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Para entrar a vivir

Da Giuseppe Armellini
contiene lievi spoiler
Para entrar a vivirNel 2006 un gruppetto formato dai più importanti giovani registi horror spagnoli -tra i quali De la Iglesia e Balaguerò- crearono per la tv una specie di Masters of Horror al gusto di paella, le Peliculas para no dormir (credo non ci sia bisogno di traduzione). Il quasi sempre inutile canale di Sky, Horror Channel (l'ex Fantasy), per una volta offre qualcosa di interessante e mette in programmazione proprio l'episodio di Balaguerò -quello che più avrei voluto vedere- l'interessantissimo Para entrar a vivir (espressione riferita alle case in affitto già pronte per vivere).
In effetti la trama parla dell'inferno vissuto da una giovane coppia andata a visionare una casa da affittare. Pensavano di poter scegliere, invece no, la casa era ormai la loro, inutile discutere...
Sono contento di aver visto questo film perchè mi permette di tornare su un argomento in parte già affrontato con Insidious. L'Horror ben fatto non deve permetterti di pensare. O la storia narrata è così ben strutturata e solida che pur "impegnandoti" non riesci a trovar falle, oppure è così densa l'atmosfera e così tesa la suspense che non riesci proprio a pensare ad altro. Per un motivo o per l'altro comunque il diktat è sempre quello: vietato pensare, perchè pensare nell'horror porta quasi sempre alla rovina...
Ora, perchè non sono riuscito a farmi piacere fino in fondo Para entrar a vivir? Perchè sin dall'inizio ho pensato che il personaggio cardine del'intero film, la pazza affittuaria, non sia stato affatto credibile. E non parlo solo di plot o di verosimiglianza delle vicende ma anche di faccia. Sì, di faccia. Se fate una rapida carrellata mentale dei vostri horror preferiti vedrete che in quasi nella maggior parte dei casi la scelta degli attori o delle maschere dei "mostri" (Leatherface, Jason and co.) è determinante. Se il cattivo di turno non ha appeal (o almeno non lo ha per voi), tutto quello che succede è tremedamente annacquato.
Balaguerò gira il film un anno prima dell'indimenticabile Rec. Ed già è presente quello che, a mio parere, è il punto di forza del capolavoro firmato insieme a Plaza, il palazzo. Anche Para entrar a vivir infatti si svolge completamente all'interno di un edificio, tra l'altro cinematograficamente splendido. Balaguerò usa gli spazi ed i luoghi in un modo magnifico, li circoscrive al massimo per far sì che lo spettatore si ritrovi sempre più dentro al film, sappia dove portano quelle scale, cosa c'è dietro quella porta etc.... Come sempre il livello degli attori (una costante di cui ho già parlato in precedenza riguardo l'horror europeo) è ottimo. Anche l'atmosfera è vincente, tesa e malata allo stesso punto. Il film va via che è una bellezza, la paura se ne sta magari su un angolino ma una certa aria di inquietitudine certo non manca. Se non fosse, almeno per me, per il cattivo. A me pare impossibile che una signora gracilina sia riuscita a far quello che ha fatto ( non solo a loro...). Il marito della coppia fa una figura davvero grama in qualsiasi corpo a corpo con la suddetta. Tra l'altro ci sono 3,4 momenti in cui anche un obiettore di coscienza come me l'avrebbe accoppata con una facilità disarmante... Come faccio a godere al massimo di un'ottima pellicola se mi ritrovo continuamente a dire "com'è possibile?". Mannaggia, me l'ha quasi rovinato.
Rimane un horror altamente consigliato, visione quasi obbligata per gli amanti del genere. Se mai ce ne fosse ancora bisogno dimostra come qualsiasi produzione europea, anche televisiva come questa, sia superiore al titolo di punta americano dell'anno. Ogni riferimento a Insidious è puramente casuale.

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