Magazine Opinioni

Nutella, assenza di

Da Gynepraio @valeria_fiore

Mia madre è una buona cuoca e, avendo studiato e vissuto all’estero, cucinava cose che adesso sono normali ma che nei primi anni ‘80 erano davvero speciali, tipo i toast alla francese e il pollo al curry. I miei sono golosi e poco severi, e acquistavano anche cibi non propriamente sani come il Nesquik, il gelato, il tè solubile, i biscotti industriali.

Ma mai, mai, mai, è stato comprato un vasetto di Nutella. Non ho mai avuto i bicchieri di Titti, dei Looney Tunes, dei Puffi. I miei compagni di classe, anche quelli poveri con tanti fratelli, sì. I miei cugini sì. I bambini della pubblicità, sì.

nutella

Persino mia nonna, grande fan del passato di verdura 4 sere su 7, quando andavo a casa sua mi dava un paio di fette biscottate con la Nutella per merenda. Ovviamente ne avrei volute di più, ma temevo mia nonna come i soldati temevano Rommel, e non osavo chiederne ancora; prenderla di nascosto era escluso, perché la metteva in un ripiano in alto e comunque stava sempre in cucina a vedere le telenovelas con Grecia Colmenares e Andrea del Boca.

In segno di protesta, dichiarai che preferivo i biscotti.

Quando avevo 5 o 6 anni andavo con mio padre al Balôn, un mercato dell’usato che si tiene a Torino ogni sabato mattina. Sempre nello stesso punto, c’era il banco dell’asta alimentare. In realtà era una normalissima vendita, ma il gestore si esprimeva come un banditore davanti alla folla di clienti, parlando in un megafono.

Diceva, che so: “Collana di 7 salami cacciatorini all’aglio, chi li vuole, 10.000 lire, chi li vuole?” Una voce gridava “Li prendo” e lui “Aggiudicato, alla signora in ultima fila”.

Quella volta che il banditore annunciò: “Vasettone da 1kg di Nutella, buonissima, 15.000 lire, ripeto 15.000 lire, chi li vuole?”, rimasi incredula quando mio padre rispose “A me”. Non rimasi incredula, mi correggo. Io mi sentii come Charlie quando trova il biglietto d’oro di Willie Wonka.

Quando arrivai in macchina, mi misi a compitare:

Enne
Uuuuu
Tiiiii
“Mamma, com’era fatta la E?”
“E’ quella lettera che sembra un pettine con 3 denti”
“Ma denti dritti?”
“Sì, amore, dritti”
“Questi a me sembra che vadano un po’ qua e un po’ là, guarda!”
“Eh sì, hai ragione, amore, questa è una K”

Mi avevano comprato la Nutkao. In segno di protesta, dichiarai che preferivo la marmellata.

nutella

Giocate con i miei sentimenti, bravi

L’assenza di Nutella non mi ha raddrizzato il carattere. Continuo a fare questioni di principio, a protestare per qualsiasi cosa, a cedere all’autoconsolazione, alla nostalgia per ciò che non c’è e mai ci sarà.
Mi ha solo insegnato a desiderare ardentemente, a non accontentarmi delle briciole e a rifuggire dai surrogati.

PS Oltre alla guerra, alla fame e alla cacca, ci sono poche cose che annullano le differenze tra esseri umani. Non importa se è magra, bella, ricca, eterosessuale, lesbica, povera, brutta, grassa: c’è stato un momento in cui ogni donna si è ritrovata sola, piangente, seduta a un tavolo di cucina davanti a un vasetto di Nutella. Volevo solo dire ai detrattori del marketing e ai crociati dell’olio di palma che certi prodotti non sono solo un mix inanimato di grassi saturi, ma il simbolo di un sentimento collettivo che va preservato e onorato. Almeno per qualche giorno, mostrate rispetto e dateci tregua.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines