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Oscar 2016: L’aria che tira – #3

Creato il 03 gennaio 2016 da Alessiamocci

Mancano 56 giorni all’88^ Notte degli Oscar. È venuto il tempo di aggiornare, per l’ultima volta prima che le nomination siano annunciate il 24 gennaio, i dati forniti dalle due fonti “attendibili, specializzate e autorevoli” che ho selezionato, www.indiewire.com e www.awardscircuit.com, senza mai dimenticare la tutt’altro che improbabile suscettibilità delle liste a seguire.

Propongo come sempre un elenco dei lungometraggi caratterizzati da preannunciate copiose candidature.

  • 11 potenziali categorie – “Revenant – Redivivo”;
  • 9 potenziali categorie – “Carol” e “Mad Max: Fury Road”;
  • 8 potenziali categorie – “Il caso Spotlight” e “Sopravvissuto – The Martian”;
  • 7 potenziali categorie – “Room” e “Star Wars: Il risveglio della Forza”;
  • 6 potenziali categorie – “The Hateful Eight”;
  • 5 potenziali categorie – “Il ponte delle spie”, “La grande scommessa” e “Brooklyn”;
  • 4 potenziali categorie – “The Danish Girl”.

Possiamo ora entrare maggiormente in dettaglio analizzando categoria per categoria, ognuna nelle proprie peculiarità. Sottolineo che tutti i titoli riportati sono già usciti negli States, mentre le sale italiane spesso ne risultano ancora prive.

Miglior film

I cavalli di battaglia rimangono “Il caso Spotlight” (Open Road), “Room” (A24), “Sopravvissuto – The Martian” (20th Century Fox), “Revenant – Redivivo” (Fox), “Il ponte delle spie” (Disney); “La grande scommessa” si rivela una sostanziosa new entry della Paramount; rinnovato (e lecitissimo) è l’interesse per “Carol” (The Weinstein Company) e “Mad Max: Fury Road” (Warner Bros); altri titoli che potrebbero trovare spazio nella categoria sono “Star Wars: Il risveglio della Forza” (Disney) e “Straight Outta Compton” (Universal); in fondo all’elenco troviamo “Brooklyn” (Fox Searchlight). Costituiscono delle incognite irrisolte “Inside Out” (Disney), “The Hateful Eight” (The Weinstein Company), “Il figlio di Saul” (Sony Pictures), “Anomalisa” (Paramount Pictures). Parrebbero fuori gioco “Joy” (Fox), “Creed – Nato per combattere” (Warner Bros.) e “L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo” (Bleeker Street), l’attenzione sul quale si era contestualmente accesa per qualche settimana, salvo poi spegnersi. Si tenga comunque conto che dal 2010, anno in cui la rosa da cui pescare il vincitore è stata ampliata da 5 a 10 titoli, si è arrivati nel 2015 ad ammettere (in un generale spirito di insensibilità e pressoché totale mancanza di lungimiranza) solo 8 lungometraggi alla corsa, nonostante la soglia dei 10 ammissibili sia rimasta invariata.

Miglior regista

In prima linea troviamo ancora Thomas McCarthy (“Il caso Spotlight”), Alejandro González Iñárritu (“Revenant – Redivivo”) e Ridley Scott (“Sopravvissuto – The Martian”); risalgono alla ribalta George Miller per il suo memorabile “Mad Max: Fury Road”, Lenny Abrahamson per “Room” e Todd Haynes per “Carol”. Si scommette anche su Adam McCay per “La grande scommessa”. Rimarranno forse a bocca asciutta Steven Spielberg (“Il ponte delle spie”), László Nemes (“Il figlio di Saul”), Quentin Tarantino (“The Hateful Eight”), David O. Russell (“Joy”) e Ryan Coogler (“Creed – Nato per combattere”).

Miglior attore protagonista

Solidi sfidanti sono Leonardo DiCaprio in “Revenant – Redivivo”, Michael Fassbender in “Steve Jobs”, Eddie Redmayne in “The Danish Girl”, Matt Damon in “Sopravvissuto – The Martian”; incerto rimane l’accesso nella cinquina per il Johnny Depp di “Black Mass” e per il recentemente apprezzato Bryan Cranston di “L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo”. Ormai pare escluso dai giochi Will Smith (“Zona d’ombra”, aka “Concussion”).

Miglior attrice protagonista

Invariata la falange delle frontrunners: Brie Larson (“Room”), Saoirse Ronan (“Brooklyn”), Cate Blanchett (“Carol”), Jennifer Lawrence (“Joy”), Charlotte Rampling (“45 anni”). Ancora non risulta chiaro se Rooney Mara per la sua performance in “Carol” debba essere considerata protagonista o meno. Resta in secondo piano Carey Mulligan (“Suffragette”).

Miglior attore non protagonista

Qui il panorama è più altalenante: nell’ultimo mese, i più accreditati sono rimasti Mark Rylance (stupendo ne “Il ponte delle spie”), Sylvester Stallone (“Creed”) e Michael Keaton (“Il caso Spotlight”). Meno vicini alla candidatura Mark Ruffalo (ancora “Il caso Spotlight”) e Christian Bale (“La grande scommessa”), così come i riscoperti Idris Elba (“Beasts of No Nation”) e Jacob Tremblay (“Room”). Esclusi dalle Top 5 Michael Shannon (“99 Homes”), Paul Dano (“Love & Mercy”), Tom Hardy (“Revenant – Redivivo”) e, purtroppo, Benicio del Toro (“Sicario”).

Miglior attrice non protagonista

Non è da meno la rispettiva categoria femminile: accanto alle inviolabili Kate Winslet (“Steve Jobs”), Jennifer Jason Leigh (“The Hateful Eight”) e Alicia Vikander (“The Danish Girl”), ecco riapparire Rachel McAdams (“Il caso Spotlight”) ed esordire Joan Allen (“Room”) e Helen Mirren (“L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo”); come se non bastasse, all’orizzonte si scorge una doppia nomination per la Vikander (merito della performance in “Ex Machina”). Eccezionalmente screditata Rooney Mara per “Carol” (salvo l’incombente possibilità di essere riconosciuta come protagonista), assieme a Jane Fonda per “Youth”, Elizabeth Banks per “Love & Mercy” e Kristen Stewart per “Sils Maria”.

Miglior sceneggiatura originale

Confermati i copioni de “Il caso Spotlight” (Thomas McCarthy e Josh Singer), “Inside Out” (Bob Peterson e Pete Docter… e forse addirittura Meg LeFauve e Josh Cooley?), “The Hateful Eight” (Quentin Tarantino) e “Il ponte delle spie” (Matt Charman coi fratelli Coen). Nuove proposte: “Ex Machina” (Alex Garland) e “Straight Outta Compton” (Jonathan Herman, Andrea Berloff, Alan Wenkus e Leigh Savidge). Messi da parte Ramin Bahrani, Amir Nader e Bahareh Azimi (“99 Homes”), László Nemes e Clara Royer (“Il figlio di Saul”), Paolo Sorrentino (“Youth”), David O. Russell e Annie Mumolo (“Joy”).

Miglior sceneggiatura non originale

È probabile che vengano selezionati i cinque sceneggiatori più meritevoli fra Adam McCay e Charles Randolph per “La grande scommessa”, Emma Donoghue per “Room”, Aaron Sorkin per “Steve Jobs”, Phyllis Nagy per “Carol”, Drew Goddard per “Sopravvissuto – The Martian”, Nick Hornby per “Brooklyn” e Alejandro González Iñárritu e Mark L. Smith per “Revenant – Redivivo”. Poche le speranze per Charlie Kaufman e il suo “Anomalisa”.

Miglior film d’animazione

Fra i 16 cartoon candidabili si continua a puntare su “Inside Out”, “Anomalisa”, “Shaun, Vita da pecora – Il film”, “Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts”, “Il profeta” e infine “Il viaggio di Arlo”, giustamente retrogradato vista la modesta distinzione drammaturgica, in parte colmata dall’eccezionalità della realizzazione tecnica.

Miglior film straniero

È stata resa pubblica la shortlist fra cui si eleggeranno i cinque candidati alla statuetta dorata: rimangono in piedi innanzitutto “Il figlio di Saul” (Ungheria), “Mustang” (Turchia), “Il labirinto del silenzio” (Germania); seguono quindi alcuni nuovi titoli, come “Viva” (Irlanda), “A War” (Danimarca) e “Theeb” (Israele o Giordania, a seconda delle versioni). Rimane qualche barlume di speranza per “Dio esiste e vive a Bruxelles” (Belgio), “Embrace of the Serpent” (Colombia) e “The Fencer” (Finlandia). Purtoppo non sono sopravvissuti “Rams” (Islanda) e “The Assassin” (Taiwan), così come sono stati radiati “È arrivata mia figlia” (Brasile), “Goodnight Mommy” (Austria) ed “El Club” (Cile). Escluso pure il nostro meraviglioso Caligari (“Non essere cattivo”).

Miglior film documentario

Anche qui la base di partenza è una shortlist, più estesa di quella precedente: i titoli prediletti sono “Amy”, “The Look of Silence”, “Where To Invade Next” (new entry), “Cartel Land”, “The Hunting Ground”, “Going Clear: Scientology e la prigione della fede”, “Malala”. Gli altri sfidanti sono “Best of Enemies”, “Heart of a Dog”, “Listen to Me Marlon”, “Meru”, “3 ½ Minutes, 10 Bullets”, “We Come As Friends”, “What Happened, Miss Simone?”, “Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom”. Escluso “The Wolfpack”.

Miglior colonna sonora

Sono 122 le colonne sonore candidabili all’Oscar. La buona notizia è che è sempre più convincente il nostro Ennio Morricone per “The Hateful Eight”, seguito da John Williams per “Star Wars: Il risveglio della Forza”, Howard Shore per “Il caso Spotlight”, Thomas Newman per “Il ponte delle spie” e il riacquistato Carter Burwell per “Carol”. Qualcuno fra questi potrebbe forse essere scalzato da Alexandre Desplat (“The Danish Girl”), Daniel Pemberton (“Steve Jobs”), Michael Giacchino (“Inside Out”) o Jóhann Jóhannsson (“Sicario”).

Miglior canzone

Fra le 74 canzoni accettate, ne verranno probabilmente candidate cinque fra “Til It Happens To You” (da “The Hunting Grond”), “See You Again” (da “Fast and Furious 7”), la terza “Simple Song” (da “Youth”), “Love Me Like You Do” (da “Cinquanta sfumature di grigio”), “Writing on the Wall” (da “Spectre”) e “So Long” (da “Zona d’ombra”). Escluso inaspettatamente (anche dall’albo dei nominabili) “One Kind of Love”, contenuta in “Love & Mercy”.

Migliori effetti speciali

Solo 10 film possono ora sperare di ottenere un posto alla serata del 28 febbraio: fra questi, i più agguerriti sono “Star Wars: Il risveglio della Forza”, “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian”, “The Walk”, “Jurassic World” e addirittura “Revenant – Redivivo”. S’accodano “Ant Man”, “Avengers: Age of Ultron”, “Ex Machina”, “Tomorrowland – Il mondo di domani”. Escluso “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”.

Miglior montaggio

Restano in cima alle aspettative Margaret Sixel e Jason Ballantine (“Mad Max: Fury Road”), Stephen Mirrione (“Revenant – Redivivo”) e Tom McArdle (“Il caso Spotlight”); seguono, con forti possibilità di successo, Maryann Brandon e Mary Ko Markey (“Star Wars: Il risveglio della Forza”), Hank Corwin (“La grande scommessa”), Pietro Scalia (“Sopravvissuto – The Martian”), Nathan Nugent (“Room”). Nelle retrovie si trovano Michael Kahn (“Il ponte delle spie”) ed Elliott Graham (“Steve Jobs”).

Miglior fotografia

Tengono duro i maestri Emmanuel Lubezki (“Revenant – Redivivo”), Roger Deakins (“Sicario”) e John Seale (“Mad Max: Fury Road”), accompagnati dal recuperato Edward Lachmann di “Carol” e dal novello Robert Richardson di “The Hateful Eight”. Restano le incognite Janusz Kaminski per “Il ponte delle spie”, Mátyás Erdély per “Il figlio di Saul” e Dariusz Wolski per “Sopravvissuto – The Martian”.

Miglior scenografia

I titoli più papabili sono “Il ponte delle spie”, “The Danish Girl”, “Brooklyn”, “Mad Max: Fury Road”, “Carol” e “Star Wars: Il risveglio della Forza”. “Cenerentola” retrocede.

Migliori costumi

La cinquina prevista è costituita da “Carol”, “Cenerentola”, “The Danish Girl”, “Brooklyn”, “Revenant – Redivivo”. Rimane forse auspicabile l’entrata di “L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo” e “Via dalla pazza folla”.

Migliori trucco e acconciatura

La terzina d’eccellenza contenuta nella shortlist è quella composta da “Black Mass”, “Mad Max: Fury Road” e “Revenant – Redivivo”; gli altri titoli sono “Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto”, “Zona d’ombra”, “Legend”, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”. Esclusi “The Danish Girl” (a sorpresa), “Star Wars: Il risveglio della Forza” e “Carol”.

Miglior sonoro

I contendenti più prossimi alla nomination sono “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian”, “Star Wars: Il risveglio della Forza”, “The Hateful Eight”, “Revenant – Redivivo” e “Sicario”. Forse dovrebbero abbandonare le speranze “In the Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick” e “Spectre”.

Miglior montaggio sonoro

Stesso panorama, se non fosse che “The Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick” riesce ad entrare pienamente in contesa, a differenza dell’ultimo James Bond.

La rubrica si rinnoverà grazie ad un aggiornamento fra un mese esatto, con l’intento di commentare le annunciate candidature.

Written by Raffaele Lazzaroni


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