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Nekopara Vol. 1 – Quando il Moe Abbraccia la Zoofilia

Da Videogiochi @ZGiochi
di Jacopo "ED64" Retrosi

L’apertura di Steam al mercato orientale ha concesso un’opportunità a numerose visual novel soggette all’isolamento in terra nipponica di lasciarsi apprezzare anche dalle nostre parti. Si tratta di un fenomeno piuttosto recente, ma già possiamo coglierne i frutti, come perle del calibro di Planetarian, eden*, o i due Narcissu (gratis per la cronaca), opere che ambiscono a narrare una storia coinvolgente e a suscitare forti emozioni nel lettore, e al tempo stesso anche quel peculiare sottogenere tanto caro al MOIGE, ovvero i galge, dai dating sim più “casti”, passando per ecchi non troppo spinti, fino ad eroge, privati per l’occasione del loro contenuto 18+ nel rispetto delle politiche Valve. Ci sarebbe molto da dire a proposito di questo vastissimo microcosmo e delle sue mille sfumature, specie considerando il mare di ignoranza che circonda l’argomento, tuttavia per ora vi basti sapere che Nekopara Vol. 1, disponibile sullo store da circa un paio di settimane, appartiene all’ultima categoria da noi menzionata. Domanda a sorpresa: secondo voi, quando ogni elemento di un titolo del genere è subordinato ad un tema in particolare, ludico o meno, cosa resta una volta che questo viene improvvisamente rimosso? Pochetto; basteranno dunque una narrazione stereotipata, un setting bizzarro e tanto, tanto moe a risollevare le sorti della gattara di NEKO WORKs? Scopriamolo, ma con un occhio di riguardo alla versione integrale…

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NEKOMIMI MAIDO!… ODIAMIMIMOKEN

“Ogni volta che del denaro viene speso per acquistare delle armi, vengono tolti fondi alla ricerca per la creazione di perfette ragazze con le orecchie da gatto”; bazzicando per le community più nonsense della rete può capitare di imbattersi in commenti esilaranti come questo quando salta fuori l’argomento “nekomimi”, tuttavia semmai in un qualche universo parallelo una tale scemenza avesse un fondo di verità, la realtà che immaginiamo non sarebbe poi tanto diversa da quello di Nekopara. In questa ridente (?) società al fianco degli umani troviamo le catgirl, esteriormente simili a delle comuni ragazze, se non appunto per le grandi orecchie a punta e la coda (e un viso leggermente distorto per assumere la classica espressione pucciosa), ma con un’indole, abitudini e un ritmo di crescita più vicini a quelli di un felino domestico, sono attratte dalle cose che gli ronzano intorno, non sanno resistere ad un pezzo di pesce a portata di zampa, sono suscettibili ai rumori improvvisi, fanno le fusa se contente, vanno in calore (ehehm), insomma è come se il vostro gatto un bel giorno si alzasse su due zampe e iniziasse a chiamarvi goshujin-sama (non fate domande, noi ci abbiamo rinunciato NdR).

Il nostro protagonista, tale Kasshou, alias il tipico MC senza volto arrendevole e anonimo, è il figlio maggiore di una famiglia di rinomati produttori di dolci tradizionali, trasferitosi in città per aprire la sua personalissima pasticceria, La Soleil, che farà da sfondo a buona parte della vicenda. Nonostante i propositi a diventare indipendente dai suoi cari con un trasloco in tutta segretezza, è costretto a demordere quando dagli scatoloni con i suoi effetti saltano fuori Chocola e Vanilla, le più giovani della cucciolata, particolarmente affezionate a Kasshou, che dopo un’intera giornata di moine riescono a convincerlo a tenerle con sé, facendosi assumere come ragazze immagine e cameriere nel suo locale, con tanto di costume da maid abbinato (la norma in Giappone). Quella che segue è una storia piuttosto lineare e dal mood spensierato incentrata prevalentemente sulla vita quotidiana del protagonista in compagnia delle due gatte, vere star di Nekopara, in una compilation da slice of life canonico, nel complesso abbastanza godibile, merito di atmosfere perlopiù gioviali, condite da una dose a tratti stomachevole di moe, i soliti bisticci da commedia nipponica, e qualche breve parentesi malinconica inaspettatamente ben scritta. Nelle 3-4 ore di gameplay abbiamo il nostro trio che si rilassa su una panchina al parco con dei taiyaki fumanti, in rassegna tra gli scaffali di un supermercato, a discutere animatamente dei gusti di Kasshou mentre gli vengono sventagliate a sfregio le gonne dell’uniforme da cameriera davanti agli occhi, in bagno, con lui che lava loro i capelli in un’impenetrabile cortina di vapore, in cucina a preparare dolci, in camera da letto a stabilire chi debba dormire sul divano, al parco dei divertimenti… nulla per cui esaltarsi insomma. Gli unici punti di  stacco da questa monotonia potenzialmente avvilente sono costituiti dall’occasionale entrata in scena delle rimanenti quattro catgirl, caratterizzate da una personalità magnetica quanto una cima di rapa, almeno da quel poco screentime che riescono a ritagliarsi, e dalla proverbiale imouto di turno nel ruolo di improbabile deus-ex-machina (sul serio, sembra che diriga l’intera baracca nell’ombra).

