(onomatopea che riproduce il verso di Chewbacca)

L’idea sarebbe quella di scrivere un post su quello che succede nei periodi in cui non si ha ispirazione, ma prima di tutto sarebbe banale, e secondo di tutto - Gesù, quanto suona male - questa mia attuale mancanza di ispirazione è tale da rendere incredibilmente difficile anche lo scrivere un post sulla mancanza di ispirazione, con il conseguente senso di frustrazione alla massima potenza per cui da un po’ di tempo mi risultano vane e prive di significato e senza speranza anche le piccole grandi cose della vita di un uomo, come mangiare cibi freddi perché non si ha voglia di scaldarli, ridere di gusto alle frasi da cazzone di Bruce Willis nei vecchi film, o semplicemente grattarsi il pacco, e insomma, c’è poco da scherzare, quando un uomo arriva al punto in cui sta per grattarsi il pacco e si ferma per chiedersi perché lo fa, ovvero se c’è realmente un fine edonistico dietro al gesto, che lo eleverebbe quindi al rango dell’unico piccolo prezioso scampolo di salvezza dal male di vivere, oppure è soltanto un comando meccanico che ricorda quella soddisfazione animalesca provata in tempi più gioiosi e legata ad un semplice rapporto di causalità fisiologica attribuibile al mio ipotalamo che a suo tempo produceva ormoni a ritmi fordisti, i quali rincoglionivano il mio giovin cervello a tal punto da renderlo effettivamente sollazzabile da una, due, tre semplici grattate di pacco alle quali seguiva una dignitosa, quasi impercettibile, scimmiesca smorfia di piacere, bè, allora forse sto davvero raschiando il fondo del barile della vitalità.