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Nel frattempo in Sardegna…

Creato il 07 maggio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Nel frattempo in Sardegna…

Mentre buona parte d’Italia votava il suo futuro sindaco, in Sardegna si sono tenuti dieci referendum definiti anti-Casta. I promotori sono stati i Riformatori Sardi anche se col tempo i quesiti hanno raccolto un consenso trasversale, compreso il Presidente di Regione Ugo Cappellacci, nonostante molti esponenti politici si siano arroccati sull’astensione.

Si poteva votare solo nella giornata di domenica, tuttavia nove domande su dieci hanno superato il quorum fissato a 33,3%. L’affluenza è stata di circa 35,5%.

Quattro quesiti chiedevano l’abolizione delle province, in una terra dove francamente si è esagerato. L’isola infatti può vantare (si fa per dire) ben otto capoluoghi: gli storici Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e le novelle Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia-Tempo. I risultati sono ancora parziali, ma i sì per l’abolizione delle nuove province superano il 90%, delle storiche il 60. 

Gli altri quesiti riguardavano la Regione: riduzione dei consiglieri da 80 a 50, taglio delle indennità, stop ai rimborsi di cancelleria, elezione diretta del Presidente della Regione tramite primarie, riscrittura dello statuto della regione.

L’unico referendum a non superare il quorum è stato quello che chiedeva l’abolizione dei consigli di amministrazione degli enti strumentali e della agenzie della regione che è stato votato solo dal 32,73% degli elettori.

I referendum hanno valore consultivo, ora spetta alla Regione elaborare i risultati e prendere le conseguenze. Sicuramente le province più recenti saranno abolite, i consiglieri regionali ridotti e sarà formata un’assemblea costituente per redigere il nuovo statuto.

Il governatore Ugo Cappellacci ha commentato così:

Una giornata di grande partecipazione popolare che rappresenta una vittoria per la Sardegna e per tutti i Sardi. I cittadini si riappropriano degli spazi della politica e danno essi stessi impulso ad una stagione di cambiamento non più rinviabile, che deve coinvolgere tutta la politica e l’intera società sarda. Al di là delle appartenenze di ciascuno, bisogna cogliere questo messaggio chiaro e la volontà espressa di una Sardegna che intende decidere con scelte autonome e di rottura con il passato.

 

Fonti: Investire Oggi, Il Sole 24 Ore


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