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Noah, un kolossal biblico in salsa fantasy

Creato il 09 settembre 2014 da Nicola933
di Valentino Zona Noah, un kolossal biblico in salsa fantasy - 9 settembre 2014

Genere: Drammatico
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Darren Aronofsky, John Logan
Cast: Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, Logan Lerman, Ray Winstone, Douglas Booth, Anthony Hopkins, Kevin Durand, Sami Gayle, Marton Csokas, Dakota Goyo, Barry Sloane, Nick Nolte, Mark Margolis, Frank Langella, Don Harvey, Sophie Nyweide
2014
132 min.

Noah
Di Valentino Zona. Dopo il successo de Il Cigno Nero, il regista Darren Aronofsky torna dietro la macchina da presa per dirigere un lavoro ambizioso, destinato a dividere pubblico e critica. Noah è l’adattamento cinematografico della storia biblica di Noè, il Patriarca al quale viene affidato l’arduo compito di costruire un’arca capace di salvare la sua famiglia e le numerose specie di animali, prima che il Diluvio Universale si abbatta sulla Terra. Non si tratta, tuttavia, di una pedissequa trasposizione ma di una rilettura in chiave fantasy del racconto biblico, senza però rinunciare all’aspetto umano.

Aronofsky inserisce numerosi elementi innovativi, arricchendo il racconto originale senza contraddirlo o snaturarlo. Anzitutto, in Noah viene introdotto ex novo il personaggio di Ila (Emma Watson), una giovane donna che in seguito allo sterminio della sua famiglia era stata accolta da Noè, diventando sua figlia adottiva. Anche Emzara (Jennifer Connelly), la moglie di Noè, è in parte un’invenzione di Aronofsky, dal momento che nella Bibbia non viene mai chiamata per nome.

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Sin dalle prime sequenze lo spettatore si rende conto di trovarsi davanti ad un’opera diversa da quella che si aspettava e rimane stupito alla vista dei Vigilanti, angeli caduti che decisero di seguire Adamo ed Eva e ne subirono le dure conseguenze. La scelta di introdurre queste mostruose figure potrebbe far storcere il naso ad alcuni, in quanto nelle Sacre Scritture mancano creature simili. Tuttavia, la loro presenza ha quantomeno il pregio di rendere plausibile la costruzione di un’enorme arca in soli dieci anni: è impensabile che una sola famiglia possa portare a compimento un’opera simile! Però gli angeli caduti potevano essere realizzati in maniera più originale: sembrano un ibrido tra gli Ent de Il Signore degli Anelli e i Gormiti.

Come si è già accennato, il film indaga l’aspetto umano della vicenda e mette in scena un dramma psicologico di grande intensità. Il Patriarca si trova a dover fare i conti con un conflitto interiore: da un lato, pur di adempiere la missione affidatagli, è disposto a sacrificare persino i propri cari; dall’altro è pervaso da un viscerale amore per essi. Un tale fardello è difficile da gestire, e condurrà Noè alla perdita della lucidità mentale.

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A distanza di 13 anni da A Beautiful Mind, Russell Crowe e Jennifer Connelly tornano a recitare fianco a fianco ed offrono entrambi – di nuovo – un’interpretazione magistrale e sublime. Al contrario, Emma Watson non riesce a conferire un’adeguata carica drammatica alle proprie battute: pur essendo un’attrice di talento, non si è rivelata all’altezza del ruolo. Logan Lerman, per quanto non riesca a competere con i due sopracitati colossi, se la cava meglio. Tuttavia, interpreta un ruolo che a tratti sfiora il ridicolo: l’attore veste i panni del secondogenito di Noè, un ragazzo ansioso di intrattenere un amplesso ma destinato a rimanere “Forever Alone”. Il contributo di Anthony Hopkins, che si cala nella parte di Matusalemme – il nonno di Noè – è esiguo ma significativo e pregevole.

Noah non è il classico film biblico con finalità pedagogica, ma un racconto fantasy ispirato ad un’intensa epopea radicata nell’immaginario collettivo. Se considerato sotto questa prospettiva, risulta godibile ed emozionante.

★★★ ½

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