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Ndrangheta e voto di scambio: arresti nel cosentino

Creato il 23 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Concorso in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione: nel cosentino sono finiti in manette diversi politici ed esponenti della ‘ndrangheta locale.

Stamane all’alba i Carabinieri di Cosenza hanno fatto scattare un’operazione che ha portato a una serie di arresti, in tutto una decina, coinvolgenti uomini a vario titoli coinvolti nelle istituzioni calabresi e cosentine accusati di collusione con la ‘ndrangheta locale. Con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro hanno emesso provvidementi di arresto nei confronti, tra gli altri, del Sindaco del Comune di Rende (CS), Umberto Bernaudo, e di due ex consiglieri regionali, Rosario Mirabelli (Ncd) e Sandro Principe (Pd), quest’ultimo già ex sottosegretario al Lavoro. In manette anche diversi esponenti delle famiglie della ‘ndrangheta locale Patitucci, Lanzino, Abbruzzese e Bruni.

I Carabinieri hanno messo a segno un colpo contro la 'ndrangheta nel cosentino. Photo credit: Metropolico.org via Foter.com / CC BY-SA

I Carabinieri hanno messo a segno un colpo contro la ‘ndrangheta nel cosentino. Photo credit: Metropolico.org via Foter.com / CC BY-SA

Secondo gli inquirenti gli arrestati, in tutto una decina, avrebbero costituito un collaudato sistema politico-mafioso, attivo sin dalla fine degli anni Novanta, consistente nello scambio di favori alla cosche in cambio del supporto dei clan in caso di chiamata alle urne. Questa sorta di “patto elettorale” avrebbe interessato le elezioni comunali per il Comune di Rende tra il 1999 e il 2011, quelle per il Consiglio Provinciale di Cosenza (2009) e per il Consiglio Regionale calabrese nel 2010. Per effetto dell’accordo, le più influenti famiglie della ‘ndrangheta dell’alto cosentino si sarebbero federate, con il beneplacito di esponenti incarcerati in regime di 41bis, per la spartizione dei favori derivanti dalla collusione con i politici: affidamento in gestione di locali pubblici comunali, assunzioni nelle  società “municipalizzate”, destinazione di finanziamenti pubblici per creare cooperative.

Secondo quanto appurato nel corso delle indagini, proprio l’ex sottosegretario Principe, uomo forte del Partito Democratico in provincia di Cosenza, avrebbe ricoperto il ruolo di interlocutore privilegiato tra la ‘ndrangheta e la politica locale. Già negli anni Novanta Principe era stato inquisito e prosciolto dall’accusa di voto di scambio e, nel 2004, aveva subito un attentato per una questione di interessi politici, salvandosi miracolosamente.

di Andrea SEVERINA

Tags:Calabria,carabinieri,cosenza,ndrangheta,Rende,Sandro Principe,Umberto Bernaudo,voto di scambio Next post

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