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Parmigiana di storie

Da Saporireclusi

Una bottega bio ed etica nel cuore di Roma, due amici (Alessandro Mannarino e Don Pasta) che dalla capitale esportano musica, teatro e poesia. Terreni Fertili e the Fooders, che da anni usano il cibo e gli incontri informali come scusa per trattare temi importanti, discorsi che non piacciono alla politica ma interessano la gente, ghiotta di storie, oltre che dei loro buonissimi piatti. E poi noi, Sapori reclusi, che ci siamo uniti a loro per le Cene Carbonare 2011 in un processo quasi naturale. Si parla di carcere, si mangia, si scambiano racconti…ed ecco che ci siamo anche noi.

E’ stata una giornata lunga e piena di emozioni, tutte volte al capire, vedere, sentire un po’ di più la vita reclusa. Mattinata a Rebibbia a fare la pasta con un gruppo di detenuti perché, come dice Don Pasta, fare la pasta a mano è una piccola magia, una ricetta che finisce col togliere, almeno per un istante, le ombre più scure dal volto di chiunque. Poi Pomeriggio nell’anfiteatro del carcere con tutti i detenuti riuniti a guardare lo spettacolo, chi in silenzio, chi interagendo, quasi tutti apprezzando le polpette di carne fritte, ingrediente fondamentale per la parmigiana di melanzane più pesante di tutte: quella salentina!

Chiacchierando seduti sugli scalini scopriamo che dall’inizio della settimana è partito uno sciopero della fame “perché a noi non ci ascolta nessuno”. La protesta si è poi presto tramutata in uno sciopero del carrello, ovvero non si accetta il cibo dell’amministrazione e ci si organizza indipendentemente per cucinare da sé. Come insegna il Gambero Nero questo non vuol dire che si mangi meno bene, ma è importante dare un segnale. Una privazione auto inflitta, anche minima, in un ambiente già limitato per definizione ha sicuramente un valore simbolico molto importante, un valore che noi portiamo fuori, così come i momenti più leggeri.

Ed infine la cena, momento lirico ed intimo, punto di incontro infine tra il dentro ed il fuori attraverso i testi di Don Pasta, la musica e la poesia di Alessandro Mannarino. Raccolti attorno ai due artisti, un po’ accaldati da vino e umidità, molti curiosi con cui abbiamo potuto fare quello che più ci piace, ovvero raccontare un pò di carcere.

Ringraziamo tutti per i momenti intensi e per il sostegno dato all’associazione, a cui andranno i ricavati della serata.

Ora però non è ancora finita: ci rimbocchiamo le mani che c’è una nuova cena da preparare. Stasera, zona Ardeatina, cucina  Salvatore che da Rebibbia ci racconta il carcere senza intermediari, un po’ a parole e soprattutto attraverso il menu:

capponata, bucatini all’amatriciana, bocconcini di pollo in salsa al limone, purè al tartufo e immancabile caffè al limone!!

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