Per il resto il character design blando e piuttosto superficiale, con la sola eccezione di Chocola e Vanilla leggermente più convincenti del cast residuo, denota un quadro narrativo fiacco e poco accattivante, qualora siate stanchi delle classiche love comedy trite e ritrite, su cui grava ulteriormente una concezione dei dialoghi oltremodo semplicistica, tra flag buttate a caso e troppe soluzioni convenienti, e il riciclo a oltranza di luoghi comuni, che rendono Nekopara sotto questo punto di vista alquanto dimenticabile; tuttavia dobbiamo elogiare gli ottimi disegni, parzialmente animati, espressivi e ricchi di dettagli, il discreto doppiaggio in giapponese (sebbene proprio non abbiamo digerito le continue onomatopee espresse verbalmente, tanto “adorabili” sulle prime quanto fastidiose a seguito di un’esposizione prolungata), e il ritmo spedito, il quale, pur non riuscendo a camuffare le lacune della trama, ben si sposa con l’intreccio episodico, per una lettura tutto sommato piacevole tra una pausa e l’altra.

Permane un ultimo punto da approfondire: la censura del materiale hentai è evidente? La sua assenza influenza in qualche modo la percezione che si ha del corso degli eventi? Vale la pena recuperarlo? Anzitutto riteniamo doveroso informarvi che è possibile saggiare la versione integrale del titolo NEKO WORKs direttamente su Steam, e senza perdere alcuna feature aggiuntiva (ergo accesso diretto ai server in game, achievement e carte collezionabili), ma per farlo è necessario possedere ambo le edizioni ed eseguire un paio di operazioni a livello di settaggi e directory (nulla di illegale o complicato, trovate tutto sulla pagina dedicata del gioco); detto questo, torniamo a ripetere: conviene spendere altri 15-20 € oltre ai dieci euro del gioco base per assistere al rapporto sessuale tra un uomo e due gatte? Beh, se avete quel certo fetish e non volete rinunciare alle comodità di Steam (combinazione invero bizzarra) l’idea potrebbe pure allettarvi, anche se a nostro dire l’esplicito rituale di accoppiamento perpetrato in quel di Nekopara non aggiunge poi granché, che non sia fine a se stesso s’intende. Certo, l’intera gestione del “Chocola è in calore, se goshujin-sama non fa qualcosa al più presto la Russia invaderà il Giappone, if you know what I mean” assume vagamente più senso, e anche qui le “coreografie” evidenziano la cura riposta nella direzione artistica, tuttavia si viene letteralmente soppressi da un’effettistica “melmosa” che rende l’ascolto tramite cuffie un atroce tormento; a parte questo, siamo innanzi al “canovaccio” standard degli eroge filo-nipponici: ost tenui e appena percettibili, prestazioni inconciliabili con l’anatomia umana, e un fine quanto raffinato commentary di ogni singola azione o sensazione in atto… più o meno. Se è ciò che cercate, andate a botta sicura, altrimenti non vi perderete niente. Oh, dimenticavamo: c’è un’opzione per regolare la “rimbalzosità” del cast femminile…

Nekopara Vol. 1 – Quando il Moe Abbraccia la Zoofilia


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