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Oscar 2016: L’aria che tira – #1

Creato il 03 novembre 2015 da Alessiamocci

Mancano 117 giorni all’88^ Notte degli Oscar. Già da mesi, numerosissimi pronostici stanno farcendo i siti dai più vari profili, interrogandosi su chi si rivelerà protagonista al Dolby Theatre di Hollywood. Ritengo sia giunto il tempo di tirare qualche somma, per quanto conscio della suscettibilità di sviluppi futuri che interesserà le liste a seguire.

Necessitando di fonti attendibili, specializzate e autorevoli, ho selezionato due voci che da anni ricoprono un ruolo di primordine in questo divertissement intellettuale: www.indiewire.com e www.awardscircuit.com. L’intersezione delle opinioni (e delle speranze) che vi si trovano produce ciò cui sto per introdurre. Non parlo oggi di chi potrebbe vincere (sarebbe un esporsi prematuro e supponente); tratto bensì dei titoli sulle cui plurime nomination vale la pena di scommettere.

Propongo innanzitutto un elenco dei lungometraggi caratterizzati da preannunciate copiose candidature.

  • 10 potenziali categorie – “The Revenant” (di Alejandro González Iñárritu);
  • 9 potenziali categorie – “Carol” (di Todd Haynes);
  • 8 potenziali categorie – “Il ponte delle spie” (di Steven Spielberg);
  • 7 potenziali categorie – “Spotlight” (di Thomas McCarthy), “Steve Jobs” (di Danny Boyle), “The Danish Girl” (di Tom Hooper);
  • 5 potenziali categorie – “Brooklyn” (di John Crowley), “Room” (di Lenny Abrahamson), “Sicario” (di Denis Villeneuve), “Star Wars: Il risveglio della forza” (di J. J. Abrams), “Mad Max: Fury Road” (di George Miller);
  • 4 potenziali categorie – “Joy” (di David O. Russell), “Sopravvissuto – The Martian” (di Ridley Scott), “The Hateful Eight” (di Quentin Tarantino), “Saul fia” (di László Nemes), “Inside Out” (di Pete Docter e Ronnie del Carmen), “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick” (di Ron Howard).

Entro ora maggiormente in dettaglio analizzando categoria per categoria, ognuna nelle proprie peculiarità. Voglio prima però mettere in chiaro due istanze. La prima: non inserirò alcuna classifica, preferendo affacciarmi ad un panorama ancora non definito nei minimi profili. La seconda: la stragrande maggioranza dei titoli riportati non sono ancora usciti né in Italia né in madrepatria.

Miglior film

L’attesa è grandissima per “The Revenant” (distribuito dalla 20th Century Fox), dato il significativo (e lecitissimo) successo critico del precedente film del regista messicano, il pluripremiato “Birdman”; stessa questione per “Spotlight”, titolo distribuito dalla Open Road Films; “Steve Jobs” della Universal Pictures sembra possa riparare al discreto apporto culturale del film del 2013 sullo stesso geniale imprenditore; “Brooklyn”, che sarà portato in America dalla Fox Searchlight Pictures, e “Room” (A24), ispirato ad uno sconvolgente fatto di cronaca, nutrono ugualmente forti speranze; “Il ponte delle spie” (distribuito internazionalmente dalla 20th Century Fox) potrebbe giovare a Steven Spielberg, essendone anche produttore, la 9a nomination per il miglior film; probabili candidature anche per “Joy” (ancora 20th Century Fox) dell’abile David O. Russell, che nel giro di tre anni è entrato in lizza ben cinque volte in tre categorie diverse, e per “Carol”, titolo potente promosso dalla Weinstein Company e già premiato a Cannes; tre lungometraggi sul cui peso si è meno sicuri sono “Sopravvissuto – The Martian” (ennesimo prodotto 20th Century Fox), “The Danish Girl” (Universal Pictures) e “The Hateful Eight”, che vede nuovamente l’appoggio dei fratelli Weinstein; rimangono infine due casi eccezionali, ossia il film d’animazione “Inside Out” (Disney), che potrebbe diventare il quarto nella storia del cinema ad ottenere tale privilegio (dopo “La bella e la bestia”, “Up” e “Toy Story 3”), e il film ungherese “Saul fia”, che forse compirà l’impresa di seguire le tracce lasciate da “Amour”, l’Oscar austriaco che nel 2013 riuscì a farsi spazio in altre 4 categorie. Sembra messa da parte, purtroppo, l’opzione “Mad Max: Fury Road” (Warner Bros).

Miglior regista

La contesa potrebbe instaurarsi con probabilità fra i già premiati Steven Spielberg (statuette vinte per “Schindler’s List” e “Salvate il soldato Ryan”, in corsa con “Il ponte delle spie”), Danny Boyle (statuetta vinta per “The Millionaire”, in corsa con “Steve Jobs”) e Alejandro González Iñárritu (statuetta vinta per “Birdman”, in corsa con “The Revenant”), il già nominato David O. Russell (“Joy”), e i novelli Thomas McCarthy (“Spotlight”), Lenny Abrahamson (“Room”) e László Nemes (“Saul fia”). Screditati (forse a torto?) negli ultimi mesi Quentin Tarantino per “The Hateful Eight”, Todd Haynes per “Carol” e George Miller per “Mad Max: Fury Road”.

Miglior attore protagonista

In odore di quasi indubbia nomination sono Leonardo Di Caprio (il suo ruolo in “The Revenant” si è rivelato il più ostico di tutta la sua carriera, la quale ha fruttato 5 candidature in totale), Eddie Redmayne (reduce dalla vittoria grazie a “La teoria del tutto” e pronto a incantare nuovamente in “The Danish Girl”), Michael Fassbender (“Steve Jobs”, seconda occasione) e Johnny Depp (straordinariamente glaciale in “Black Mass”, che gli offrirà una quarta possibilità); l’ultimo arrivato è Will Smith (“Concussion” potrebbe seguire le 2 precedenti nomination). Sembrerebbe ormai fuori gioco il meraviglioso Michael Caine di “Youth”, che nella sua lunga parabola artistica ha già intascato 2 statuette.

Miglior attrice protagonista

Nell’importantissima categoria femminile si scommette quest’anno specialmente sulle giovani (e solidissime) leve: eccezion fatta per la 76enne Lily Tomlin di “Grandma” (nominata unicamente come non protagonista nel lontano 1976) e la 46enne pluripremiata Cate Blanchett di “Carol” (fino a qualche settimana fa anche di “Truth”), ecco apparire la 30enne Carey Mulligan (“Suffragette”), la 26enne Brie Larson (“Room”), la 25enne Jennifer Lawrence (alla ricerca con “Joy” della sua 3a nomination consecutiva grazie al fecondo sodalizio con David O. Russell), la 21enne Saoirse Ronan (“Brooklyn”, già nominata come non protagonista per “Espiazione” nel 2008). Si era parlato di un’eventuale presenza della 40enne Charlize Theron per “Mad Max: Fury Road” (dopo aver già incassato 2 candidature, la prima delle quali andata a buon fine nel 2004 con “Monster”).

Miglior attore non protagonista

“Spotlight” darebbe una buona occasione sia a Michael Keaton che a Mark Ruffalo (con alle spalle rispettivamente una e due nomination), “Il ponte delle spie” a Mark Rylance, “The Revenant” a Tom Hardy, “Room” a Jacob Tremblay (9 anni appena compiuti), “Sicario” a Benicio Del Toro (premiato nel 2001 per “Traffic” e candidato per “21 grammi”); parrebbe fuori gara l’intenso Idris Elba di “Beasts of No Nation”. Così come sono stati screditati nel corso dei mesi Samuel L. Jackson e Kurt Russell per “The Hateful Eight” e Harvey Keitel per “Youth”.

Miglior attrice non protagonista

Qui le prove migliori sembra sappiano darle Jane Fonda (77 anni, 2 Oscar degli anni ‘70) nei pochissimi minuti di “Youth”, Jennifer Jason Leigh (53 anni, curiosamente mai nominata) in “The Hateful Eight”, Kate Winslet (40 anni, una vittoria e altre 5 candidature) in “Steve Jobs”, Rachel McAdams (36 anni) in “Spotlight”, Rooney Mara (30 anni, già nominata nel 2012) in “Carol” e Alicia Vikander (27 anni) in “The Danish Girl”.

