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Ok Arte: i segreti del Caravaggio

Creato il 18 luglio 2010 da Rimmel

Ok Arte: i segreti del Caravaggio

Secondo Roberta Lapucci,studiosa dell’Università americana Saci di Firenze, il mago del pennello aveva trasformato il suo studio in una gigantesca camera ottica per sfruttare le potenzialità della luce.

La dott. Lapucci sostiene che allo scopo, Michelangelo Merisi da Caravaggio aveva fatto realizzare un buco nel soffitto da dove poteva filtrare la luce che, con l’aiuto di una lente biconvessa e uno specchio concavo rifletteva direttamente sulla tela l’immagine del soggetto da dipingere.

L’aspetto più affascinante della presunta scoperta è però che, appunto per ovviare e riuscire a lavorare anche al buio, pare avesse messo a punto una polvere contenente coleotteri luminosi distillati e seccati – già nota a Giovan Battista della Porta, quando nel 1558 scrisse il suo Naturalis Magiae – che utilizzava per i suoi dipinti.

Si è riscontrato infatti la presenza di argento, arsenico, magnesio, zolfo, iodio, materiali fotosensibili che aumentavano la luminosità del dipinto, miglioravano la profondità spaziale e appunto consentivano forse al Caravaggio di lavorare anche al buio.


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