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Nei musei del Bel Paese. “La ragazza con l’orecchino di perla”

Creato il 11 febbraio 2014 da Lundici @lundici_it
Come vivrò senza la Tazza con la Ragazza?

Icona pop, come la Barbie – come Che Guevara, Mao o Marilyn sulle magliette. La Ragazza col turbante o Ragazza con l’orecchino di perla (1665) si è installata a Bologna, dove resterà fino al 25 maggio. Già venduti oltre 100 mila biglietti. Tutta fuffa? Ci arrivo a piedi in mezzora, io vado.Di che genere di operazione si tratti lo ha spiegato Philippe Daverio sull’Huffington Post. Non possiedo né l’acume né le qualifiche necessarie per affrontare e approfondire il fenomeno delle “mostre-evento”; capisco –  nel mio minuscolo – che a volte si tratta veramente di una straordinaria occasione per avvicinarsi a un artista o un movimento e conoscerli, a volte si riducono a una conveniente operazione di marketing con sfida all’ultimo gadget: la divulgazione è sempre banalizzazione? Di sicuro, queste mostre sono un fenomeno in cui all’amore per l’arte si fonde la promozione turistica delle città ospitanti – una fusione virtuosa per entrambi, si spera.

Volete vederla, questa Ragazza? Perché avete letto il libro di Tracy Chevalier e visto il film con la Scarlett? O addirittura perché negli anni Novanta avete visto Tutti i Vermeer a New York di Jan Jost e in quegli anni dorati oltre che con il grunge siete andati in fissa anche con Johannes (per gli amici Jan) Vermeer? Se sì, Bologna è prontissima ad accogliervi (ho già scritto che il quadro è un’icona pop?).

La Ragazza ci accoglie in Via Manzoni

La Ragazza ci accoglie in Via Manzoni

Dove, quando, quanto
Sede dell’esposizione “La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt – Capolavori dal Mauritshuis” è Palazzo Fava  (Via Manzoni 2, ora anche Palazzo delle Esposizioni), accanto al Museo Civico Medievale (Via Manzoni 4, caldamente consigliato): pieno centro di Bologna, dalla stazione ferroviaria meno di mezzora a piedi. Se siete in auto, un comodo parcheggio è quello interrato sotto Piazza 8 Agosto (a pagamento, manco a dirlo: per i parcheggi nel centro di Bologna, guardate qui ). Per acquistare i biglietti online o al telefono, le pagine giuste sono quelle di lineadombra, azienda con sede a Treviso che gestisce eventi espositivi dalla metà degli anni Novanta, sotto la direzione di Marco Goldin. Il biglietto per la visita alla sola mostra costa 13 euro (biglietto con prenotazione di fascia oraria, alcune riduzioni per giovani, anziani e studenti), aumenta a 18 euro se si sceglie di approfittare dell’opzione di visita alle altre sette sedi museali di GenusBononiae, “percorso culturale, artistico e museale articolato in edifici nel centro storico di Bologna”: sia chiaro, non è che dovete vederle per forza tutte, ma magari vi va di approfittare e visitare il nuovo Museo della Storia di Bologna o il Compianto su Cristo Morto di Niccolò dell’Arca in Santa Maria della Vita (quest’ultimo, comunque, si visita gratuitamente). Ovviamente, i biglietti per la mostra si acquistano anche in loco, ma stanno andando via come il pane fresco, regolatevi.

Ma poi, ci siete mai stati in gita a Bologna? Complice la Ragazza, magari vi punge vaghezza di passare qualche giorno in questa meta turistica consigliata recentemente nientepopodimeno che dall’Indipendent e gastronomicamente celebrata da Forbes qualche mese fa in un dettagliato e calorico reportage (in tempi di crisi ci si bulla dei tortellini: più grassa che dotta?) Allora, sfogliate le pagine web di bolognawelcome.com (sappiatelo, il posto in cui si mangia meglio è casa mia, ma non invito nessuno).

E una bella gita a Bologna?

E una bella gita a Bologna?

Utilità: accessi, acquisti e compagni di viaggi
Completamente restaurato dopo il suo acquisto nel 2005 da parte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Palazzo Fava è accessibile ai disabili, grazie a rampe e ascensori. A pianoterra, biglietteria, guardaroba e un piccolo bancone-shop con gadget e cataloghi (non accessibile dall’esterno, quindi, fate incetta di tazze, gomme e temperini finché siete lì dentro, altrimenti siete destinati a trascorrere la vita nel rimorso). A fianco dell’ingresso, prima del Museo Civico Medievale, c’è il bar, al momento non accessibile dall’interno del Palazzo. Molto attento il personale di sorveglianza nelle sale, che erano affollate, sì, seppur ancora non tanto da farmi invocare una immediata apocalisse. Audioguide: sei euro per il commento per adulti,  quattro per il commento per bambini (molto gradito dalla minorenne che mi accompagnava).

La mostra. Che cosa c’è e perché
Innanzitutto, il contenitore, cioè Palazzo Fava, magnificamente affrescato al piano nobile da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci. Al secondo piano, potrete ampliare la visita grazie ad Attorno a Vermeer, esposizione che raccoglie una cinquantina di opere di 26 artisti italiani contemporanei ispirate ai lavori del pittore olandese; ma a questo piano nobile, si trovano le sei sale che ospitano la vera mostra. Sono 37 i quadri grazie ai quali si suppone che i visitatori si faranno un’idea dell’età dell’oro della pittura olandese. È per questo altruistico scopo di acculturarci sulla pittura olandese che la Ragazza e i suoi compagni (tra cui il Ritratto di uomo anziano di Rembrandt ) sono arrivati a Bologna? Gli amici olandesi si sono sacrificati per amore nostro?

Tutte le Ragazze amano le perle

Tutte le Ragazze amano le perle

No, questa mostra è sostanzialmente frutto di una bella pensata (non è una novità, eh). Tutte le opere ora a Palazzo Fava risiedono a L’Aia, al Mauritshuis, chiuso dal 2012 fino al prossimo giugno per ristrutturazione e ampliamento. Dunque, invece di lasciare poltrire le opere durante i lavori, le hanno mandate in tour tra gli Stati Uniti, il Giappone e Bologna. Come se voi decideste di risistemare casa e mandaste i figli in tour, che ne so, dai cugini in Abruzzo, dagli zii a Taormina e poi dai nonni a Lizzano in Belvedere. Ben bene assicurati e ricavandoci anche un po’ di verdoni, credo. Sarebbe comodo. N.B.: solo una parte delle opere del Mauritshuis è in tour, oltre cento opere sono rimaste a L’Aia, al Gemeentemuseum  (che è come dire, che dai parenti ci mandate un figlio su tre, perché appioppare tre figli ai parenti sarebbe esagerato).

Ragazza in vetrina, tra i cosmetici

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