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Ocean cleanup array, il progetto per ripulire gli oceani dalla plastica

Creato il 03 maggio 2013 da Pasquale Mattera @pasqualem85
OCEAN CLEANUP ARRAY, IL PROGETTO PER RIPULIRE GLI OCEANI DALLA PLASTICARipulire l'oceano dalla plastica sfruttando le correnti circolari. Il progetto Ocean Cleanup Array, che permetterebbe di eliminare i detriti dai cinque grandi vortici del pianeta, è stato presentato da un ragazzo, studente di ingegneria aerospaziale, di nome Boyan Slat.
Il vortice più famoso e conosciuto, il pacific trash vortex, è situato nell' oceano pacifico ed ha un estensione stimata da 700 mila a 10 milioni di chilometri quadrati ed un limite superiore che ricopre un' area più grande degli Stati Uniti.
Il sistema prevede l' impiego di diverse piattaforma dotate di container, ed enormi braccia galleggianti con aste al posto delle reti che comunemente vengono impigate per ripulire le acque (questo dovrebbe permettere agli animali acquatici di non essere catturati, in quanto il movimento dei bracci, guidato dalle correnti, sarebbe abbastanza lento da lasciare agli organismi il tempo di fuggire), che forzino l'accumulo di plastica nella loro direzione. In seguito verrebbero separati dal plancton, filtrati e immagazzinati nei container, pronti al riciclo.
Per completare quest' opera di "bonifica", Boyan Slat, ha simato come tempo opportuno cinque anni.
Il progetto è al vaglio di 50 persone tra ingegneri, modellisti e studenti, prevede piattaforme autosufficiente, cioè alimentate dall' energia solare, delle onde e delle correnti.
Uno dei punti importanti del progetto è che le piatatforme non interferiscano con il passaggio delle navi, disponendole parallelamente alle rotte. In ogni caso, Slat, fa sapere che la maggior parte dei vortici sono presenti in aree non soggette al transito di imbarcazioni.
Il lavoro finale, del giovane olandese, si è aggiudicato diversi premi, tra cui anche il Best Technical Design 2012 all’Università di Delft (Miglior disegno tecnico 2012 all' università di Delft). Slat ha però continuato a sviluppare questo progetto, e dopo averlo presentato al TEDxDelft 2012, ha inoltre istituito una fondazione no profit (dal nome Ocean cleanUp Foundation), con lo scopo di raccogliere fondi per mettere a punto e realizzare il progetto. Il progetto è finanziariamente sostenibile, infatti dice Stalt, che: "La plastica ricavata dai vortici, vendendola, produrrebbe più ricavi che costi", e continua. "Potrebbe salvare migliaia di animali marini e ridurre gli inquinanti (policlorobifenili e Ddt), dalla catena del cibo. Inoltre permetterebbe ai governi di avere un grosso risparmio sui costi della pulizia degli oceani, oltre ai diversi vantaggi che comporterebbe in termini di turismo per i paesi coinvolti.
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