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Out of body experience: svelato il mistero

Creato il 04 dicembre 2012 da Gianluca1
Out of body experience: svelato il mistero
Recentemente ha destato stupore la notizia divulgata da un neurologo di Harvard, Eben Alexander, relativa all'esistenza dell'aldilà: lo scienziato dice di poterlo provare, essendo stato per sette giorni in coma, e avendo visitato un mondo “incommensurabilmente più alto delle nuvole, popolato di esseri scintillanti e trasparenti”. Ma cosa c'è di vero in tutto ciò? Una fonte luminosa in fondo a un tunnel, la sensazione di distaccarsi dal proprio corpo e poter osservare i medici dall’alto che tentano di salvarci la vita, rivivere come in un film la propria esistenza dalla nascita: sono tutte esperienze che, molti tra coloro che hanno provato il dramma del coma e che si sono risvegliati, dicono di aver vissuto. Ma la scienza cosa dice? Secondo Susan Blackmore della University of Bristol e Harvey Irwin della University of New South Wales si tratta di semplici condizioni mentali dovute al fatto che nei momenti di stress estremo (quali il momento del trapasso), il cervello produce grandi quantità di endorfine, che predisporrebbero a una sorta di ‘sogni euforici’, e che anche chi non si trova in bilico tra la vita e la morte può provare; a tal proposito Blackmore ritiene che addirittura il 20% della popolazione avrebbe avuto la sensazione di uscire dal proprio corpo semplicemente concedendosi una pennichella. Analogamente è possibile vivere le stesse sensazioni di chi dice di essere ‘ritornato alla vita’ nel corso di attacchi di emicrania, convulsioni epilettiche, assunzioni di droghe e sedute di meditazione. In Australia i due studiosi hanno condotto esperimenti su gruppi di pazienti che affermano di aver avuto una OBE (Out of body experience, ovvero esperienza fuori dal proprio corpo), e hanno scoperto che nella maggior parte dei casi si tratta semplicemente di persone che più facilmente delle altre possono andare incontro a fenomeni di natura allucinatoria. Il tunnel luminoso altro non sarebbe che la conseguenza di uno scollegamento tra la retina e la corteccia visiva: in questo caso si vede comparire davanti a sé un punto luminoso che progressivamente si ingigantisce fino a costituire un tipico tunnel. Infine per ciò che riguarda la sensazione di poter rivivere la propria vita gli scienziati spiegano che ciò è dovuto al fatto che in determinate condizioni il cervello riaccende zone nascoste della memoria, esattamente come accade in molti attacchi di epilessia.

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