Magazine Diario personale

Parole petalose

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
<<Uhh, guarda questa gonna a ruota! E' così...così...così petalosa!>>Ehh no, eh! Anche tu con petaloso?<<Perchè scusa, adesso fai parte degli illustri linguisti di Facebook che aborrono questo termine?>>
No, per carità, sono tra quelli che l'hanno trovato carino....almeno all'inizio.
<<Perchè, ora non è più carino?>>
No, giacchè è stato decontestualizzato. Un conto è il significato dato dal bambino all'interno del tema, ma un altro è usare questo termine per qualsiasi oggetto, organi sessuali compresi. E poi oh, a saperlo prima, io e i miei compagni di liceo saremmo entrati nel Guinness World Record per numero di parole inventate!<<Cioè?>>
Quand'ero una giovane studentessa liceale con la testa piena di telefilm americani e declinazioni di lingue morte, avevo una combriccola di compagni di scuola particolarmente....estrosa.C'era il filofascista grande amico del filoberlusconiano, il fintocomunista grande amico del fashionman, la ballerina di danza classica, la modella, la discotecara, il rapper, il convintissimo Adone , quella che si spacciava per la mia migliore amica e quello che era davvero il mio migliore amico.
Un gruppo eterogeneo, lo ammetto, compresi ultra cattolici, atei convinti, agnostici, evangelisti, bisex, lesbiche, omosessuali e pansessuali (o, per meglio dire, gente che avrebbe limonato con la qualsiasi cosa, lampione antistante il liceo compreso nel prezzo).
Così, tra una ricreazione in cui sbocciavano e sfiorivano amori nascosti dai fumi delle sigarette (e degli spinelli di certuni), e una gita a lungo raggio, si dava il meglio di sè.
Come quella volta in cui, a Rimini, qualcuno esclamò il primo "awanasgheps" della nostra vita.
Ma cosa vuol dire Awanasgheps?Questo termine così filoamericano, servì per indicare una cosa di cui, momentaneamente, non si conosce il nome reale o l'effettivo utilizzo. Fu, perciò, sinonimo di "coso".
Per esempio, capitavano spesso dialoghi tipo:
<<Me lo passi l'awanasgheps?>><<L'accendino?>><<Eh, quello. L'awanasgheps.>>[Per la cronaca, tale termine fu coniato da uno dei ragazzi dopo una serata di alcool e canne. Ergo, chissà cosa volesse realmente dire con questo biascicante termine!]
Successivamente, durante la stessa gita nacque un altro termine che prese presto piede in tutto il liceo; stinnastipirifunny.Tale espressione servì a sintetizzare in maniera spicciola il più generico pensiero "ma che cacchio mi stai dicendo?".
Esempi di frase in cui veniva usato erano dunque:
<<Ma secondo te, posso avere qualche chance con Marco?>><<Seh, stinnastipirifunny!>>[Il termine fu detto per la prima volta da un compagno che, addormentatosi in autobus, incominciò a parlare nel sonno contro ignoti individui da lui sognati.]
Pian piano, crescendo, i termini assunsero però contorni più italiani.
Fu molto usato, per esempio, il termine pimpigna per indicare un gruppo di ragazze particolarmente scavezzacollo e goliardiche.
Originatosi da una strofa della Centona di Nino Martoglio (la Laparedda) in cui appariva il termine "Pri' mpigna", questa espressione ebbe anche i suoi diminutivi quali "pimpi" e "pimpos", trovando riscontro anche nella descrizione di avvenimenti quali "giornate pimpignose" (cioè piene di pimpigne).
I dialoghi in cui poteva trovarsi questa espressione erano del tipo:
<<Ma dov'è finita quella pimpigna di Genoveffa?>>.
Successivamente, io e una mia amica coniammo il termine "ciùciù" (diverso dal termine napoletano "ciuciù" con cui si intende il sussurrio pettegolo).
Nato agli inizi per indicare una persona dall'espressione sveglia quanto una talpa in letargo, fu poi indirizzato verso tutti quegli animali estremamente carini come cuccioli di cane, gatto, conigli, leoni, giraffe, leocorni e dragoni.
E non c'era volta in cui, di fronte a qualche negozio di animali o immagine di essi, non si esclamasse un
<<Ma sei un ciùciù!!!>> con tanto di vocina stridula e occhi a cuoricino.
Eppure, il termine più strano è stato uno ed uno solo, sebbene si scoprì, anni dopo, che in dialetto leccese ha un suo specifico significato;
SBACONCA.
Tale idioma fu coniato da un ragazzo un paio d'anni più grande e fu usato per descrivere...me.
Esatto, sbaconca ero io.
Dopo "Io sono Legenda" ci fu "Io sono Sbaconca".
Ma che cosa voleva intendere il simpatico compagno di scuola con questo epiteto?
Poichè non andavamo mai d'amore e d'accordo (anzi, diciamo proprio che a pelle non ci siam sopportati), con questo termine volle racchiudere tutto quello che pensava di me, ovvero che sono petulante, antipatica, chiassosa, non so vestire alla moda e sono grassa.
Insomma, in una sola parola, sbaconca.
Purtuttavia, sebbene questi termini furono ampiamente usati da tutta la scuola fuori e dentro le mura di quel tetro liceo, essi non balzaroo all'onor di cronaca nè, tanto meno, tra le parole papabili per i dizionari degli anni a venire.
Che poi, voglio dì: perchè patonza sì e pimpigna no?
Perchè shortini sì e ciùciù no?
Perchè petaloso viene usato per indicare la qualsiasi cosa senza alcun nesso logico e awanasgheps no?
Eh, io lo so il perchè.
Perchè noi, a differenza del bimbo petaloso, avevamo un'insegnante di italiano che reputava il termine "inalberare" inesistente, figurarsi stinnastipirifunny!
Già, inalberare....
Parole petaloseMo' chi gli e lo dice a quelli dell'Accademica della Crusca che questo termine, secondo la nostra ex prof, non esiste?

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