Miglior sceneggiatura originale

In questa categoria si sfiderebbero giganti del calibro dei fratelli Coen (2 sceneggiature premiate) assieme a Matt Charman (“Il ponte delle spie”), Quentin Tarantino (“The Hateful Eight”, stesso numero di vittorie), David O. Russell (“Joy”), Bob Peterson e Pete Docter (“Inside Out”, che farebbe guadagnare alla Pixar l’8a nomination per le sceneggiature, record imbattuto e probabilmente imbattibile nel campo dell’animazione), con l’aggiunta di Thomas McCarthy e Josh Singer (“Spotlight”) e László Nemes (“Saul fia”). Ormai screditato l’apporto di Paolo Sorrentino, autore di “Youth”.

Miglior sceneggiatura non originale

Nella sezione che premia gli adattamenti si troverebbero, con certezza quasi somma, Aaron Sorkin (“Steve Jobs”, 2 nomination e una vittoria nel 2011 per “The Social Network”), Nick Hornby (“Brooklyn”, già nominato), Phyllis Nagy (“Carol”), Alejandro González Iñárritu e Mark L. Smith (“The Revenant”), e infine Emma Donoghue (“Room”).

Miglior film d’animazione

È un confronto dall’esito prevedibile, ma in ogni caso accanito: si distinguerebbero “Inside Out” di Pete Docter e Ronnie del Carmen, “Anomalisa” di Charlie Kaufman e Duke Johnson, “Il viaggio di Arlo” di Peter Sohn (da non confondere con Bob Peterson, alla regia fino ad agosto 2013), “Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts” di Steve Martino, “Shaun, Vita da pecora – Il film” di Mark Burton e Richard Starzack, e “Il profeta” di A.A.V.V., ispirato alla celeberrima raccolta di poesie di Khalil Gibran. Stranamente non sembra attirare particolare attenzione “Il piccolo principe” di Mark Osborne, per il curioso fatto che la data d’uscita americana non è ancora stata fissata, mentre numerose nazioni hanno già avuto occasione di visionare l’opera.

Miglior film straniero

Fra gli 81 film in concorso, quelli che paiono brillare maggiormente sono gli esordi di László Nemes (“Saul fia”, Ungheria), di Deniz Gamze Ergüven (“Mustang”, Francia) e di Giulio Ricciarelli (“Im Labyrinth des Schweigens”, Germania), e le prove di Anna Muylaert (“È arrivata mia figlia!”, Brasile), di Pablo Larraín (“El Club”, Cile, già nominato nel 2013 grazie a “No – I giorni dell’arcobaleno”), di Hou Hsiao-Hsien (“Nie yin niang”, internazionalmente conosciuto come “The Assassin”, Taiwan), e di Severin Fiala e Veronika Franz (“Goodnight Mommy”, Austria). In realtà, vi sarebbero titoli a mio parere preferibili ad alcuni fra i presenti.

Miglior film documentario

Ammontano a ben 124 i documentari in lizza: tra questi, quelli di maggior spicco sembrerebbero essere “Amy” di Asif Kapadia (sulla celebre cantante britannica), “The Hunting Ground” di Kirby Dick (già nominato nel 2005 per “Twist of Faith” e nel 2013 per “The Invisible War”), “The Look of Silence” di Joshua Oppenheimer (già nominato nel 2014 per “The Act of Killing”), “Cartel Land” di Matthew Heineman, “The Wolfpack” di Crystal Moselle, “Going Clear: Scientology e la prigione della fede” di Alex Gibney (nominato nel 2006 per “Enron – L’economia della truffa” e vincitore nel 2008 con “Taxi to the Dark Side”), e infine “He named me Malala” di  Davis Guggenheim (vincitore nel 2007 con “Una scomoda verità”). Non pare ricevere le dovute attenzioni il memorabile “Io sono Ingrid” di Stig Björkman.

Miglior colonna sonora

I compositori più papabili potrebbero essere Thomas Newman (per “Il ponte delle spie”, con cui riuscirebbe finalmente a vincere l’agognata statuetta dopo 12 nomination fra colonne sonore e canzoni), l’inossidabile John Williams (per “Star Wars: Il risveglio della forza”, titolo adatto a festeggiare la sua 50a candidatura), Carter Burwell (per “Carol”), Alexandre Desplat (per “The Danish Girl”, possibile 9a nomination dopo la vittoria con “Grand Budapest Hotel”), Ennio Morricone (per “The Hateful Eight”, la cui 6a candidatura mi coglierebbe abbastanza di sorpresa devo dire, dopo l’Oscar alla carriera), Daniel Pemberton (per “Steve Jobs”), Michael Giacchino (per “Inside Out”, eventuale 3a nomination dopo quella per “Ratatouille” e la vittoria con “Up”) e infine Jóhann Jóhannsson (per “Sicario”, dopo la candidatura con “La teoria del tutto”).

Miglior canzone

Sette sarebbero le canzoni predilette: “One Kind of Love” da “Love & Mercy” (di Brian Wilson e Scott Bennett), “Til It Happens to You” dal documentario “The Hunting Ground” (di Lady Gaga e Diane Warren), l’incantevole terza “Simple Song” da “Youth” (di David Lang), “See You Again” da “Fast & Furious 7” (di Wiz Khalifa e Charlie Puth), “Writing on the Wall” da “Spectre” (di Sam Smith e Jimmy Napes), e, a scelta, “Love Me Like You Do” (di Max Martin e altri) o “Earned It” (di The Weeknd e altri) da “50 sfumature di grigio”.

Migliori effetti speciali

I “frontrunners” si rivelerebbero “Star Wars: Il risveglio della forza”, “Jurassic World”, “Sopravvissuto – The Martian”, “The Walk”, “Mad Max: Fury Road” e “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”.

Miglior montaggio

Montaggi mirabili sarebbero senza dubbio quelli firmati da Jason Ballantine e Margaret Sixel (per “Mad Max: Fury Road”, la cui pregiatissima qualità posso confermare a pieno titolo), Stephen Mirrione (per “The Revenant”), Tom McArdle (per “Spotlight”), Elliott Graham (per “Steve Jobs”) e Michael Kahn (per “Il ponte delle spie”).

Miglior fotografia

I migliori artisti dell’immagine filmica potrebbero rivelarsi Roger Deakins in “Sicario” (12 nomination e ancora nessuna vittoria), Emmanuel Lubezki in “The Revenant” (7 nomination totali, le ultime 2 delle quali tramutatesi in gloriose vittorie per “Gravity” e “Birdman”), John Seale in “Mad Max: Fury Road” (vittorioso nel 1997 con “Il paziente inglese”), Janusz Kaminski ne “Il ponte delle spie” (7 nomination totali, 2 vittorie spielberghiane negli anni ’90), Edward Lachmann in “Carol” e Anthony Dod Mantle in “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick” (premiato nel 2009 per “The Millionaire”).

Miglior scenografia

Come nella categoria relativa ai costumi, la lotta sembrerebbe instaurarsi fra “Carol” (Judy Becker) e “Cenerentola” (il nostro leggendario Dante Ferretti, con alle spalle tre vittorie), cui seguirebbero “Il ponte delle spie” (Adam Stockhausen), “The Danish Girl”, “Brooklyn” e “Macbeth” (Fiona Crombie).

Migliori costumi

Ritroveremmo come preannunciato “Carol” e Cenerentola” (in entrambi i casi opera di Sandy Powell, a caccia della 4a statuetta), oltre a “The Danish Girl” e “Brooklyn”; si accoderebbero “The Revenant” (Jacqueline West) e “Via dalla pazza folla” (Janet Patterson).

Migliori trucco e acconciatura

Gli sfidanti in prima linea parrebbero “The Danish Girl”, “Black Mass” e “Star Wars: Il risveglio della forza”; nelle retrovie, comparirebbe “Carol” e, ancora più in lontananza, “Mad Max: Fury Road”.

Miglior sonoro

Altrettanto agguerrito si configurerebbe il confronto sul piano del missaggio sonoro, ove l’eccellenza potrebbe essere raggiunta da “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian”, “Star Wars: Il risveglio della forza”, “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”, “The Revenant”, “Spectre” e “Sicario”.

Miglior montaggio sonoro

Pronostici simili per il montaggio sonoro, che vedrebbero gli stessi candidabili, anche se in un ordine diverso, mantenendo tuttavia salde le posizioni di “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian” e “Star Wars: Il risveglio della forza”.

La rubrica si rinnoverà grazie ad un aggiornamento fra un mese esatto.

Written by Raffaele Lazzaroni


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