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Nottetempoblog presenta: Lotta di Classico il 1°numero della nuova iniziativa editoriale di Massimo Sannelli

Creato il 11 settembre 2015 da Nottetempoblog @Nottetempoblog

   Lotta di Classico“Lotta di Classico” è liberamente  scaricabile, reinterpretabile, riscrivibile e di diffusione libera, nell’ottica della filosofia Open Source e CC. che da tempo sosteniamo e divulghiamo e che prevede la citazione degli autori del progetto, non utilizzarlo per scopi commerciali e ricondividerlo con la stessa licenza, quindi lasciandolo libero e gratuito.

Conosciamo insieme l’ideatore e curatore della rivista:

Massimo Sannelli si occupa di cinema (come attore e sceneggiatore), teatro, arte e letteratura. Vive a Genova, dove nel 1996 si è laureato in lettere sotto la guida di Edoardo Sanguineti. Nel 2004 ha conseguito il Diploma di Alto Perfezionamento in Filologia latina medievale presso la Sismel di Firenze, diretta da Claudio Leonardi. Per maggiori info http://www.massimosannelli.com/

Livia Napolitano lo ha incontrato per noi:

Ciao Massimo, partiamo dal titolo: “LOTTA DI CLASSICO”. Perché questa scelta? Si tratta di un invito rivolto ai lettori ad un ritorno ai classici?

Non credo di dover essere io la voce nel deserto che grida: “Leggete Stendhal!”, “Leggete Leopardi!”. Potrei gridare solo “Leggete!”, forse. Ora tu mi fai una domanda seria e devo essere serio. Per essere serio, citerò un classico, appunto. È Italo Calvino che spiega “perché leggere i classici”: “È classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno”, e poi, sùbito, “è classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona”. Ci sono due punti forti, qui: il “rumore di fondo” e “l’attualità più incompatibile”. Allora: io mi invento una rivista e la chiamo “Lotta di classico”, perché penso di collocare qualcosa nell’attualità e di mangiare anche l’attualità (per assimilarla; e per capirla, un po’). Calvino ha scritto nel 1981, cioè in un mondo in cui gli Ecuadoriani stavano in Ecuador e i Nigeriani in Nigeria, e i cervelli italiani non pensavano di fuggire. Ora – che piaccia o meno a Salvini e alla sua ruspa, e alla gente che chiama Salvini “capitano” – non è detto che gli Ecuadoriani stiano tutti in Ecuador, perché neanche gli Italiani sono più stanziali. Calvino non poteva immaginare la globalizzazione, il trionfo della Rete, la Crisi delle Crisi, la destabilizzazione dei popoli. Ma, da autore classico, ha intuito che il classico e l’attualità si sfidano: uno trasforma l’altra in rumore di fondo, e viceversa, e sarà sempre così. Questa è la lotta del Classico. Poi c’è l’espressione dei padri comunisti: lotta di classe. Ecco, qui c’è un gioco di parole: non lotta di classe, ma di Classico. E si può anche giocare con il latino: classicum è la tromba e bellum classicum è la guerra navale. Quindi sono un musicista istrionico o uno che milita? Tutte e due le cose. Perché sono un attore e faccio cinema.

Cosa differenzia a livello concettuale, “Lotta di Classico” dalle altre riviste? 

Un po’ di cose, tutte semplici. La prima: è la protesi di una sola mente (la mia), quindi non c’è una redazione ma c’è un’azione, e questa azione è la rivista stessa. La seconda: è realizzata in casa, con programmi normalissimi (Microsoft Word 2000, Pdf24 Creator, Gimp). La terza: è gratuita, ma può anche pungere. La quarta: nasce da un bisogno ossessivo di cose belle, non di una bellezza generica, quella che dovrebbe salvare il mondo, ma di bellezze visibili. Queste bellezze ci sono, le raccolgo, le comunico: con gli stessi mezzi che potrebbe usare chiunque (e questo è un messaggio trasversale e implicito: chi vuole fare, fa). Ecco fatto. Ho risposto? Spero di sì.

Chi sono i collaboratori? A chi è rivolta?

Non so chi siano i collaboratori, perché non c’è una redazione. E non so a chi sarà rivolta, perché è gettata in un mare indistinto: la metto in Internet e chi vivrà vedrà. Ma ogni numero è monografico, con più o meno precisione. E i collaboratori sono tutti quelli che possono dare “un utile consiglio alla patria”, come dice l’araldo nelle Supplici di Euripide.

Possiamo dare qualche anticipazione sul secondo numero in fase di realizzazione?

Il numero 2 ti riguarda. Perché è un omaggio a chi si fa gratuitamente “ambasciatore di rinascita”, non nel Quadrilatero della Moda a Milano, ma a Casal di Principe. Un po’ di quadri degli Uffizi sono scesi nella villa del boss, come Cristo è sceso agli Inferi. E quei quadri-Cristi sono le cose belle – tutte reali, vere presenze – che possono lanciare il segnale: ora basta. Ci sono i ragazzi e fanno da ambasciatori. Nessuno meglio di loro insegna la lotta di classico, perché la vive, normalmente. Ci mettono i corpi e il coraggio, tu me li hai fatti conoscere, io li ammiro. E ora il numero 2 di “Lotta di classico” vuole te: per forza di cose. Sei gentilmente vincolata ad un progetto, molto più grande di noi, come ogni buon progetto.

Per poter leggere il primo numero clicca sull’immagine di copertina oppure qui LOTTA DI CLASSICO 

L.N.

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