sugli scarichi di LeBron. Smith si prende quasi 8 tentativi a partita e li converte col 39%, Shumpert ne tira 5 a sera col 37%. I due ex Knicks eccellono però in altre categorie statistiche: con Smith in campo i Cavs segnano 111.5 punti su 100 possessi mentre con Shumpert segnano 13.8 punti in più su 100 possessi.

#NBAFinals la @NBA dà il via libera a @KlayThompson dopo la commozione cerebrale. La guardia dei @warriors disponibile per gara 1 coi @cavs

— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) June 2, 2015

Green and Tristan factor

I giocatori che più possono fare la differenza, e che a inizio stagione non erano previsti ad un impatto del genere, sono Draymond Green e Tristan Thompson. I due sono quelli che cambiano fisionomia alle squadre, potendo giocare anche da centri in un quintetto undersized, che vedremo spesso e volentieri. Green può marcare almeno 3 ruoli – lo vedremo spesso su LeBron – va a rimbalzo, porta palla e tira da tre, mentre il canadese è una trottola sotto entrambi i ferri, è un animale a rimbalzo e ruota e cambia contro chiunque.

L’ex Michigan State è decisivo e imprescindibile, lo dicono i numeri: +13/100 possessi con lui in campo, -8.5/100 con lui in panchina, il più alto Net Rating – 21.5 – nei playoffs. Questo anche se sta tirando male, 26% nelle conclusioni non contestate. Invece Thompson nei playoff comanda la speciale classifica dei rimbalzi d’attacco, non a caso: ha preso il 13,4% dei rimbalzi offensivi disponibili.

.@warriors made the most of their 2012 draft, taking Barnes 7th, Ezeli 30th and Green 35th on a productive evening. pic.twitter.com/VWA1cUpEf7

— NBA Draft (@NBADraft) June 1, 2015

Gli altri

Golden State sulla carta ha un roster più lungo e profondo, in ogni ruolo: Livingston e Barbosa, Barnes e Iguodala, Bogut e Ezeli, più David Lee e Marreese Speights. Ezeli è cresciuto tantissimo ed è stato anche più efficace di Bogut, per mobilità e incisività in attacco. Livingston può creare miss match, la duttilità di Iguodala e Barnes può essere decisiva e sono pure ottimi difensori oltre che trattatori della palla. E l’esperienza di Barbosa può essere utile. Iguodala brilla nel rapporto assist/palle perse, 6.38 (51/8) ed è nei top five per percentuale nella restricted area con Barnes e Bogut con l’80%, il 76.9% e il 73.9% rispettivamente.

Cleveland, va ricordato, è sempre senza Kevin Love, oltre a Varejao, ma può contare su due elementi solidi come Timofey Mozgov e Matt Dellavedova, oltre ai già citati in precedenza. Il play australiano è stato anche accusato di essere sporco per alcune giocate di “grande intensità” ma la sua voglia, la sua determinazione e la totale assenza di paura possono essere decisive in gare così importanti come le Finals. Blatt potrebbe metterlo in marcatura su Curry è darebbe certamente grande fastidio all’MVP. Il russo è il rim protector che cercavano ma in generale la sua difesa è di notevole importanza, oltre che in attacco dove col jumper può far pagare i raddoppi su James e dare una mano a rimbalzo. Con Mozgov in campo i Cavs concedono appena 92.9 punti su 100 possessi, il miglior rating difensivo di tutti i playoffs.

Rookie coach

E poi loro, i coach debuttanti. Sulla carta la pressione è tutta su David Blatt, discusso fin dalla prima gara della regular season e più volte delegittimato da LeBron James anche nei playoffs (vedi gara 4 a Chicago coi Bulls). L’allenatore nato a Boston ma israeliano d’addozione ha vinto un’Eurolega col Maccabi Tel Aviv, un bronzo olimpico con la Russia e svariati altri trofei in Europa, ma non ha la minima esperienza a questo livello NBA.
Kerr è addirittura alla prima esperienza assoluta da capo allenatore ma paradossalmente ha vissuto una vita NBA che ha pochissimi eguali: ha giocato e vinto titoli coi Bulls di Phil Jackson e con gli Spurs di Gregg Popovich, ha fatto il general manager ai Suns e il commentatore televisivo. Ha una tranquillità e un controllo incredibili, i suoi giocatori lo adorano e le mosse Green e Barnes in quintetto sono state determinanti.
Lo scorso anno, prima dell’inizio dell’estate, Kerr voleva Blatt nel suo staff ai Warriors: ora si giocano l’anello nelle NBA Finals!

Steve Kerr & David Blatt will face off against each other. Only other time 2 rookie coaches met in Finals was 1946. pic.twitter.com/DDUfrxloS7

— NBA on ESPN (@ESPNNBA) May 28, 2015

 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :