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Oggi ho comprato il giornale

Creato il 21 ottobre 2010 da Mapo
Oggi ho comprato il giornale
"Allora te le cerchi!" direte voi. Un po' come Maricica Hahaianu, "32 anni e un figlio di tre, morta venerdì dopo una settimana di coma". Che fosse in cerca di guai, ("lei l'ha istigato proprio, l'ha provocato, ma tanto"; "se una femmina te attacca come un maschio perde il privilegio d'esse trattata da donna") lo sostiene uno degli amici di Alessio Burtone, quel caro ragazzo amante degli animali ("perchè io una persona la giudico anche da come tratta gli animali" aveva dichiarato qualche giorno fa lo zio) che ha pensato bene di sferrare un cartone a bruciapelo ad una giovane donna nella metropolitana di Roma.Gli amici sono gli stessi che, trascinandosi da una panchina all'altra della periferia romana tra motorini, sigarette e qualche partita a biliardo, dipingono uno striscione ("alessio libero") che poi sostengono essere stato interpretato male "hai fini di nessuno scopo politico e razzista" (sic). A guardarli così vien quasi da pensare che, in fondo, in questo posto dimenticato da dio, ma soprattutto dagli uomini, non sia neanche colpa loro.
Qualche pagina più avanti, tra le lettere alla redazione, c'è chi si prende la briga di ricordare che "l'amore per gli animali non deve essere un pretesto per l'odio", come se massacrare un tassista che ti ha messo sotto il cane debba rientrare in qualche astruso ordine naturale delle idee. Follia, credo. Follia a cui si aggrappano, e qui scrivo per sentito dire, alcuni militanti leghisti che propongono il porto d'armi per i guidatori di taxi, per fortuna passati in sordina.
Estrapolo da un'intervista a Zygmunt Bauman, "l'eminente sociologo polacco teorico della modernità liquida nata dalla fine delle grandi... bla bla bla": "lo stato temporaneo proclama come primo compito del potere la rimozione dei vincoli alle attività orientate al profitto. Diventa così prioritario per i governi trovare al senso di vulnerabilità dei cittadini cause non riconducibili al libero mercato ma a rischi di altra natura. La priorità è la sicurezza, minacciata da pericoli per la persona fisica, la proprietà e l'ambiente che possono venire da pandemie, attività criminali, condotte anti-sociali di sottoclassi, terrorismo globale ma anche da gang giovanili, pedofili, stalker, mendicanti, regimi alimentari insani".
Sante parole, verrebbe da dire. Soprattutto guardando la pagina a fronte dove la solita foto con il cappello da pescatore di "Michele Misseri, 57 anni, lo zio di Sarah Scazzi che si è assunto la responsabilità dell'omicidio cambiando versione più volte e coinvolgendo la figlia Sabrina" arranca travolta dai caratteri. Siamo già passati a pagina 15. L'interesse del Popolo italiano comincia a scemare e presto anche il suo nome finirà nell'affollata baraonda di personaggi da cronaca nera, vicino a Donegani, Franzoni, Coniugi di Erba, la piccola Denise, Desireè etc. etc. etc.Il processo, forse, terminerà quando avrò finito di riscattare gli anni di studio universitari. Nel frattempo accadranno 1000 altri delitti efferati e gli italiani a malapena si ricorderanno di questo agricoltore che non la dice giusta e che, in queste settimane, hanno additato come colpevole! colpevole! colpevole! in mezzo ad una serie di epiteti forse non ripetibili, ottimo sfogo davanti al tg serale dopo una giornata passata a galla nella frustrazione del lavoro.
A proposito di Tg, e quindi di Rai, (quelle pallide imitazioni che compaiono sulle altre TV generaliste credo che, a onor del vero, non possano essere considerarli tali, fatta eccezione per il "buon" Mentana da La7), a pagina 10 e 11 va in scena il clichè dello scaricabarile dei dirigenti della tv di stato che si affrettano a rettificare, correggere, aggiustare il tiro, come se Fazio, Saviano & Co si fossero inventati tutto raccontando dei più o meno velati bastoni tra le ruote del nuovo programma di Raitre "Vieni via con me". Sembra che, tra le altre cose, per non correre il rischio che il programma vada bene addirittura "lo studio sia più piccolo del previsto, manchi la costumista e la coreografa non abbia il contratto". Benigni forse ci andrà gratis, del resto è sicuramente più gratificante investire i soldi degli italiani per vedere qualche imbecille che apre pacchi a caso (spesso con scollature vistose che rendono giustificata una qualche perplessità sull'uso del vocabolo stesso. "Pacchi") in cerca di una fortuna immeritata, paradigma di questa cultura che ci circonda e che considera la meritocrazia un ideale utopico e non realizzabile. Circa 10 cm di parole sopra un trafiletto spiega come alla Rai ci sia un drastico calo di introiti pubblicitari e i conti dell'azienda siano (ma va?!) per l'ennesima volta tinti di un rosso rossissimo.
Uno dei motivi, così a naso (arte della quale, per un'ovvietà anatomia, eccello) potrebbe essere quello che con tanta fatica (e in mancanza dell'estensione della copertura legale al programma, bocciata per quest'annata dalla Rai in un ennesimo colpo di genio) ha cercato di raccontare la puntata di Report di domenica scorsa. Tutti si sono affannati a commentare le ville di Berlusconi in nonmiricordoqualeangoloparadisiacodelglobo, tralasciando un servizio di più di un'ora in cui si raccontava di personaggi di dubbio gusto (ma, soprattutto, merito!) che siedono in una dozzina di Cda diversi in una bizzarra, non fosse che è in malafede, sovrapposizione di incarichi.
E, per finire, le pagine dello sport. Singolare maschile, ovvero il calcio. Passate le polemiche di una settimana sulla partita con la Serbia (ve lo ricordate Ivan il terribile?) si torna a far girare la giostra di gol e stipendi milionari, payTV e calciomercato. Lo mettono in fondo, di modo che sia l'ultima cosa che si legge del giornale e si possa andare a letto tranquilli, pensando che il problema principale di questo folle paese sia la regola del fuorigioco.
Mi sa che domani, sulla metro, mi leggo Terzani.

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