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Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

I pensieri negativi sono generati dai bisogni

Chiunque abbia un bisogno da soddisfare è afflitto da pensieri negativi

" Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" è un celebre romanzo dello scrittore R. Luis Stevenson ed è uno dei più importanti classici della letteratura fantastica di tutti i tempi. Il racconto dimostra che in ogni essere umano vi sono due opposte personalità, una rivolta al bene (Dr Jekyll) e l'altra al male (Mr Hyde), quindi sempre in contrasto tra loro.

Da dove vengono i pensieri negativi e ossessivi che ci angosciano così tanto perseguitandoci per giorni e giorni senza poter far nulla?

Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte

Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte
Noi abbiamo due emisferi cerebrali e quindi "pensiamo" con due menti diverse: una mente emotiva (emisfero dx) e una mente cognitiva (emisfero sin). C'è una bella differenza tra il rimuginamento dell'emisfero destro e il ragionamento dell'emisfero sinistro! Il più delle volte, rimuginamento e ragionamento interagiscono tra di loro.

L'emozione è sempre l'effetto di determinati pensieri o giudizi. Se abbiamo pensieri tristi e/o negativi, avremo come risposta emozioni negative (ansia, paura, rabbia, ecc.); se invece abbiamo pensieri gioiosi e/o positivi, avremo come risposta emozioni positive (gioia, serenità, calma, ecc.).


Se le emozioni conseguono ai pensieri, questi ultimi da dove traggono origine?
I pensieri negativi e ossessivi sono generati dai bisogni insoddisfatti. "Il bisogno è una condizione di sofferenza o disagio (dal latino "bis-sonium" = doppia afflizione) determinata dalla mancanza di qualcosa che richiede un appagamento a breve, a medio o a lungo termine".

Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte
Così come un pericolo imminente fa scattare l'allarme dell'amigdala, così il bisogno di qualcosa (che ci manca) innesca i pensieri su come soddisfare quel bisogno e tutte le complicazioni connesse. Ed è evidente che, siccome il bisogno è esso stesso sofferenza, i pensieri che esso genera non possono che essere negativi.

Chiunque abbia un bisogno da soddisfare è afflitto da pensieri negativi.

È altresì evidente che nel pessimista, che ha scarsa fiducia sulla risoluzione dei problemi e sulle sue risorse, i bisogni insoddisfatti innescano pensieri negativi molto insistenti e ossessivi che a loro volta scatenano emozioni altrettanto negative e frustranti.

L'ottimista invece, siccome ha la convinzione che ogni problema ha la sua soluzione e ha fiducia in se stesso e nella vita, in caso di bisogno avrà pensieri negativi meno assillanti e non si fa prendere tanto facilmente dall'ansia e dalla paura.

Infatti, non è tanto ciò che ci accade che ci fa stare male, quanto la nostra interpretazione su ciò che è successo. Quindi è fondamentale il nostro giudizio su ciò che è accaduto. Questo giudizio o filtro della realtà è strettamente dipendente dal nostro atteggiamento mentale abituale. Insomma, c'è chi trema per un nonnulla e chi invece resta calmo anche di fronte alla peggiore notizia!

Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte

La mente emotiva e irrazionale presiede alla nostra sopravvivenza, quindi ha una natura automatica e involontaria. Essa è molto potente perché non appena ci emozioniamo, per esempio quando abbiamo paura o siamo ansiosi, viene escluso l'emisfero sinistro del cervello, quello razionale, in maniera direttamente proporzionale all'intensità dell'emozione stessa.

Una forte emozione provoca dunque l'esclusione o anestetizzazione dell'emisfero sinistro, cosicché perdiamo la capacità di riflettere e di concentrarci e non ci capiamo più nulla. Viene meno la lucidità mentale e il controllo della situazione e commettiamo errori anche gravi credendo a torto di essere dalla parte della ragione, errori di cui poi a mente fredda ci pentiamo amaramente.

In casi molto gravi di collera, si arriva al raptus di gelosia e al raptus di follia. Anche la fatale dimenticanza del bambino per ore e ore sotto il sole, si spiega con l'insorgere inatteso, dopo essersi allontanati dalla macchina, di una potente situazione emotiva che fa dimenticare completamente il bambino.

Quando operiamo con una sola mente, con un solo emisfero, insomma con metà cervello, ci comportiamo in maniera disfunzionale perché i due emisferi cerebrali hanno funzioni opposte e complementari, e quindi per funzionare bene, è necessario che le nostre due menti siano in sintonia, ossia devono volere la stessa cosa. Basta pensare all'irrazionalità dell'innamoramento che fa sì che l'innamorato sia sotto l'influsso esclusivo dell'emisfero emotivo e irrazionale. Quest'ultimo ci gioca tanti tiri mancini a tutte le età, anche quando meno ce l'aspettiamo. Tante intemperanze dei giovani sono causate dall'inconscio che crede di fare giustizia.

La complementarità tra i due emisferi cerebrali ha lo scopo appunto di assicurare la sintonia, ossia il funzionamento equilibrato e armonico dei due emisferi, il che però avviene soltanto a determinate condizioni (concentrazione, attenzione e serenità). In assenza di sintonia tra i due emisferi cerebrali, se prevale quello emotivo avremo comportamenti irrazionali, mentre se prevale quello cognitivo ci comporteremo in maniera fredda e cinica.

Pensieri ossessivi: da dove vengono? 1^ parte

Sembra evidente che se la mente è fatta per pensare, i due emisferi cerebrali, appunto le nostre due menti producono pensieri totalmente diversi. Quello destro produce pensieri involontari e irrazionali che possono essere piacevoli (es. gioia), o spiacevoli (es. tristezza, rabbia, paura), mentre quello sinistro produce pensieri razionali e volontari privi di emozioni, ossia freddi o neutri.

Senza emozioni la vita sarebbe impossibile. Emozioni e sentimenti sono sintomi o messaggi della nostra mente inconscia e richiedono la nostra attenzione. Le emozioni colorano ogni attimo della nostra giornata e ci rendono felici oppure infelici, entusiasti o frustrati, motivati o apatici.

Ecco perché lo scopo principale dello sviluppo personale è proprio quello di insegnare a gestire le emozioni negative, prime fra tutte la paura e la rabbia, in maniera per così dire ecologica e appropriata alle circostanze. Se non siamo capaci di comprendere il bisogno che ha generato la nostra emozione, ossia se non siamo consapevoli dei nostri pensieri, restiamo in balia di forze interne brute e incontrollabili, con gravi conseguenze per la vita personale e di relazione.

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