Magazine Diario personale

Non so dove arriverò

Da Nuvolesparsetraledita

Non so dove arriverò

Fuori piove.

Scendono cupe ombre sulla casa, la ricolmano, ed è ormai necessario accendere tutte le luci, riscaldare le stanze dove l’umidità ristagna. Le imposte sono chiuse, ora: non filtra più luce dall’esterno. Serve qualche maglia, un piumone, le scarpe spesse, il trucco autunnale sul volto. Bisogna rassegnarsi all’ottobre, all’estate finita, alle nebbie e alle piogge. Serve rassegnarsi ed accontentarsi degli ultimi spazzi di sole prima dell’inverno, dimenticare il sole sulla pelle le carezze, gli sguardi chiari in un cielo limpido.

Non hai tempo, non hai tempo.

Vuoi per questo tutto il giorno dall’alba a sera, quando la stanchezza farà rigide le tue dita, piangenti gli occhi che troppo hanno guardato, liquida la mente che ha immaginato storie gesti luoghi, che ha intrecciato parole frasi.

Non è bastato tutto il giorno e stanotte sarai spossata per aver vissuto tutta quella vita che hai raccontato intrecciando parole e frasi, immaginando storie, gesti, luoghi; le dita sono rigide e sbagliano a battere sui tasti, gli occhi si confondono e piangono.

Vorresti ancora tempo, hai poco tempo.

E fra poco dovrai alzarti, prendere un libro, passare ad altro. La vita vera, il tuo lavoro quotidiano, sono in attesa. Allontanerai le storie ed i loro personaggi, spegnerai la luce, chiuderai la porta di questa stanza dove ora sei e dove scrivi; dalle finestre le stelle non si affacceranno, stasera, non ti racconteranno chi hanno incontrato cosa hanno veduto mentre solcavano il cielo. Sarà rimpianto, sarà nostalgia, ma non hai più tempo: si fa tardi, devi affrettarti se vuoi ancora riuscire a preparare il viaggio di  domani, è già tardi.

Adesso è notte, fuori piove.

Non so dove arriverò

Immagini di Catrin Welz-Stein (Arno), dal web

Scrivo parole ogni giorno.
Non so dove arriverò,
scrivendo.
So che potrei tacere.
Colui che sa, non parla.
Muto nel ventre del tempo
dove uomini gridano, anche.
Lo sguardo
basterà per comprendere e dire
quanto la voce non dice.
Sfioro ogni istante, ogni giorno
l’urlo e il tuono. Vivo intorno.
Potrei fermarmi e attendere.
In silenzio.

Margherita Guidacci


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