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Oggi niente gelato!

Creato il 21 febbraio 2014 da Eva Guidi

Una delle caratteristiche che contraddistinguono maggiormente il mio essere è l’insicurezza cronica in me stessa; non mi sento mai all’altezza di nulla, abbastanza bella, brava al punto giusto, portata per quel compito che agli occhi degli altri sembra cucito sulla mia pelle. Sin da piccolissima ho sviluppato un occhio ipercritico che mi ha sempre portata a giudicarmi severamente ed alle volte (diciamo pure nella maggior parte dei casi) a svilire le mie capacità. Ho sempre preteso il massimo ed anche quando lo ottenevo non era mai abbastanza: io volevo di più, ma indipendentemente dal mondo circostante; è strano a dirsi, ma non ho mai fatto confronti con le persone intorno a me, non mi è mai interessato essere migliore di tizio o caio, il mio parametro di valutazione ero sempre io ed il mio obiettivo superarmi ogni giorno. Nessuna colpa è da addossare ai miei genitori, proprio loro che, alla ma prima insufficienza alle medie, hanno organizzato una festa perché si “anche loro avevano una figlia normale”; hanno sempre creduto nelle mie potenzialità, investito in esse e sofferto per la mia costante insoddisfazione. Ecco la definizione giusta è che sono un’eterna insoddisfatta ai limiti dell’insopportabile; ora che lo scrivo mi rendo conto di quanto possa essere faticoso alle volte starmi accanto! Ovviamente non sono un mostro sputafuoco, di pregi ne ho anche io, ma questa marcia dell’autodistruzione sicuramente non migliora l’immagine che di me stessa posso offrire agli altri.

La stranezza sta nel fatto che sono ben conscia di ciò che sono, di cosa potrei fare se solo ne avessi il coraggio e ci credessi realmente; perché tutta questa disquisizione, questo libero sfogo stile piccole teenagers crescono? Vi starete chiedendo “ma questa non doveva parlare di libri?”

Si lo scopo principale di questo mio piccolo salotto personale è quello, ma un filo logico c’è: io da sempre vorrei tanto scrivere qualcosa di mio. Definire le mille idee che mi frullano in testa un libro, un romanzo, mi sembra esagerato ed un po’ troppo pretenzioso, ma ci sono agende, taccuini, quaderni e fogli pieni di frasi, pensieri, pezzi di un puzzle che non ho il coraggio di completare.

Mi fa rabbia, porca miseria, e vorrei poter trovare lo stimolo giusto, l’input che mi dia la forza di distruggere il guscio che ho costruito intorno alla mia creatività e finalmente farla “svolazzare” dove le pare!

Devo solo crederci? Oppure sono una povera illusa che crede ancora al mondo delle fate?



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