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"Per il monte, contro l'alcol"

Da Brunougolini
Tutte le lusinghe, tutte le possibili tentazioni si uniscono per spingere gli operai all’ubriachezza». Sono parole di oltre un secolo fa firmate da Friedrich Engels, inserite in uno scritto dedicato agli operai inglesi. Le ho ritrovate in un ponderoso e interessante volume: «Uoei cento anni di orizzonti». È la storia di una singolare associazione operaia (Unione operai escursionisti italiani) nata nel 1911 proprio per lottare «contro il vizio del gioco d’azzardo e dell’alcolismo e togliere gli operai dalle bettole e dalle osterie... ». I suoi cento anni di vita ne hanno mutato composizione sociale e, in parte, finalità ma è rimasta la sua caratteristica «apolitica e areligiosa». Il volume di Francisco Fernandes e Alberto Benini, ripercorre con dovizia di documenti e immagini, questa lunga storia. Come chi, spiega uno dei coordinatori, Piergiorgio Finulli, cammina sul sentiero e ritrova segni e tracce lasciate dai vari passaggi. Gli autori rammentano una lettera del bresciano Augusto Turati del 1926: «Desidero che di Uoei non si parli più». Imponeva così l’assorbimento dell’associazione in un organismo del regime: l’«Opera Nazionale Dopolavoro» (ma a Brescia per qualche tempo restò in vita un’associazione promossa, mi si perdoni la citazione familiare, da Ugolino Ugolini). Iniziava così quello che nel volume è chiamato «limbo», premessa alla rinascita, nel 1945, subito dopo la fine della guerra. Certo quelle finalità che hanno contraddistinto il sorgere degli «escursionisti operai» (la lotta all’alcoolismo) possono sembrare oggi singolari. Non lo erano certo allora se si pensa che solo nel 1909 si erano avuti 1400 decessi per alcolismo cronico. «Le case erano malsane, le fabbriche impregnate di fumi nocivi e gli orari di lavoro massacranti... ». Una condizione da cambiare. Anche per questo la campagna predicata dalla Uoei («per il monte contro l’alcol»), venne appoggiata da riformisti dell’epoca come Filippo Turati, Leonida Bissolati, Claudio Treves. E oggi? Oggi l’alcolismo non ha più le caratteristiche di una piaga sociale, come un secolo fa. Anche se ogni tanto qualche inchiesta accenna al diffondersi, anche nel mondo operaio, di droghe più o meno pesanti. La stessa Uoei non può dirsi più organizzazione operaia o dedicata agli operai. Ha mantenuto però la convinzione che la montagna, le varie iniziative, possano rappresentare una benefica iniezione di utilità sociale. Con la voglia di parlare soprattutto ai giovani, come scrive Alessandro Gogna nella presentazione del libro. La vera minaccia per loro, spiega, è la «devastazione» portata dal «consumismo materiale» e dal «consumismo spirituale». Però questi giovani «sono alla finestra» pronti ad abbracciare organizzazioni capaci di rinnovarsi. Non vale solo per l’Uoei.

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