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OKC Thunder ancora a secco: ora che si fa?

Creato il 05 luglio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Per il terzo anno consecutivo gli Oklahoma City Thunder restano a bocca asciutta: dopo aver sfiorato il titolo perdendo le Finals 2012 contro Miami, hanno perso in semifinale e poi in finale di Conference. La stagione è stata comunque superba, 59 vittorie e 23 sconfitte, considerando gli infortuni di Westbrook, ma ancora una volta la formazione di coach Brooks non ha saputo superare le difficoltà e gli errori già commessi in passato. Non è bastata la crescita di Reggie Jackson, l’impatto di Steven Adams, il maggior coinvolgimento di Serge Ibaka e un Kevin Durant da libro dei record e giusto MVP della regular season, per fare l’ultimo e decisivo salto di qualità. E adesso che si fa? La palla passa al GM Sam Presti

LA SQUADRA

I Thunder restano la squadra col maggior mix di talento tecnico, atletico e fisico, hanno maturato un certo livello di esperienza, hanno due stelle assolute (il secondo giocatore del pianeta e uno dei primi 10-15) e un supporting cast più che discreto. La franchigia ha un’identità chiara e definita – sono una costola degli Spurs e seguono quella linea – sviluppano i giovani come pochi e Sam Presti conferma che raramente fallisce una decisione. Però la squadra non migliora, anzi, nonostante l’MVP e capocannoniere della Lega.

I Thunder giocano male, quasi solo isolamenti per le star, spesso hanno enormi cali di concentrazione e intensità, il loro talento è anche eccessivamente debordante perchè pensano di risolvere una gara quando e come vogliono. Questo funziona in regular season ma nei playoff ogni match è una partita a scacchi e finora i Thunder, con coach Brooks in primis, hanno dimostrato di essere dei pessimi giocatori. La cosa preoccupante ed evidente è che il coaching staff, nonostante venga difeso a spada tratta da Presti e dai giocatori, non sia in grado di operare quelle scelte, di fare quegli aggiustamenti, che nei playoff sono decisivi. Troppo spesso si sono visti i vari Durant, Westbrook e Reggie Jackson, attaccare uno contro cinque e improvvisare; altrettanto spesso si sono visti i Thunder colare a picco perchè una volta che incassano un break, faticano a riemergere. Va bene il talento smisurato, però servirebbe anche qualcuno che lo sappia modellare: Brooks ha fatto il suo tempo, ora serve un coach che li porti al titolo (Rivers? Mark Jackson? Thibodeau?).

IL DRAFT

Al Draft Sam Presti poteva contare sui pick 21 e 29: tutti pensavano ad una trade o alla scelta di un giocatore futuribile (Capela? Bogdanovic?) e invece ha puntato su due ragazzi in grado di avere impatto immediato. Alla 21 ha chiamato Mitch McGary, big man da Michigan, mancino, bianco, una roccia alla Steven Adams ma più sviluppato tecnicamente, che però ha saltato di fatto la scorsa stagione per un’operazione alla schiena. Alla 29, ancor più a sorpresa, è stato chiamato Josh Huestis, esterno senior da Stanford University, grande atleta, dotato di braccia interminabili e ottimo difensore (leader per stoppate nella storia di Stanford – sono passati i gemelli Collins e i gemelli Lopez – e nelle ultime due stagioni inserito nel PAC 12 Defensive Team) che potrebbe rimpiazzare da subito Thabo Sefolosha (forse un doppione di Andre Roberson). Da non sottovalutare la presa di Semaj Christon dagli Hornets (pick 55) in cambio di soldi: è un playmaker dotato di atletismo, braccia lunghe e capacità di segnare attaccando il canestro (primo quintetto Big East). Il sophomore da Xavier deve lavorare sul tiro da fuori ma potrebbe essere un progetto interessante, simil Reggie Jackson.

Pic: Josh Huestis (14) & Mitch McGary (33) introduced as newest members of the Thunder. Watch: http://t.co/RbwgO9WkO0 pic.twitter.com/MxGk1UWmM4

— OKC THUNDER (@okcthunder) June 27, 2014

IL FUTURO

L’idea è ovviamente quella di continuare con questo nucleo, con coach Brooks e i Big Three Durant (sotto contratto fino al 2016), Westbrook e Ibaka (a libri fino al 2017). Non ci sarà più Fisher, nuovo coach dei Knicks, e i free agent Sefolosha (che ha scelto gli Atlanta Hawks) e Caron Butler, che non verranno rifirmati. Proveranno a sostituirli anche se i nomi che circolano come Pau Gasol e Vince Carter lasciano il tempo che trovano. Più probabile un nome alla Mike Miller, che sarebbe il tiratore ideale da mettere vicino alle due star. Poi c’è il caso Perkins: ha ancora un anno di contratto a 9 milioni e potrebbe essere amnistiato (vista anche la crescita di Adams e l’arrivo di McGary) per liberare spazio ma Kendrick ha un peso importante nello spogliatoio ed è lo scudiero più fedele di KD.

Da non sottovalutare la situazione Reggie Jackson: se non prolunga entro il 20 ottobre, sarà restricted free agent la prossima estate. Per Presti è una priorità anche perchè la sua crescita è esponenziale e, salvo sorprese, resterà a OKC. Dulcis in fundo i giovani: Jeremy Lamb deve giocare, così come Perry Jones. Il primo soprattutto ha dimostrato di poter stare in campo alla grande e di saper segnare, e tanto, ma dall’arrivo di Butler è sparito. Jones col suo atletismo potrebbe diventare quel 4 atipico che allarga il campo e difende forte. Ma vanno fatti giocare, per il bene loro e della franchigia, perchè le chance di titolo diminuiscono col passare delle stagioni e nell’estate 2016 il signor Durant potrebbe anche decidere di portare i suoi talenti altrove.


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