Tre uomini sulla plancia di comando di un’astronave ricevono un messaggio dalla Terra: “Siete la nostra ultima speranza”. Poi alcune immagini oniriche di una donna e infine il risveglio brusco, affannato, del caporale Bower che si ritrova solo e illuminato da un neon verde cerca di far riaffiorare alla mente i ricordi persi a causa dell’iper-sonno. Dopo circa un’ora si risveglia anche il tenente Payton, anche lui ha la memoria confusa e come Bower non riesce nemmeno a ricordare lo scopo della loro missione. Insieme cercano di uscire dalla sala in cui si sono svegliati per raggiungere il generatore mal funzionante e la plancia di comando per capire cosa sia successo alla nave e al resto dell’equipaggio. Bower si inoltra nei condotti dell’Elisyum (il nome dell’astronave su cui si trovano) e fa una scoperta incredibile: a bordo vi sono delle strane creature, dei predatori che danno loro la caccia per mangiare. Vagando per i bui e labirintici corridori dell’Elisyum incontrerà altri 2 superstiti che gli salveranno la vita e con loro continuerà a cercare il generatore. Nel frattempo il tenente troverà un altro membro dell’equipaggio che mostra evidenti sintomi di Pandorum, una sindrome dovuta all’iper-sonno, che porta alla pazzia e a comportamenti omicidi… ma è il giovane a soffrirne veramente o lo stesso tenente Payton?
Pandorum non è un film molto originale, né nell’idea di fondo, né nei personaggi alquanto stereotipati, né nella trama prevedibile che lascia molti punti in sospeso senza una spiegazione efficace, a partire dalla genesi delle creature presenti a bordo. Nonostante questo i 100 minuti di pellicola non annoiano lo spettatore perché riescono a portarlo nei meandri della nave Elisyum, trasmettendogli l’angoscia vissuta dal protagonista alla ricerca della memoria che riemerge poco alla volta. Il merito va dunque al regista Chris Alvart che fa muovere i suoi personaggi nel buio e minaccioso labirinto dell’Elisyum, dosando bene azione e introspezione, condite con un montaggio e con della musica che aumentano il senso di tensione provato dallo spettatore in sala.Magazine Cinema
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