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“One day in Kotti” – Un itinerario per immagini

Creato il 14 novembre 2013 da Danny @StoriediViaggio

Kottbusser Tor. Locali gay, e macellerie halal, giovani “alternativi” e donne velate, creatività e degrado. Anziani turchi che passano le giornate seduti sulle sedie per strada come farebbero in un villaggio dell’Anatolia, ma anche droga e cocci di bottiglie rotte ovunque. Tutto va a braccetto in questo quartiere di Berlino, cosmopolita e colorato.

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Il multiculturalismo non è un punto di vista retorico,  è una necessità ineludibile della vita quotidiana. In questo angolo di Kreuzberg si dice che si possa sopravvivere benissimo senza capire una parola di tedesco, eppure non è un ghetto. Qui tutto parla di valore della diversità, rispetto delle differenze,  senso della comunità che prevarica ogni confine di cultura e nazionalità. Non è la favola rosa , è lo sforzo quotidiano e faticosissimo, in nome di quella Nachbarschaft che è caratteristica della capitale tedesca, come un bicchiere enorme di Berliner Pilsener.

Il cuore turco di Berlino è uno dei quartieri a rischio gentrificazione, dove prezzi e affitti continuano ad alzarsi, rendendo difficile la vita degli abitanti.  Ma Kotti non si rassegna e qui si protesta molto spesso: turchi e tedeschi, immigrati di prima o seconda generazione, rigorosamente insieme.

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Per saperne di più:

  • About Kotti

A questo crocevia di contraddizioni ho dedicato il mio miniprogetto fotografico berlinese ONE DAY IN KOTTI Perché se è vero come diceva il filosofo che Le cose belle sono difficili, è altrettanto vero che spesso Le cose difficili sono belle, e Kotti a suo modo lo è. Spero di aver restituito, anche solo in minima parte, la poesia di questo caos.

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