Magazine Cinema

Only God forgives - Solo Dio perdona

Creato il 01 giugno 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1

Only God forgives - Solo Dio perdona

Pensare che all’origine del film Only God Forgives, come il titolo stesso suggerisce, c’era l’idea di un uomo che voleva lottare contro Dio. A dirlo è proprio Refn, infatti quando pensò la prima volta a Chang, il poliziotto thailandese antagonista di Julian, pensò soprattutto a un uomo convinto di essere Dio. Forse da qui in poi gli spunti su cui poter discutere si dipanano e si moltiplicano alla velocità della luce. Una luce da camera oscura, che pretende il silenzio e la calma assoluta e preannuncia la follia umana.Julian/Ryan Gosling è il più piccolo dei due figli di Crystal/Kristin Scott Thomas. La loro è una potente famiglia criminale che gestisce un club di pugilato e al tempo stesso i più grossi traffici di droga in Thailandia. Il fratello maggiore è Billy/Tom Burke un uomo affetto dalla più brutale violenza compulsiva, e sarà proprio da questa violenza che il film di Refn comincia ad innalzarsi verso l’epilogo più sanguinoso. Billy uccide una giovane prostituta, il fatto richiama l’intervento di un insolito poliziotto in pensione, Chang/Vithaya Pansringarm il quale agisce secondo un concetto molto personale di “giustizia”. Billy viene fatto massacrare dal padre della giovane uccisa, su gentil concessione però dello stesso Chang.Only God forgives - Solo Dio perdonaLa morte di Billy scatena la sete di vendetta della madre Crystal, una delle poche donne viste sullo schermo, tanto inquietante da non soffrire affatto il paragone con i più memorabili “cattivi”. Refn inizia a scrivere la sceneggiatura di Solo Dio perdona ancor prima  di cominciare le riprese di Drive. Forse questo spiegherebbe i miei problemi legati alla lettura del personaggio di Julian, ovvero un clone di quello che fu l’emblema del malessere dell’uomo silenzioso. Driver era perfetto per il cinema di Refn, lo è tuttora, una sorta di alter ego necessario a riportare sullo schermo la visione più intima del regista. Ecco perché in Drive quella tensione che correva lentamente sul filo della violenza inesplosa, teneva tutto e tutti senza fiato, e ti rapiva senza possibilità di liberarti da quello sguardo (quello di Driver). In Only God Forgives tutto ciò che si conteneva in Drive esplode senza mezzi termini, nei corridoi delle case e degli alberghi di Bangkok. Anche Julian è mosso lentamente da un conflitto interno, che gli corrode l’anima dal di dentro. Il suo rapporto con la madre è complesso, tanto da sollevare discussioni filosofiche e psicologiche da far gola a quel Carl Gustav Jung che elaborò il concetto del Complesso di Edipo. Qui non c’è l’attesa, tutto è pressoché immediato, arti amputati, uomini e donne macellati a suon di botte e katane. Per quanti apprezzino il cinema di Refn questo potrebbe rivelarsi come il momento più catartico, la sintesi della sua poetica.Only God forgives - Solo Dio perdonaTutto ruota attorno alla potenza evocativa delle immagini che ricordano un po’ le atmosfere psichedeliche fatte di luci al neon, del cinema di Fincher. C’è una sottile eco tarantiniana nei dialoghi (pochi), soprattutto durante la cenetta a tre colorita dalle “confessioni di una madre pericolosa”. Per quanto riguarda le mie attese devo ammettere che ho sentito troppo, durante la visione del film, questa perdita di controllo da parte di Refn. Che ci sta, sicuramente. Però l’effetto potrebbe essere disturbante, fastidioso e potrei concludere con un pizzico di ironia dicendo che: se è solamente Dio a perdonare gli uomini, beh, io caro Refn, non ti perdono per aver intrappolato il buon Ryan nell’angolo del perennemente disturbato e silenzioso Driver…

si insomma, è ora che tu lo liberi!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines