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Nel giardino del diavolo

Da Messersottile @messersottile

Riprendo le trasmissioni con l’unica rubrica semi-fissa del blog: le segnalazioni di libri ad argomento gastronomico.

Il titolo completo del libro di oggi sarebbe: “Nel giardino del diavolo. Storia lussuriosa dei

nel giardino del diavolo
cibi proibiti”. Ho deciso di omettere il sottotitolo. “Omitted for clarity”, direbbero quelli che parlano bene e che parlano l’Inglese, perché il maledetto sottotitolo è un po’ fuorviante. C’è chiaramente lo zampino del Malvagio Consiglio dei Titoli Italiani©, che ha trasformato una “Sinful History” in una storia lussuriosa, limitando il campo d’azione a uno solo dei sette peccati capitali.

L’autore, Stewart Lee Allen (ecelettico giornalista, saggista e viaggiatore nato in California, ma vissuto a Katmandu, Sydney, Brooklyn e Calcutta, stando alla quarta di copertina), i peccati li passa in rassegna tutti e sette, proponendo per ognuno un menù in parte inventato e in parte formato da ricette vere, che vengono rapidamente descritte all’interno del capitolo. Il fulcro del libro, però, non sono le ricette, ma una rassegna di tabù alimentari di tutte le culture e di tutte le epoche. Si parte dal frutto proibito dell’Eden e si spazia nel tempo, nelle regioni del mondo e nelle culture, saltando dalle grandi religioni monoteiste alle piccole tribù dell’africa, dell’asia e dell’oceania. La rassegna scorre veloce, a volte anche troppo, e la lettura è estremamente gradevole per chi, come me, ama le curiosità legate alla gastronomia. Non mancano aneddoti legati a personaggi della storia contemporanea: ad esempio potrete scoprire quale vezzo gastronomico si è concesso l’ex presidente Mitterand appena prima di morire. La scrittura scorrevole, quasi frenetica, di Allen non è priva di difetti. Spesso gli argomenti sembrano buttati lì in modo frettoloso e il tono scanzonato non aiuta a capire cosa sia vero e documentato e cosa sia frutto della fervida immaginazione dell’autore. Questa sensazione di scarsa documentazione è mitigata da un’appendice in cui per ogni argomento vengono citate alcune delle fonti e ci viene rivelato che alcune sono, effettivamente, battute e ipotesi strampalate.

Il libro è stato recentemente ristampato da Feltrinelli, e si porta a casa per un pugno di euri in versione cartacea. Per gli amanti dell’ebook c’è solo l’edizione in lingua originale, che prutroppo costa di più del cartaceo.



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