Per Salvatore Parolisi, in carcere per aver accoltellato a morte la moglie Melania Rea nel bosco di Ripei, unico contatto con la sua famiglia e con la figlia di diciotto mesi è una conversazione telefonica settimanale. Dal momento stesso in cui il caporal maggiore è stato trasferito alle carceri teramesi di Castrogno, dai familiari non è stato richiesto alcun permesso di visita e di contatto. A scriverlo è il quotidiano il Centro.
Salvatore Parolisi viceversa incontra quasi giornalmente i suoi due legali e nella giornata di ieri, durante il colloquio, è stata preparata la memoria difensiva da presentare al tribunale del Riesame il 22 agosto prossimo. Certo non si sono fermate le indagini, nè si fermeranno. Saranno infatti predisposti dalla procura teramana nuovi accertamenti per cercare di localizzare il posto in cui Parolisi si trovava alle 15.26 del 18 aprile, quando il suo cellulare venne riacceso è spento e il caporalmaggiore effettuava, forse per depistare, la prima chiamata sul cellulare della moglie. Ancora molte domande senza risposta, forse troppe, questo il motivo per cui il gip Giovanni Cirillo ha ordinato un sollecito di accertamento.
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