Magazine Attualità

Panama, risultati a sorpresa: è Varela il nuovo presidente

Creato il 05 maggio 2014 da Eldorado

È Juan Carlos Varela il nuovo presidente di Panama. Le elezioni si sono svolte in un clima tranquillo, che non ha risentito della grande incertezza del voto che ha riassunto in pochi punti percentuale ben tre candidati. Alla fine ce l’ha fatta Varela, l’attuale vice presidente in carica, ex alleato ed oggi principale critico ed oppositore del presidente Martinelli. 50 anni, imprenditore, Varela era il meno accreditato del terzetto di papabili su un totale di sette candidati (gli altri due sono José Domingo Arias, delfino di Martinelli e Juan Carlos Navarro, candidato del PRD) al punto che gli ultimi sondaggi lo avevano dato sempre all’ultimo posto della fila. Il voto ha invece cambiato tutto e Varela ha vinto con un comodo 7% di vantaggio sul candidato di governo.

Non ci sarà quindi quella continuità che aveva auspicato il presidente uscente, Martinelli che attraverso Arias avrebbe voluto insistere sul suo progetto di stato imprenditore. Al suo posto, ci sarà proprio Varela che aveva a più riprese criticato il presidente, accusato di essere poco avvezzo all’istituzionalità e che lo aveva prima preteso come alleato e quindi cacciato dalle cariche di governo. I due non se le sono mai mandate a dire e, per come si sono messe le cose, continueranno ancora a lungo con le loro provocazioni.

Martinelli è stato un presidente viscerale, che ha cambiato il volto di Panama. Il suo appoggio incondizionato alle grandi opere ha generato fiducia non solo nel ceto medio, ma anche nelle fasce più povere della popolazione che hanno tratto benefici dalla contingenza. Gli investimenti nelle opere pubbliche hanno fatto di Panama il paese con il più alto indice di crescita dell’intera America Latina, record non immune di carenze. Il presidente ed il suo partito, che ha investito grandi risorse per l’elezione mancata di Arias, hanno un grande debito con l’ambiente, saccheggiato alla leggera per consentire il compimento dei mega progetti. Una logica questa alla quale hanno tentato di opporsi i popoli autoctoni, spesso in rotta con le direttive provenienti dalla capitale e che hanno pagato un duro prezzo nella questione del rispetto dei loro diritti.

Sulla carta, ora, non cambia molto. Martinelli, presidente imprenditore, lascia il posto ad un altro imprenditore, pure lui di matrice centro destra. Sulla direzione politica ci sarà quindi poco di nuovo da aspettarsi. L’idea di grande emporio continuerà ad essere vigente anche sui banchi del nuovo governo. Varela si troverà di fronte alla questione dell’ampliamento del Canale, i cui lavori procedono in ritardo dovuto al contenzioso –per il momento risolto- che oppone il governo panamense al consorzio costruttore. Con più di tre milioni e mezzo di abitanti, di cui il 26% sotto la soglia della povertà, Panama ha bisogno che l’ampliamento sia pronto al più presto. Le opere costano ed ormai è arrivato il momento di farle fruttare per evitare che i benefici di oggi si trasformino nei debiti di domani. Un segnale che è già possibile riconoscere dall’incremento dell’inflazione. Intanto, dal Banco Mondiale –che ha consegnato l’anno scorso un assegno di cento milioni di dollari per finanziare lo sviluppo del paese- fanno sapere che è giunta l’ora delle riforme, a cominciare da quella tributaria.

Per la cronaca, oltre al presidente, sono stati eletti anche i 71 deputati del Congresso, i venti destinati al Parlamento centroamericano, nonché i responsabili –sindaci e consiglieri- dei Comuni.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :