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Novella degli scacchi

Creato il 05 dicembre 2011 da Nicky @NickysBooks
Novella degli scacchi
Titolo: Novella degli scacchiAutore: Stefan ZweigTitolo originale: SchachnovelleTraduzione: Simona Martini VigezziEditore: GarzantiCollana: Gli ElefantiPagine: 102Prezzo: 8,50 €Formato: brossuraAnno 1ª edizione originale: 1943Anno 1ª edizione italiana: 1999Genere: narrativa austriaca, storiaCodice ISBN: 978-88-11-68202-8

Trama: Stefan Zweig scrisse "Novella degli scacchi" nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi, insieme con la seconda moglie, nella città brasiliana di Petropolis, il 22 febbraio 1942. La notizia della sua morte fu soffocata da quelle provenienti dai fronti di guerra e così anche la sua ultima, disperata protesta, non fu che un flebile grido, quasi inudibile nel frastuono di quegli anni. Nella "Novella degli scacchi" lo stato d'animo di abbandono, di infinita stanchezza, di rinuncia alla lotta, è prefigurato nella sconfitta di colui che rappresenta la sensibilità, l'intelligenza, la cultura per opera di un semianalfabeta, ottuso uomo-robot. E, a rendere ancora più crudele la disfatta dello spirito, Zweig scelse come terreno dello scontro una scacchiera.(dalla quarta di copertina)Giudizio personale: Stefan Zweig scrisse questo romanzo nel 1941, pochi mesi prima di togliersi la vita, durante il suo "auto-esilio" in Brasile. Zweig, nato a Vienna nel 1881 era un esteta, un profondo conoscitore della cultura e dell'arte, un amante della tradizione europea che negli anni 30 si andava perdendo sotto le grinfie del nazismo. Proprio l'avvento del nazismo e la conseguente invasione dell'Austria lo porta a cadere in una depressione profonda, dalla quale non si riprenderà mai. In questo breve ma intenso romanzo, Zweig crea un'eccellente metafora della condizione europea degli anni '30-'40, e per farlo utilizza una scacchiera, attorno alla quale si sfidano due giocatori diametralmente opposti. Da un lato, abbiamo l'imbattibile campione del mondo, un ragazzone di poche parole, sgarbato e ignorante. Ignorante nel senso più letterale del termine, perché Czentovic, questo è il suo nome, non mostra il minimo interesse per ciò che lo circonda, non sa niente e non vuole sapere niente, non ha interessi o attitudini particolari. È una specie di automa, che non fa mai nulla per puro piacere o curiosità, perfino nel gioco degli scacchi si limita a ripetere mosse che ha visto fare, nessuna fantasia o iniziativa particolare. E, diventato campione, mostra anche un atteggiamento borioso e superiore. Dall'altra parte c'è il dottor B., uomo sensibile e ricco di umanità, amante dell'arte, pieno di passione e talento. Il confronto fra i due giocatori e il loro approccio sarà aspro, ma ovviamente non voglio svelarvi altro. C'è un passaggio, a metà circa del romanzo, per me assolutamente meraviglioso, solo quello vale tutto il libro. Il dottor B. sta raccontando la sua vita al protagonista nonché narratore, e si sofferma su una parentesi della sua vita estremamente dolorosa: la Gestapo lo fa prigioniero per poter estorcergli informazioni sulla famiglia imperiale. Durante questa reclusione, durata oltre un anno, al dottor B. erano precluse qualsiasi attività o rapporti interpersonali. Era lasciato solo, abbandonato al nulla. Un giorno, mentre attende di essere sottoposto all'ennesimo interrogatorio, scorge un libro sbucare dalla tasca di un cappotto appeso. Non sa cosa sia, potrebbe essere anche solo un manuale, ma quella visione lo illumina, il solo pensiero di poter stringere fra le mani quel tesoro, di poterlo sfogliare e annusare l'odore della carta lo fa impazzire. Ecco, questa immagine per me è bellissima. Questo libro mi è piaciuto tanto, sia a livello di trama, ma anche per il modo in cui è scritta: lo stile di Zweig è semplice e diretto, ma ha un impatto fortissimo.  Ve lo consiglio vivamente.Voto: 8,5Citazione: "Come è noto, nessuna cosa sulla terra esercita una tale pressione sull'anima umana come il nulla."
Colonna sonora: Time dei Pink Floyd

Buona Lettura!

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