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New York Times – L’attacco cinese

Da Flaviociaranfi @flavio_ciaranfi

Vittima costante negli ultimi quattro mesi di attacchi informatici provenienti dall’ esterno, al New York Times è stato violato il Sistema informatico nel dettaglio sono state sottratte password a giornalisti ed impiegati.

L’intento principale di questo attacco era di controllare le caselle di posta elettronica. Dalle prime discrezioni gli attacchi sarebbero stati compiuti da hacker cinesi.

Gli attacchi riscontrati non sarebbero stati sporadici o causali ma rientrerebbero in una strategia globale, intesa a sottrarre dati relativi all’inchiesta sulle immense fortune del premier Wen Jiabao.

Gli attacchi sono stati pianificati nel dettaglio, infatti la time-line d’inizio coinciderebbe con la pubblicazione dei primi report sull’ indagine e gli obiettivi, ovvero le caselle di posta di David Barboza, corrispondente del giornale per la sede di Shanghai, e di Jim Yardley, oggi South Asia Bureau Chief in India, ma in passato in servizio all’ ufficio di Pechino.

Jim Abrson, direttore esecutivo del giornale, ha dichiarato

“ non sono state rinvenute prova che accertino furto di mail sensibili o di files utilizzati nella stesura degli articoli sulla famiglia Wen,  né vi sono prove circa il fatto che alcuni documenti siano stati scaricati o copiati dai pc ”

La testata della grande Mela ha commisionato a Mandiant le indagini informatiche e, stando alle prime ricostruizioni, gli hacker  sono dapprima penetrati nei computer di alcune università americane dove hanno installato dei `malware´, e successivamente hanno impiegato questi programmi maligni per inserirsi nei sistemi informatici del giornale;

 

Impellente quindi attuare la salvaguardia e protezione delle tecnologie digitali, non a caso, al Pentagono hanno annunciato il varo di nuove misure per la lotta alla criminalità informatica.

 


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