Non è un paese per vecchi

Sono eccellenti registi i fratelli Coen. Hanno creato un loro stile, unico e stanno dimostrando che possono adeguarlo a vari generi, dal giallo, alla commedia, al noir. In tutti i film è infatti presente la loro traccia, il loro segno: quella visione-presa di posizione sarcastico-amarognola, ironica e buffa, geniale e grottesca allo stesso tempo.E "Non è un paese per vecchi", vincitore di vari Oscar, tra cui quello per il miglior film e la migliore regia, non è da meno. I fratelli americani inducono lo spettatore in uno stato di tensione assopita per tutta la durata del film, un brivido e un'attesa a fior di pelle di cui non si è immediatamente consapevoli, ma che non abbandona testa e spirito neanche per un secondo.Tutto questo grazie ad una prova di regia da manuale, pulita, raffinata, curata e in niente casuale. I grandi "eventi" del film, che in una "normale" pellicola thriller a cui l'industria americana ci ha abituati sarebbero stati "sparati" con immagini ad effetto e rumori di sottofondo all'ennesima potenza, sono invece qui elegantemente accennati. L'effetto è che da un film che racconta violenza inaudita fatta da criminali e da pazzi si riescono comunque ad assaporare, magistralmente, momenti di poesia.Javier Bardem, anche lui premiato, regala un'interpretazione, appunto, da Oscar.