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Patire

Creato il 03 maggio 2010 da Renzomazzetti

giustiziaGli uomini del popolo hanno male da tutti. Il popolo ha patito: patito molto: patito sempre: patito senza compenso… Gli uomini d’altre classi hanno male, generalmente parlando, da chi governa; gli uomini del popolo, per colpa dell’organizzazione sociale, spesso anche per colpa degli individui, hanno male da tutti: male dai governi che li spolpano coi dazi di consumo, colle imposte di ogni genere – che li mantengono ignoranti e corrotti – che li mandano soldati a versare il loro sangue per difendere una società nella quale non godono alcun diritto: mala de quei che impiegano le loro braccia, tendenti sempre e spesso forzati dalla concorrenza ad abbassare i loro salari: male dagli amministratori della giustizia, che la negano col fatto a quanti non hanno i mezzi per affrontare le immense spese d’atti, di bollo, d’avvocati e di processi lunghissimi: male da tutti coloro che stanno superiori ad essi per fortuna, o per intelletto educato, e li trattano con dominio o sospetto, non, come dovrebbero, con fratellanza e amore… Così, senza compenso, senza sfogo, senza conforto di pietà da chi gli sta sopra, il popolo ha durato e dura soffrendo.

INDOVINA L’ INDOVINELLO:

CHI HA SCRITTO QUESTE

AMARE RIFLESSIONI?

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PIERRE LOTI

Mistero, rassegnazione, fortuna!

Gabbie, serragli, carovane, cascate!

Avanti i sultani

avanti le naiadi

che danzano sui piatti d’argento!

Maharagià, pascià,

gente da mille e una notte.

Sembra che chitarre di madreperla

pendano dai minareti.

Donne truccate ricamano

coi loro piedi una danza.

E da lontano, nel vento,

preti dalle barbe verdi

salmodiano il loro Corano!

Ecco, ecco l’Oriente

come l’ha visto il poeta francese,

l’Oriente puro e semplice

che si legge nei libri

stampati a milioni di copie!

Ma dove l’ha visto

un simile Oriente?

Né ieri, né oggi e né domani

può esistere un Oriente come questo.

Oriente, sole che s’alza,

terra o lava dove gli schiavi nudi

crepano di fame.

Oriente, triste paese

paese di tutti

rubato agli orientali!

O Asia, granaio d’Europa,

Asia ricca di tutto

granaio pieno di grano,

Asia, guarda i tuoi cinesi,

i cinesi che chiedono il pane

come gialle candele

i cinesi aggrappati con le unghie

ai bordi delle navi americane!

E lassù, guarda sui monti

più alti dell’Himalaya:

gli ufficiali inglesi

fanno festa col jazz!

E in basso

bagnano i loro piedi dalle unghie nere

nel Gange dove i paria gettano i morti

scannati dalla disperazione!

In Anatolia non è deverso:

l’Anatolia è diventata la terra

dove Armstrong intona i suoi blues!

Ma l’Asia ne ha abbastanza

l’Asia è stanca di questo,

l’Oriente non può più inghiottire

questa zuppa dolciastra

e anche se uno di voi, domani,

potesse dar vita al nostro paese

morto di fame

se ne vada subito

se costui è un borghese!

E anche e soprattutto tu, Pierre Loti,

dovrai andartene coi tuoi bacilli di tifo

che in te nutristi per avvelenare

il nostro paese.

Sei più staccato da noi

dell’ufficiale francese che dimenticasti.

E come una puttana

hai scordato la tua Aziadé

dagli occhi d’uva!

Hai mentito, Loti, e menti ancora

hai fatto bombardare

come un bersaglio di legno

la stessa tomba di Aziadé

che tu piantasti in noi, che tu piantasti

nel mezzo del mio cuore.

Che si sappia, se qualcuno l’ignora,

che tu, Loti, sei un ciarlatano,

un ciarlatano che vende in Oriente

i marci tessuti francesi

aumentati del 500 per cento!

Non sei che un vecchio porco borghese

Pierre Loti!

Se potessi credere

a un’anima staccata dalla memoria

il giorno in cui l’Oriente sarà libero

prenderei la tua anima

e la inchioderei nel basso-ponte

e fumerei una sigaretta

di fronte alla tua anima sporca…

Sentite, fratelli, questa è la mia mano.

liberazione

 

Queste sono le nostre mani

abbracciatevi, proletari d’Europa!

Noi cavalcheremo fianco a fianco

sui nostri rossi cavalli

la meta è là, è vicina,

vicina. Ascoltate,

ascoltatemi. I giorni che ci dividono

dalla libertà sono contati!

Già da lontano viene

la Resurrezione dell’Oriente

che sventola un fazzoletto

sporco di sangue!

Guardate i nostri bei cavalli,

udite i loro zoccoli duri

battere sulla pancia schifosa

dell’imperialismo…

-Nazim Hikmet-

 


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